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Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

La ricerca, firmata dal professor Giovanni Scapagnini, analizza evidenze su benessere psicologico, funzione cognitiva e salute cardiometabolica, inserendo il vino nel contesto della Dieta Mediterranea e della convivialità. L’Onu riconosce la differenza tra consumo moderato e abuso di alcol. Federvini apprezza il risultato che tutela lo stile mediterraneo e promuove un approccio equilibrato

16 dicembre 2025 | 13:13
Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore
Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

La ricerca, firmata dal professor Giovanni Scapagnini, analizza evidenze su benessere psicologico, funzione cognitiva e salute cardiometabolica, inserendo il vino nel contesto della Dieta Mediterranea e della convivialità. L’Onu riconosce la differenza tra consumo moderato e abuso di alcol. Federvini apprezza il risultato che tutela lo stile mediterraneo e promuove un approccio equilibrato

16 dicembre 2025 | 13:13
 

Il consumo moderato e consapevole di vino, inserito in uno stile di vita mediterraneo, può associarsi a migliori indicatori di salute percepita, benessere psicologico e funzione cognitiva, senza evidenze negative nei consumatori leggeri. È quanto emerge dal progetto scientifico promosso da Signorvino e curato dal professor Giovanni Scapagnini, che analizza dati epidemiologici e studi di popolazione sul rapporto tra vino, healthspan e convivialità. La ricerca evidenzia come bere poco e ai pasti, all’interno di una dieta equilibrata, si distingua nettamente sia dall’astensione sia dai consumi eccessivi, contribuendo a una lettura più equilibrata del ruolo del vino nella Dieta Mediterranea. Una ricerca che rafforza ulteriormente la pronuncia dell'Onu che nella “Risoluzione sulle malattie non trasmissibili e sulla salute mentale” introduce la distinzione tra "consumo moderato" e "abuso di alcol".

Onu: riconosciuta la differenza tra consumo moderato e abuso di alcol

In questo contesto si inserisce anche l'attesa pronuncia dell'Onu in cui ha ratificato la Risoluzione sulle malattie non trasmissibili e sulla salute mentale”, sottolineando la distinzione fondamentale tra consumo moderato e abuso di alcol. La risoluzione invita gli Stati a valutare, in base alle proprie specificità, misure come la fiscalità su alcol e tabacco, se utili a perseguire obiettivi di salute pubblica con orizzonte al 2030 e oltre. Una decisione maturata a ottobre per cui si attendeva un'ufficialità che ora è arrivata.

Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

Giacomo Ponti, presidente di Federvini

Federvini ribadisce che la Dichiarazione conferma il principio di "harmful use of alcohol", distinguendo chiaramente l’abuso dal consumo moderato. Anche nei passaggi dedicati a possibili interventi su pubblicità, accessibilità dei prodotti e fiscalità, il testo mantiene un approccio bilanciato, coerente con la Dichiarazione del 2018 sia nel linguaggio che nei contenuti, secondo la Federazione.

«Grazie all’impegno del Governo e della diplomazia italiana, l’Italia si è affermata come voce autorevole nel promuovere equilibrio e buon senso in un dibattito internazionale di grande rilievo - ha dichiarato il presidente Federvini Giacomo Ponti - il risultato raggiunto a New York non è soltanto un successo negoziale, ma un riconoscimento della necessità di distinguere con chiarezza tra abuso e consumo moderato».

Vino: cosa dice la ricerca promossa da Signorvino

Signorvino, la più estesa catena italiana di enoteche con cucina, ha promosso un progetto scientifico interdisciplinare dedicato al ruolo del consumo vario e moderato di vino nel mantenimento della salute e della qualità della vita lungo l’arco dell’esistenza. Il lavoro analizza il rapporto tra consumo regolare e consapevole e alcuni indicatori dell’healthspan, come benessere psicologico, funzione cognitiva e salute cardiometabolica, inserendo il vino in un più ampio contesto di stili di vita equilibrati.

Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

Giovanni Scapagnini, professore ordinario di Nutrizione clinica all’Università degli Studi del Molise

La ricerca è stata redatta dal professor Giovanni Scapagnini, professore ordinario di Nutrizione clinica all’Università degli Studi del Molise e ricercatore di riferimento internazionale nello studio dei meccanismi molecolari dell’invecchiamento e delle geroscienze nutrizionali. Nel suo percorso scientifico, Scapagnini è stato Assistant Professor presso il Blanchette Rockefeller Neurosciences Institute di Bethesda, ricercatore del Cnr e Visiting Professor all’Institute of Human Virology dell’University of Maryland, consolidando una lunga esperienza nel campo delle neuroscienze e della nutrizione applicata alla longevità.

Superare la demonizzazione del vino

Il progetto nasce dall’esigenza di contestualizzare il consumo di vino in una prospettiva bio-evolutiva e culturale, superando approcci comunicativi focalizzati esclusivamente sull’analisi del rischio. Negli ultimi anni, una narrazione spesso improntata alla “demonizzazione del vino” ha generato incertezza tra consumatori e operatori, trascurando il ruolo storico del vino nel modello alimentare mediterraneo. L’obiettivo dichiarato è riportare il tema all’interno di una lettura equilibrata, coerente con il concept di comunicazione Signorvino «Il gusto di sentirsi bene», presentato a Vinitaly 2025.

Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi

«Quando parliamo del vino sembra quasi che ci sia una corsa a chi parla più male del vino, specialmente da parte di persone che non conoscono il vino, non conoscono la bellezza di questo prodotto, la sua sovracciabilità, la sua bontà», aveva spiegato il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella a Italia a Tavola.

Vino, Dieta Mediterranea e convivialità

Nel quadro culturale delineato dalla ricerca, il vino viene analizzato come elemento storico della Dieta Mediterranea, non come semplice bevanda. «Il vino non è mai stato solo una bevanda, ma il compagno storico della Dieta Mediterranea», afferma Federico Veronesi, Amministratore Delegato di Signorvino. «Consumato in modo moderato e durante i pasti, è parte integrante del rituale della tavola italiana, riconosciuto dall’Unesco come motore di benessere e convivialità».

Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

Giorgio Calabrese, medico nutrizionista e presidente del CNSA

Il professor Giorgio Calabrese, medico nutrizionista e presidente del CNSA (Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute), a Italia a Tavola aveva già posto l’accento sull’importanza di un consumo equilibrato di vino, inserito all’interno della dieta mediterranea: «Il consumo deve essere moderato, mai a digiuno e mai prima dei 16-17 anni, quando il fegato non è completamente sviluppato, e sempre in presenza di un’alimentazione corretta. Da cinquant’anni uso una frase che riassume bene il mio concetto: si beve l’acqua, si gusta il vino».

Dall’evoluzione biologica alla cultura del vino

La ricerca ripercorre anche l’evoluzione del rapporto tra uomo e fermentazione, ricordando come già milioni di anni fa alcuni primati svilupparono una maggiore capacità di metabolizzare l’etanolo. Un passaggio che ha favorito, nel tempo, il passaggio dalla frutta fermentata alla fermentazione intenzionale del mosto d’uva. Nel Mediterraneo, il vino ha assunto soprattutto un ruolo di linguaggio sociale, legato al mangiare insieme e alla costruzione di relazioni, elemento che l’Unesco include esplicitamente nella definizione di Dieta Mediterranea.

Evidenze scientifiche e consumo moderato

Numerosi studi osservazionali citati nella ricerca mostrano che, all’interno di un modello alimentare mediterraneo, il consumo leggero e ai pasti si associa a migliori indicatori di salute percepita, umore e aderenza a stili di vita sani. Dal Seven Countries Study di Ancel Keys fino al modello MIND, che combina Dieta Mediterranea e DASH, emerge come un consumo moderato - indicativamente un bicchiere al giorno - sia correlato, in alcune coorti, a una migliore salute cognitiva e cardiometabolica rispetto sia all’astensione sia ai consumi elevati.

Bere poco, vivere meglio: un bicchiere di vino al giorno protegge cuore, cervello e umore

Un'alimentazione sana è necessaria affinché il bicchiere di vino possa apportare i suoi benefici

Benefici, limiti e necessaria contestualizzazione

La ricerca non elude i rischi oncologici associati all’alcol, ricordando come tutte le bevande alcoliche, vino incluso, aumentino il rischio di alcuni tumori in modo dose-dipendente. Tuttavia, sottolinea l’importanza di contestualizzare il dato, evitando messaggi semplificati che non tengono conto della complessità degli stili alimentari complessivi. Analogamente ad altri fattori dietetici, anche il vino va valutato nel suo insieme di relazioni: quantità, frequenza, contesto del pasto e qualità della dieta complessiva.

Il vino come “condimento sociale”

Nel modello mediterraneo, il vino emerge come “condimento sociale”, più che come fine in sé: un elemento che rallenta il ritmo, favorisce la conversazione e rafforza i legami. «Il beneficio non sta solo nella chimica dei polifenoli, ma nel rituale del bere lentamente, mangiando e condividendo», si legge nella sintesi della ricerca. Un approccio che riporta il vino alla sua funzione storica di ponte tra benessere e cultura.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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