«Nel corso della mia vita sono riuscito a fare quello che volevo. Sto ancora facendo quello che mi piace ed è la mia passione». Graziano Merotto da Col San Martino (Tv) è di poche parole che lasciano il segno, come la zappa nel terreno. «Per fare il vino buono occorre conoscere bene la terra da cui si proviene e il cielo che ci governa». Classe 1945, con una storia contadina e vinicola iniziata nel 1972, dopo gli studi alla Scuola Enologica di Conegliano col maestro Tullio De Rosa, Graziano cominciò a lavorare duramente 1.400 metri di un terreno coltivabile. Il suo primo vino fu un metodo classico Glera, poi comprò un’autoclave per il Martinotti-Charmat.

Una verticale di Cuvée del Fondatore per festeggiare gli 80 anni di Graziano Merotto
Graziano Merotto: ottant’anni tra terra, vigne e passione
80 anni sono stati per Merotto l'occasione di un grande evento: l’anteprima del Metodo Classico Rosélla 2022 con 1.500 bottiglie degorgiate appositamente. Un Rosé dalla valenza speciale con uve di un piccolo vigneto di proprietà a Col San Martino: 100% Pinot Nero, una rarità nel cuore della Docg Valdobbiadene. Il Rosélla 2022 è uno spumante pas dosé che ha sostato trenta mesi sui lieviti, prodotto in tiratura limitata (seimila unità più qualche grande formato) per omaggiare sua moglie Rossella che lo ispirò e che da un anno non c’è più. Un ritorno alle origini per un “artigiano” del Prosecco Superiore, che negli anni ‘80 del secolo scorso produsse il suo primo Pinot Nero in purezza metodo champenoise, poche bottiglie ad uso personale.

Graziano Merotto: Rosélla
Il giovane Nicola fa il suo ingresso in un gruppo coeso
L’agricola Merotto è fatta di persone animate da spirito di squadra ed entusiasmo; la soddisfazione si legge sul volto di Graziano quando parla di loro e di Nicola, il nipote ventunenne entrato da poco in azienda. Il nuovo che avanza, con idee che sorvolano le Rive e i piedi ben piantati a terra, come le radici delle più anziane viti di famiglia. L’incontro col genuino viticoltore veneto che produce circa 650.000 bottiglie l’anno - destinate al mercato italiano per il 60% - ci ha riservato un’apprezzata verticale di Cuvée del Fondatore, tra cui l’edizione speciale dell’ottantesimo anniversario di soli ottocento esemplari. Degna location degli eventi, il Merotto Space di Col San Martino, inaugurato nel 2019 dopo la ristrutturazione di un antico casale, le cui grandi vetrate si affacciano su un ampio giardino e sulle sinuose colline Patrimonio Unesco.

Graziano Merotto tra i vigneti (foto Mattia Mionetto)
Verticale Cuvée del Fondatore
Dopo aver degustato due Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg - il classico e pregevole brut Bareta la cui produzione incide per il 30% sul totale dell’azienda e il profumato extra brut Integral da un unico vigneto storico (40.000 bottiglie da viti di 40 anni) - abbiamo affondato il naso in una verticale della Cuvée del Fondatore, Valdobbiadene Superiore Docg Prosecco brut dalle Rive di Col San Martino. Prodotto in poco più di 30.000 unità, ha la particolarità di sostare sui propri lieviti per quattro mesi dopo la presa di spuma. Nello smisurato mondo del Prosecco di Valdobbiadene, il Fondatore è stato un vino di rottura, col primo millesimo già nel 2009 quando fu acquisito un terreno argilloso-profondo ad Oro di Farra (Tv). Circa il 25% della Glera viene lasciata appassire sui tralci per una ventina di giorni, poi le uve vengono pigiate tutte insieme in maniera soffice e il mosto ottenuto va direttamente in autoclave.

Graziano Merotto (foto Mattia Mionetto)
In compagnia di Roberto Racca - consulente vitivinicolo di Merotto da più di quindici anni - e dell’enologo dell’azienda Mark Merotto (curiosa omonimia) abbiamo degustato alcune annate dal 2018 al 2024 del vino identitario della casa, capace di raccontare cinquant'anni di esperienza vinicola. I vigneti si trovano a 230 m. slm e di questa etichetta vengono prodotte anche 668 Magnum e 10 Jeroboam all’anno. È stato un privilegio per noi ed alcuni colleghi celebrare con l’intero team aziendale un appuntamento atteso da tempo: una “summa” delle Cuvée di Graziano, impreziosite dalle eleganti bottiglie e i sigilli di ceralacca in etichetta, di colore giallo per la 2024.

La Cuvée del Fondatore di Graziano Merotto
Primo stappo per l’annata 2018 per poi passare alla 2020, che dopo adeguata ossigenazione ha evidenziato l’aroma fruttato. La 2021 a nostro avviso ha rivelato completezza ed equilibrio, qualità da cogliere adesso in queste bollicine messe nel calice al momento giusto: nobili profumi di mela e cedro, sorso pieno con giusta acidità e un bel finale che dà piacere netto in bocca. Chi ha fatto il vino merita un’adeguata lode considerando i quattro anni sul groppone, non uno scherzo per un Prosecco. Bella mineralità quasi gessosa - che si traduce in note pulite e leggiadre e sentori fruttati - per il 2022, anch’esso fresco nella beva. Quello dell’annata 2024 è stato un particolare assaggio di Prosecco la cui sosta sui lieviti si è prolungata molto a lungo: naso floreale, violetta in particolare, poi fragolina e la caratteristica mela; in bocca, cremosa avvolgenza molto piacevole. Noi scommettiamo su un’evoluzione interessante in bottiglia.

Cuvée del Fondatore: il sigillo apposto a mano
Dopo le cinque Cuvée abbiamo completato la sbicchierata con altri due vini. Prima il Rosélla Pinot Nero in purezza Metodo Classico 2022, buon frutto ed equilibrio alcol-acididità; poi La Primavera di Barbara (2019), Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg dry dedicato da Graziano a sua figlia. A margine della degustazione si è sottolineata la crescita dell’enoturismo nel Valdobbiadene. Se in passato il cliente-tipo acquistava senza nemmeno assaggiare il vino, oggi ricorre la parola “esperienza”, che inizia con una visita al territorio e alla Cantina poco distante dal Wine Center e si conclude con la degustazione. L’acquisto dei vini di solito è fatto online per viaggiare leggeri.
Cena alla Locanda da Lino
A cena a Solighetto (Tv) nella Locanda da Lino, uno storico locale veneto in cui si sono abbracciate la cucina tradizionale e il piacere della rivisitazione, le etichette di Merotto hanno riguardato un bianco fermo - «tranquillo», come usa dire Graziano -, un altro Prosecco e un Passito. Si è trattato del Pinot Bianco 2022 B.Giussin (il soprannome del papà di Graziano), del Castè Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg 2024 extra dry da un vigneto impervio con pendenze oltre il 45% e dell’etichetta più amata da Nicola, appassionato di vini passiti: il Passito Royam da uve Glera in purezza, apprezzato per il finale aromatico che si combina con la mite dolcezza.

L'azienda Graziano Merotto tra le colline del Valdobbiadene
Completano la produzione di Merotto, l’altro vino fermo Rosso Dogato 100% Cabernet Sauvignon; il Colbelo, Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg extra dry; il Grani Rosa di Pinot Nero spumante brut; il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg dry. Per accompagnare un sontuoso taglio di bue, cotto nel caratteristico caminetto del ristorante, è stato scelto un Borgogna, il Domaine Nicolas Rossignol Beaume 1er Cru Clos des Mouches 2019: 100% Pinot Nero, il vitigno che sta tanto a cuore a Graziano.

Il brindisi di auguri alla presenza di Luca Zaia, presidente uscente della Regione Veneto
L’evento in suo onore ha avuto il degno epilogo in un’intera giornata di festa nel giardino e nel terrazzo del Merotto Space, presenti il presidente uscente della Regione Veneto Luca Zaia - che con Merotto e il giovane Nicola ha autografato una Mathusalem -, il sindaco di Farra di Soligo Mattia Perencin e tantissimi amici di vecchia e nuova data. Prima donna dell’anniversario, ovviamente il Rosélla Pinot Nero Metodo Classico 2022 pas dosé. Finger-food a cura del ristorante itinerante Villa Clizia by Giorik.
La Serica della Marca e l’Abbazia di S. Maria
Il momento immersivo nell’azienda agricola Graziano Merotto ci ha dato la possibilità di perlustrare i luoghi rappresentativi della storia delle valli trevigiane, in particolare il borgo medievale di Follina (Tv) ai piedi delle Prealpi. A Follina abbiamo visitato la Serica della Marca - storico setificio di proprietà della famiglia Frezza che dal 1870 ha rinnovato i fasti medievali della tessitura locale ed oggi rappresenta l’avanguardia tecnologica nel proprio settore - e l’Abbazia cistercense romano-gotica di Santa Maria (XII sec.), col sublime e misterioso chiostro del 1268.
via Scandolera 21 31010 Col San Martino (Tv)