La Lombardia è una terra vocata alla spumantistica. Oltre alle celebri bollicine della Franciacorta, a cui doveroso affiancare quelle prodotte in terre dell’Oltrepò, esistono altre zone vitivinicole che producono etichette di pregio; una di queste è la Bergamasca, dove le riviere pedemontane a est di Bergamo sono il naturale proseguimento delle colline in cui si producono gli spumanti bresciani, i cui vigneti si intravedono sulla sponda orientale del fiume Oglio. Rivelatrice è poi l’etimologia del nome di questa porzione di territorio: sembra che il nome Calepio derivi dalle parole greche Kalon ed Èpion, la prima significa “bello/buono” e la seconda è interpretabile come “terra del buon vino”.

Idylis, metodo classico millesimato che nasce nelle Terre del Colleoni
Il ruolo del Consorzio Tutela Valcalepio
Fondato nel 1976, il Consorzio Tutela Valcalepio è nato con lo scopo di tutelare e promuovere i vini del territorio orobico. All’epoca i soci erano 22, oggi sono oltre 80 e alla originale denominazione Valcalepio Doc si sono aggiunte le denominazioni Bergamasca Igt e Terre del Colleoni Doc. L’effige del condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni è diventata l’emblema del Consorzio e ha ispirato la nascita della denominazione di origine controllata Terre del Colleoni i cui vini, in virtù delle differenti tipologie di prodotto e dei vari vitigni che li compongono, presentano caratteristiche specifiche che ne permettono una chiara tipicizzazione.
La Doc Terre del Colleoni e la valorizzazione dei monovitigni
È la Gazzetta Ufficiale 55 dell’8 marzo 2011 a riportare il decreto ministeriale che riconosce al territorio bergamasco questa sua seconda Doc, una denominazione di origine totalmente incentrata sui monovitigni coltivati tradizionalmente nella bergamasca. Un nuovo impegno dei produttori bergamaschi che puntano a prodotti sempre più certificati e garantiti. Un impegno, non un premio. La Doc, infatti, è un impegno che per tutti i produttori prendono nei confronti dei loro consumatori, con l’obiettivo di portare l’enologia ad un livello sempre più alto. Doc, inoltre, è una garanzia per l’estero.

Le vigne del Valcalepio
Metodo classico e requisiti di qualità
Un occhio di riguardo va alla produzione dello spumante a metodo classico. Il vino destinato a questa tipologia, comunque prodotto con le varietà previste dal disciplinare, deve subire, prima dell’immissione al consumo, un periodo minimo di permanenza sulle fecce di quindici mesi mentre per il Millesimato il periodo minimo è di ventiquattro mesi. Tale periodo decorre dalla data di imbottigliamento e comunque non prima del 1° gennaio successivo alla raccolta delle uve. Dal titolo alcolometrico volumico totale di minimo 11,00% vol, con una acidità totale minima almeno di 5,50 g/l e un estratto non riduttore minimo di 15,00 g/l, la regolamentazione di questo spumante lo pone tra i prodotti enologici che meritano di essere scoperti.
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