Recentemente inaugurato l’anno di eventi per Agrigento, capitale italiana della cultura 2025, alla presenza del Presidente Mattarella, che prevede un programma che ha come progetto culturale la relazione tra l’individuo, la società e la natura basata sui quattro elementi empedoclini; acqua, aria, terra, fuoco.
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I vigneti di CVA Canicattì sotto il tempio dedicato a Giunone
CVA Canicattì: una cooperativa vitivinicola di successo
Per questa occasione CVA Canicattì, cooperativa vitivinicola di successo con 300 soci, 700 ettari tra Canicattì e altri comuni, oltre a 4 ettari di vigneti sull’Etna, ha pensato bene di adeguare la veste grafica e non solo di uno dei suoi vini di punta: il Diodoros che tra l’altro nasce proprio da 2 ettari di vigneti antichi che si trovano all’interno del Parco della Valle dei Templi di Agrigento, addirittura ai piedi del famoso tempio di Giunone.
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Giovanni Greco, presidente della CVA Canicattì
La storia di CVA e il Diodoros
Dal 2008 sotto la guida del presidente Giovanni Greco, CVA (Cooperativa Viticoltori Associati) ha cambiato registro e con l’enologa Giuditta Raccuglia e la consulenza di Tonino Guzzo, che proprio con CVA ha iniziato la sua prestigiosa carriera di consulente enologo che oggi lo vede tra i più noti e richiesti del panorama siciliano e non solo, realizza vini così buoni da raccogliere una messe di medaglie d’oro ai più importanti concorsi anche con i vini più economici.
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Il Diodoros 2020 Doc Sicilia
Il Diodoros e la sua evoluzione
Dalla convenzione con l’Ente Parco, dal 2009 ricavano uno dei loro vini di punta il Diodoros, a seguito di recupero, ampliamento, coltivazione delle viti esistenti. Un lavoro accurato, certosino, professionale in regime di lotta integrata che appunto inizia nel vigneto e prosegue in cantina col massimo rispetto delle uve. Per il 90% è Nero d’Avola, il resto Nerello Mascalese e Cappuccio.
Il Diodoros in occasione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025
In occasione della designazione di Agrigento a capitale italiana della cultura 2025, CVA, oltre ad una ulteriore accuratezza per il vino, ha voluto cambiare la grafica del Diodoros, dedicandola all’evento e su suggerimento del direttore del Museo e del Parco, Roberto Sciarratta, la nuova etichetta si ispira ad una delle 38 colossali statue che facevano parte dell'enorme tempio di Zeus, al famoso Telamone, ricostruito all’originale nel Museo, riprendendone raffigurazioni da stampe di studi ottocenteschi.
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L'etichetta del Diodoros in occasione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025
Il Diodoros 2020 Doc Sicilia
Il Diodoros 2020 Doc Sicilia è ricavato da grappoli scelti, ulteriormente selezionati in cantina, vinificazione classica in rosso, affinamento in barrique fino a 18 mesi e in bottiglia per oltre 6. Abbiamo bevuto la bottiglia 1.330 di 4.800, colore rubino vivace; al naso un coacervo armonico di frutta rossa, specie in confettura, evidenza di note speziate, liquirizia e pepe, intenso, franco, attraente; al palato si ritrova l’armonia olfattiva, buoni i tannini, vivace l’acidità, rotonda la beva piacevolissima da grande vino, lo completa un lungo finale finemente amarognolo; si abbina alle carni e predilige la meditazione. Nel sito prezzo € 26.
Contrada Aquilata 92024 Canicattì (AG)