Dopo 25 anni da protagonista nel commercio di vini, Andrea Franchetti, - fondatore delle Contrade scomparso nel 2021 - in una parte abbandonata della Val d'Orcia, iniziò la sua sorprendente sfida alla produzione del vino, scegliendo un posto praticamente dimenticato, in cui chiunque non avrebbe sperato molto. E invece nel 1997 vide la luce la prima bottiglia di Tenuta di Trinoro: un vero e proprio caposaldo della cultura vinicola italiana (formato con l'assemblaggio di uve leggermente tardive di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot), e un esempio di sintonia tra vigneto, suolo e clima, ottenuto con l'uso di lieviti autoctoni e con le prime fermentazioni in vasche di cemento, per un successivo affinamento in botti selezionate.

Contrade dell’Etna, giunta alla 16ª edizione
La sfida sull'Etna e il sogno delle Contrade
Ma l'inarrestabile entusiasmo ed energia di Andrea Franchetti, nel 2000, lo fece arrivare sull'Etna, dove nelle Contrade a monte di Passopisciaro (nel nord dell'Etna), fece impiantare vitigni non autoctoni, come Petit Verdot, Cesanese di Affile e Chardonnay. Ho il perfetto ricordo del primo assaggio dalla botte del Passopisciaro 2001, del quale colpiva la forza sprigionata dal sorso, tale da far venire in mente la colata lavica del 1992 che lambì quelle zone. Nel 2008, Andrea Franchetti volle dare un segnale più evidente della sua intuizione: l'Etna e il suo vino dovevano sviluppare una cultura enologica delle “Contrade”, ideando una sorta di festival dei vini prodotti nell'ultima annata: un luogo in cui i vignaioli si riunivano per degustare e confrontarsi.

Andrea Franchetti, fondatore delle Contrade, scomparso nel 2021
Il modello, assimilabile a quello dei cru di Borgogna, sarebbe dovuto servire ad imprimere ai produttori etnei una dose di fiducia in una prospettiva quasi magica, dando nuova linfa a un territorio dalla tradizione vinicola secolare: l'Etna. Andrea Franchetti amava ripetere: «Chi fa questo lavoro intraprende una nuova esperienza che lo porta a diretto contatto con la natura. Con la primavera tutto si riempie di luce e tu ti immergi nel lato poetico di questo lavoro. Il vino ne risente, perché avviene un aggiustamento dello stile che deriva dall'influenza poetica che il territorio esercita su di te».
Contrade dell'Etna: un appuntamento immancabile
Oggi la Doc Etna si estende su tre lati dell'estensione del vulcano come una luna crescente, scegliendo Randazzo come suo punto più a nord e Biancavilla come suo limite a sud. Nel disciplinare sono presenti 133 Contrade, ossia sottozone storiche riconosciute a livello ministeriale.

La mappa delle Contrade dell'Etna
Contrade dell'Etna, giunta alla sua sedicesima edizione di domenica 13 e lunedì 14 aprile 2025, rimane un evento con il taglio originale del suo inventore, seppur con le dovute evoluzioni organizzative (purtroppo comprendenti la perdita della limitazione all'ultima annata), e per l'occasione, in una nuova location: il Sikania Garden Village a Randazzo, una struttura ricettiva con ristorante, pizzeria e bar, circondata da migliaia di piante (come se fosse un vivaio).
Contrade dell'Etna: degustazioni, incontri e territorio
Risulta difficile poter riassumere le numerosissime sensazioni gustative della giornata: l'apice ovviamente è stato raggiunto nel momento della visita allo stand della cantina Passopisciaro (quella fondata da Andrea Franchetti), dove ho potuto assaggiare l'ultima produzione (quella del 2024) nelle sue quattro etichette. Una organizzazione perfetta (seppur in un'edizione ridotta per numero di cantine partecipanti) ha potuto però ricreare quel clima di amichevole “vicinanza” fra le cantine e il numeroso pubblico comunque affluito.

Contrade dell'Etna: alcuni vini in degustazione
Insomma, Contrade dell'Etna si conferma come un appuntamento irrinunciabile per tutti gli amanti del vino, un'occasione unica per scoprire la ricchezza e la varietà dei vini etnei, conoscere da vicino i produttori e lasciarsi incantare dalla bellezza del territorio.