Al via da Roma la prima tappa di "Roero in tour", un nuovo percorso di valorizzazione enologica e territoriale della Docg piemontese che comprende il Nebbiolo e l’Arneis. La degustazione, organizzata dal Consorzio tutela Roero al rooftop Bar e Ristorante e Rhinoceros al Velabro, ne ha dimostrato la versatilità in abbinamento alla cucina dello chef stellato Giuseppe Di Iorio e del resident Alessandro Marata. Analogo apprezzamento era stato riscontrato nella precedente iniziativa promozionale, "Piacere Roero", svoltasi a maggio nei ristoranti del circuito Mangèbin.

"Roero in tour" ha preso il via da Roma
Un tour per raccontare la Docg Roero in tutta Italia
Il nuovo tour si sposterà successivamente a Napoli, Milano e Bologna, come occasione di approfondimento con gli appassionati e di networking per gli operatori su questa Docg di pregio che nasce oltre in 1900 ettari vitati in 19 comuni tra Langhe e Monferrato, nelle colline del vino Patrimonio Unesco. La produzione dei 260 vignaioli iscritti è di circa 8 milioni di bottiglie, in prevalenza bianchi in un grande territorio di rossi. «Ma proprio questo - ha detto il presidente Massimo Damonte - è stato per noi uno stimolo che ci ha portato a valorizzare l'Arneis, un vitigno a bacca bianca che nel Roero ha la sua origine. Il nostro Consorzio è relativamente giovane nel mondo del vino. Nasce nel 2014 e tutela due grandi vitigni piemontesi in un'unica denominazione. Soprattutto vogliamo unire la parola Roero al Nebbiolo, a fianco delle due grandi denominazioni storiche Barolo e Barbaresco. Nessuna competizione, ma crediamo nel nostro territorio perché i suoli diversi, sciolti e sabbiosi, di tipo marnoso-arenario fanno la differenza con una immediatezza di beva e una morbidezza che non esclude la longevità».

Massimo Damonte, presidente Consorzio tutela Roero
Sulle caratteristiche dell'Arneis, che per la sua vocazione alla longevità può diventare anche Riserva e Spumante metodo Classico, si è soffermato il wine writer Paolo Zaccaria: «Non ci sono molti spumanti in purezza come questo - ha detto - con un vitigno territoriale». Intervenuti nel corso della cena anche Francesco Monchiero, già presidente del Consorzio per tre mandati, e i vice Francesca Iraldi e Angelo Negro.
Abbinamenti d’autore con la cucina di Giuseppe Di Iorio
I piatti erano stati pensati da Di Iorio con competenza enologica nel combinare armonie di gusto e ha composto un menu che non aveva da invidiare alla grande tradizione gastronomica roerina che ben si unisce da sempre a questi due vini. Con gli assaggi di benvenuto, sulla terrazza con vista, all'aperitivo, sono stati serviti il Roero Arneis Spumante Soelì 2021 e il Roero Arneis Seminari 2024 con il Baccalà in pastella e gel in carpione, Supplì al tartufo, provola e guanciale e Samosa di verdure.
L'Arrosto di maiale con salsa tonnata
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Il Risotto cacio e 4 pepi
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Il Controfiletto di manzo con cardoncello arrosto
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Il Tiramisù a modo nostro
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A cena, invece, con Arrosto di maiale, salsa tonnata, fior di cappero, Risotto cacio, pepe e pere, Controfiletto di manzo, il suo fondo e cardoncello arrosto e Tiramisù a modo nostro sono stati degustati Roero Docg Arneis Giuan da Pas 2015, Roero Docg Vigna di Lino 2020 e Roero Docg Riserva Mombeltramo 2010.
Il territorio del Roero: biodiversità e storia geologica
Il Roero, alla sinistra del Tanaro, è un'area collinare tra Langhe e Monferrato, nella provincia di Cuneo, Patrimonio UNESCO, dove ai vigneti si alternano frutteti e boschi. Suggestive, tra le rocche, profondi canyon formati dall'erosione geologica. Il logo del Consorzio, una coccinella, ne esprime la biodiversità e il rispetto dei produttori verso l’ambiente. Ma quello che rende speciali questi vini sono le condizioni pedoclimatiche del Roero, tra la pianura di Carmagnola e le basse colline dell’Astigiano, fino a 130 milioni di anni fa parte di un mare interno.

Il Roero è un'area collinare tra Langhe e Monferrato, nella provincia di Cuneo
Dei 19 comuni della denominazione, Canale è il più vitato con ben 370 ettari rispetto agli altri: Corneliano d’Alba, Piobesi d’Alba, Vezza d’Alba, e una porzione dei comuni di Baldissero d’Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Pocapaglia, Priocca, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Roero e Sommariva Perno. I produttori hanno compreso che la differenza è un pregio, se l’identità è forte e riconoscibile, e che non serve allinearsi alle blasonatissime tipologie oltre regione Roero.
Nebbiolo e Arneis: la forza della tradizione
Il vitigno Nebbiolo è da sempre il principe dei piemontesi a bacca rossa e i cloni più conosciuti e utilizzati sono per il nebbiolo tre: lampia, michet e rosé. Anche l'Arneis, riscoperto negli anni Settanta del secolo scorso, ha una sua grande storia. Da secoli era coltivato come il moscato ma vinificato in dolce o per il vermouth. Oggi la superficie vitata si è allargata e prevale su quella del Nebbiolo (990 contro 355). Raffinatezza, versatilità, bevibilità e freschezza sono comuni ad entrambi, un privilegio non comune nel rito della tavola.

Gli chef Giuseppe Di Iorio e Alessandro Marata
Cresce soprattutto l'interesse per la vocazione alla longevità dell'Arneis che per la Riserva e lo Spumante prevede 16 mesi di affinamento. Con la cucina Di Iorio/Marata gli Arneis ha esaltato complessità e freschezza, note floreali e fruttate e la mineralità e sapidità finale e nel Nebbiolo, la ciliegia matura, la freschezza, i tannini moderati e il finale speziato.
Piazza San Bernardino 8 12043 Canale (Cn)