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Terre d'Oltrepò, tra cantine ferme e decreti ingiuntivi: a rischio la vendemmia (e il futuro)

Le cantine di Terre d'Oltrepò, simbolo della viticoltura lombarda, rischiano la paralisi alla vigilia della vendemmia 2025. I collegi sindacali denunciano in una lettera la mancanza di liquidità, l'assenza di governance e istituzioni, e l'urgenza di un intervento straordinario di capitale. Senza manutenzioni e con fidi revocati, gli impianti di Broni e Stradella potrebbero restare chiusi. Centinaio: «Urge commissariamento»

28 luglio 2025 | 15:35
Terre d'Oltrepò, tra cantine ferme e decreti ingiuntivi: a rischio la vendemmia (e il futuro)
Terre d'Oltrepò, tra cantine ferme e decreti ingiuntivi: a rischio la vendemmia (e il futuro)

Terre d'Oltrepò, tra cantine ferme e decreti ingiuntivi: a rischio la vendemmia (e il futuro)

Le cantine di Terre d'Oltrepò, simbolo della viticoltura lombarda, rischiano la paralisi alla vigilia della vendemmia 2025. I collegi sindacali denunciano in una lettera la mancanza di liquidità, l'assenza di governance e istituzioni, e l'urgenza di un intervento straordinario di capitale. Senza manutenzioni e con fidi revocati, gli impianti di Broni e Stradella potrebbero restare chiusi. Centinaio: «Urge commissariamento»

28 luglio 2025 | 15:35
 

Le cantine Terre d'Oltrepò, tra Broni e Stradella nel Pavese, sono a un passo dalla paralisi operativa: impianti fermi, risorse esaurite, fornitori in fuga e nessun consiglio di amministrazione pienamente operativo. A lanciare l'allarme, con una lettera dai toni netti ma istituzionali, sono i collegi sindacali delle due società, che denunciano l'assenza di interventi concreti da parte delle istituzioni e chiedono un'immediata immissione di capitale per evitare il blocco dei conferimenti dei soci e, di fatto, l'annullamento della vendemmia 2025. E intanto il vicepresidente del Senato, il pavese Gian Marco Centinaio, chiede il commissariamento urgente.

Terre d'Oltrepò, l'allarme dei collegi sindcali

I collegi sindacali delle società Terre d'Oltrepò S.C.A.P.A. e Terre d'Oltrepò S.p.A. hanno inviato una comunicazione ufficiale per esprimere preoccupazione crescente sulla situazione economico-finanziaria delle due cantine, punto di riferimento per la viticoltura lombarda. Il rischio concreto è che le strutture di Broni e Stradella non siano in grado di ricevere i conferimenti dei soci per la vendemmia 2025.

Terre d'Oltrepò, tra cantine ferme e decreti ingiuntivi: a rischio la vendemmia (e il futuro)

Terre d'Oltrepò: a rischio la vendemmia 2025

Secondo quanto riportato nella lettera, le risorse attualmente disponibili non sono sufficienti per avviare le manutenzioni necessarie agli impianti. Senza tali interventi, le cantine non possono aprire né accogliere i conferimenti della prossima raccolta.

Terre d'Oltrepò, una situazione sempre più grave

I fornitori storici, che già vantano crediti pregressi significativi, non sarebbero disposti ad accettare ulteriori esposizioni finanziarie. Una situazione che potrebbe portare, nel giro di poche settimane, alla paralisi operativa dell'intera struttura cooperativa. Nel frattempo, le banche stanno revocando i fidi, i clienti risultano morosi e i fornitori hanno avviato azioni legali con decreti ingiuntivi. Un contesto che mina ulteriormente la sostenibilità dell'intera struttura cooperativa, già in crisi di liquidità.

Governance fragile e CdA dimissionario dopo pochi giorni

Al centro della questione c'è anche un vuoto di governance: i collegi sindacali, per norma, possono operare solo per l'ordinaria amministrazione e per convocare le assemblee per la nomina dei CdA.Il consiglio di amministrazione della S.C.A.P.A., eletto a inizio estate con il sostegno di associazioni di categoria, Confcooperative e persino della Regione Lombardia, si è dimesso dopo pochi giorni. Una condizione di instabilità che ha rallentato anche la procedura di composizione negoziata della crisi, attivata in maniera tempestiva a inizio luglio.

«La procedura di composizione negoziata della crisi d'impresa, deliberata con tempestività il 4 ed il 5 di Giugno 2025 ed avviata coerentemente il 7 luglio 2025, ha subito rallentamenti a causa dei comportamenti del neoeletto consiglio di amministrazione della s.c.a.p.a. dimissionario dopo pochi giorni dalla nomina, sostenuto oltre che dalle associazioni di categoria anche da Confcooperative e dalla stessa Regione Lombardia», si legge nella lettera.

Solo un intervento straordinario può salvare la vendemmia 2025

Secondo i collegi sindacali, l'unica possibilità concreta per evitare la chiusura delle cantine consiste in una rapida immissione di capitale che consenta di procedere con le manutenzioni e garantire la ricezione delle uve nella campagna 2025: «Solo una immissione di capitale può salvare le cantine e gli effetti sui soci ed il territori». Anche perché rimarcano:  «Constatiamo purtroppo che al momento le istituzioni competenti sono totalmente assenti ed apparentemente disinteressate alla prevedibile e forse attesa chiusura delle cantine». 

Terre d'Oltrepò, tra cantine ferme e decreti ingiuntivi: a rischio la vendemmia (e il futuro)

L‘assessore lombardo all‘Agricoltura Alessandro Beduschi

«Lasciamo alle vostre responsabilità e coscienze le valutazioni finali e le relative soluzioni» concludono i sindaci. Una frase che suona come un appello diretto ai soci, alle istituzioni e agli attori finanziari del territorio, perché si attivino prima che la situazione diventi irreversibile.

Terre d'Oltrepò, Centinaio: serve commissariamento

«La situazione attuale del gruppo Terre d’Oltrepò è tale che, a mio giudizio, solo un rapido commissariamento, affidato a una personalità esterna al territorio, potrà consentire ai soci produttori di mettere in sicurezza l’ormai prossima vendemmia. Mi auguro che il governo agisca presto in questa direzione», afferma il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.

Terre d'Oltrepò, tra cantine ferme e decreti ingiuntivi: a rischio la vendemmia (e il futuro)

Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato

«È il momento - ha aggiunto - che tutti prendano atto della condizione di crisi in corso, senza ricercare sotterfugi o soluzioni alternative di scarsa efficacia. Salviamo il salvabile per questa stagione, poi arriverà il momento di valutare con attenzione e senza alibi errori e responsabilità del gruppo dirigente, ciascuno per quanto di propria competenza. Le Istituzioni potranno accompagnare questo percorso di risanamento, ma sempre nel rispetto dell’autonomia che è propria di una società a capitale privato. Criticare ora chi rappresenta lo Stato per questa situazione è inopportuno e ingiustificato e non aiuterà certo a superare le difficoltà».

Via Sansaluto 81 27043 Broni (Pv)
Tel +39 0385 51505

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