Circa 50mila quintali di uve conferite. È questo il bilancio della vendemmia 2025 per la cantina cooperativa Terre d’Oltrepò, che ha visto arrivare i grappoli esclusivamente nello stabilimento di Broni, l’unico dei tre rimasto operativo dopo il commissariamento dell’estate scorsa. Un dato che, se da un lato rappresenta un miglioramento rispetto alle prime settimane di raccolta, dall’altro si conferma ben lontano dalle aspettative della nuova dirigenza e del mondo sindacale, che stimava volumi ben più consistenti.

Vendemmia sotto le attese per Terre d'Oltrepò
Commissariamento e difficoltà interne
Le difficoltà interne alla cantina, commissariata durante l’estate, hanno inciso pesantemente sui conferimenti. Secondo i sindacati, un avvio più tempestivo del commissariamento - anticipato almeno di un mese - avrebbe potuto alleggerire la situazione. A complicare ulteriormente il quadro è stata la scarsa produzione delle uve rosse, in particolare della Croatina, già annunciata a inizio vendemmia dai tecnici come la varietà più colpita dagli effetti della peronospora della scorsa stagione. L’avvio della raccolta, con le basi spumante, era stato a dir poco deludente: poche centinaia di quintali a fronte di una capacità lavorativa di 1.500 quintali al giorno. Solo le rassicurazioni del commissario e la firma di un contratto direttamente con la Spa, che dispone di liquidità rispetto alla cooperativa, hanno consentito di sbloccare la situazione.
Un passo avanti, ma molto lontano dagli standard
L’accordo ha fissato il prezzo delle uve in linea con il mercato e stabilito modalità di pagamento rateizzato in quattro tranche: la prima da saldare entro fine anno, l’ultima entro giugno 2026. Il risultato finale, 50mila quintali di uve, rappresenta comunque un passo avanti rispetto alle fosche previsioni di inizio stagione, ma resta un numero lontanissimo dai livelli di conferimento che la cantina era abituata a gestire: basti pensare che, nella vendemmia 2024 segnata anch’essa dalla peronospora, si erano comunque superati i 160mila quintali. Ora si apre un nuovo fronte per il futuro di Terre d’Oltrepò.

Le difficoltà interne alla cantina, commissariata durante l’estate, hanno inciso pesantemente sui conferimenti
Il Tribunale di Pavia, con una sentenza firmata dal giudice Francesco Rocca, ha infatti rigettato il ricorso per la conferma delle misure di protezione del patrimonio, quelle che nei mesi scorsi avevano congelato le azioni dei creditori. Una decisione che rischia di complicare ulteriormente il percorso di rilancio della cantina, consentendo ai creditori di “passare alla cassa”. Toccherà alla nuova dirigenza definire le prossime mosse per garantire continuità all’attività e ridare fiducia a soci e conferitori.
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