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Debora Greco, la signora "vigneron" di Baglio Bonsignore

La casa vinicola è guidata nelle campagne di Naro (Ag) dalla famiglia Bonsignore-Greco. Il vino inteso come cultura e tradizione. È segno di un’identità che nasce dal rispetto delle varietà, è linguaggio, è cerimonia

 
21 febbraio 2022 | 17:29

Debora Greco, la signora "vigneron" di Baglio Bonsignore

La casa vinicola è guidata nelle campagne di Naro (Ag) dalla famiglia Bonsignore-Greco. Il vino inteso come cultura e tradizione. È segno di un’identità che nasce dal rispetto delle varietà, è linguaggio, è cerimonia

21 febbraio 2022 | 17:29
 

Baglio Bonsignore nasce nel 2016 a Naro (Ag) tra colline votate alle vigne. Sono 13 ettari di cui 7 a Nero d’Avola e Syrah, 4 di Grillo, nel resto sta crescendo lo Chardonnay. Nonostante la giovinezza le circa 50.000 bottiglie vanno a ruba per la bontà dei vini e per le medaglie vinte. Merito dei proprietari, Luigi Bonsignore, che nella vita fa il consulente aziendale, e di sua moglie Debora Greco, che per molti anni è vissuta nell’azienda vinicola paterna. Ed è proprio lei che incontriamo.

Debora Greco Debora Greco, la signora

Debora Greco

Debora, cosa rappresentano per te l’uva e il vino?
L’essere “nata in cantina” ha condizionato molto le mie scelte lavorative. I miei primi ricordi sono legati a un luogo preciso, a un triciclo, un cane, tanti fermentini e botti talmente grandi che mi sembravano montagne. Ricordo ancora oggi i suoni, gli odori, i sapori che sentivo nei diversi momenti della produzione, fino a maturare la consapevolezza che questo non è un lavoro ma una scelta di vita anche se da giovane ribelle non ho studiato enologia o economia come tutti si aspettavano, ma architettura. Comunque, alla fine, il mondo del vino non mi ha più lasciato; ho avuto la fortuna di poter approfondire e seguire tutte le fasi del processo fino alla gestione dei registri di cantina. Vi racconto un aneddoto: venne un funzionario dell’Ispettorato centrale, uno dei più temibili dell’epoca, conclusa l’accurata ispezione, che ricordo ancora come un incubo, si congedò dicendo “auguri e figli maschi”….. Bene, ne ho avuti tre!

Donne e buoi dei paesi tuoi, come è nata la tua unione con Luigi?
Fui coinvolta in un progetto interessante per implementare il sistema di qualità, così conobbi Luigi che faceva e fa il consulente aziendale. Sono nati l’amore, tre figli maschi e Baglio Bonsignore.

Di chi è stata l’idea di acquistare un’azienda agricola e perché?
Baglio Bonsignore nasce nella mia mente durante la prima gravidanza. Soffrivo di insonnia e immaginavo una vigna di proprietà, una casa che potesse accogliere turisti, perché vedevo l’evoluzione del settore in quella direzione, e una famiglia che potesse raccontare la sua storia. Alla fine della terza gravidanza avevo già il business plan scritto grazie a Luigi che ovviamente lo fa di mestiere. Iniziammo a cercare un posto che avesse tutto quello che desideravamo e in un non tanto lontano settembre del 2015 trovammo davanti a noi la nostra casa. Inizialmente la proprietà doveva essere la nostra abitazione e un ristorante, progetto caro a Luigi ma, come dicevo prima, chi entra nel mondo del vino, non ne esce più. Per cui, sebbene possedessi, come ancora oggi, una quota di proprietà dell’azienda della mia famiglia di origine, non potendomene più occupare e avendo ormai il mondo del vino come parte di me, iniziammo i lavori di reimpianto delle vigne, la ristrutturazione dell’edificio. Il ristorante fece posto alla cantina e la casa si trasformò in un resort per poter accogliere i wine lovers. Nacque Baglio Bonsignore.

Baglio Bonsignore produce circa 50 mila bottiglie l'anno Debora Greco, la signora

Baglio Bonsignore produce circa 50 mila bottiglie l'anno

Cosa hai portato in termini di esperienza e di conoscenza?
La mia esperienza mi ha insegnato tutto e niente, ho imparato che non ha senso fare grandi fiere se poi non hai tanti clienti, non ha senso rincorrere mercati internazionali se non riesci a fidelizzare i clienti del tuo territorio, che non troverai il consenso dei consumatori solo cambiando l’etichetta. Oggi la gente è molto più attenta al contenuto che al contenitore e soprattutto guarda le qualità che gravitano attorno al prodotto. Green, sostenibilità, biodinamico sono parole chiave dotate di un’eco in continua espansione che molte realtà vinicole come la nostra considerano prioritarie. Ma parlare di sola sostenibilità ambientale sarebbe riduttivo, perché bisogna affiancarle anche la sostenibilità sociale ed economica, gli altri due aspetti focali che il cliente oggi cerca e che tiene in considerazione nelle sue scelte d’acquisto. Il green si conferma un fattore positivamente performante per le cantine vinicole, soprattutto se sostenuto da una comunicazione digitale, green “inside” anch’essa.

Quali sono i vostri compiti?
Io preferisco occuparmi della gestione della campagna, affiancata da due collaboratori e Luigi cura la parte commerciale; come dicevo prima non si può guardare all’estero se non sei sostenuto a casa tua, quindi oggi lavoriamo per fidelizzare la nostra amata e travagliata terra di Sicilia.

 

 

Baglio Bonsignore, piccola azienda e già di successo. Qual è il segreto? E cosa ti piace di più nel tuo lavoro di vignaiola?
Sicuramente piccola e giovane ma non sapevo di essere un’azienda di successo… e poi se è un segreto non posso certo dirlo! Al di là delle battute, se i sogni sono la molla per fare un progetto imprenditoriale bisogna affiancarli con organizzazione e strategia e noi fin da subito ci siamo dati un piano aziendale che cerchiamo di portare avanti adeguandolo a scenari sempre più articolati e complessi, consapevoli che il vino non è mai disgiunto da chi lo fa. Ho sempre sostenuto che il vino si fa in vigna, ogni vino è una storia, dietro ogni bottiglia c’è l’anima del vigneron, dell’artista, del sognatore. Il suo fascino consiste proprio nelle storie che racconta. Il vino è cultura, tradizione, rito, sacralità, è segno di un’identità che nasce dal rispetto delle varietà, è linguaggio, è cerimonia. Il suo miracolo sta proprio nell’atto di ricordare, del legarsi a una radice, e le mie radici si chiamano Simone, Pietro e Carlo. Infine completa l’opera un bravo enologo e noi lo abbiamo: Tonino Guzzo.

Come ti dividi nel ruolo di moglie, madre e signora del vino?
Oggi posso dire con assoluta serenità che non mi divido affatto in ruoli prestabiliti: sono contemporaneamente madre, moglie e vigneron, il ruolo di signora mi sta stretto. Ho solo imparato a dare priorità alle cose che contano.

Stai rinunciando a qualcosa?
Non sto rinunciando a nulla, anzi vedo il mio futuro in crescita. Credo che uno degli obiettivi che come azienda ci siamo dati sia favorire la multifunzionalità del territorio provando a connettere il sistema turistico alle produzioni agricole. Per questo ai vini di qualità abbiamo affiancato l’offerta enoturistica, sviluppando un focus sulla viticultura di collina capace di spingere verso gli utilizzi migliori del territorio e in questa ottica supportiamo la Strada del vino della Valle dei Templi, affinché possa divenire sempre più volano di sviluppo per le aziende e per il territorio.

 

Baglio Bonsignore
Contrada Giddio ss 410 – 92098 Naro (Ag)
Tel. 334 6833574
www.bagliobonsignore.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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