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Isimbarda, la rinasciata dal covid passa da biologico e Le Fleur

La cantina dell'Oltrepò Pavese si affaccia al 2021 potenziando il Metodo Classico Docg che resta il cavallo di battaglia e insistendo sulla cura della vigna e il presidio del territorio.

 
19 novembre 2020 | 06:40

Isimbarda, la rinasciata dal covid passa da biologico e Le Fleur

La cantina dell'Oltrepò Pavese si affaccia al 2021 potenziando il Metodo Classico Docg che resta il cavallo di battaglia e insistendo sulla cura della vigna e il presidio del territorio.

19 novembre 2020 | 06:40
 

Il 2020 è stato un anno complicato per il comparto del vino, la pandemia Covid 19 ha messo in ginocchio l’Horeca ed il mercato ha subito bruschi rallentamenti. Ma non ha fermato le prospettive ed i progetti come dimostra la storia della cantina Isimbarda, solida realtà vitivinicola nel cuore dell’Oltrepò Pavese, in località Castello, una frazione del Comune di Santa Giuletta. L’anno in corso ha segnato il futuro dell’azienda, deve il suo nome all'antica famiglia dei marchesi Isimbardi, patrizi lombardi divenuti feudatari del "tenimento" di Santa Giuletta alla fine del secolo XVII.

I quattro vini degustati - Isimbarda, la rinasciata dal covid passa da biologico e Le Fleur

I quattro vini degustati

L'anno del biologico, di Le Fleur e del Metodo Classico Docg
La vendemmia che si è chiusa ha rappresentato per la cantina oltrepadana l’avvio di un ambizioso progetto biologico. Il 2020 è l’anno dell’affermazione del vino Le Fleur, un riesling superiore, un renano di estrema qualità nato dalla meticolosa parcellazione della Vigna Martina. Ma è anche l’anno di importanti investimenti nel Metodo Classico Docg, il cavallo di battaglia di Isimbarda.

Vino di qualità figlio di un meticoloso lavoro in vigna
Acquisita nel 2019 da un gruppo di tre soci operanti da tempo nel settore wine, l’azienda è guidata sotto il profilo agronomico ed enologico da Daniele Zangelmi e sotto il profilo commerciale dal direttore Marco Stenico. La tenuta Isimbarda occupa una superficie di circa 42 ettari totali di cui 37 vitati tra i comuni di Santa Giuletta e Mornico Losana. «I nostri vigneti – ci spiega l’enologo Zangelmi - sono situati ad altitudini che variano da 200 a 300 m slm. Il loro particolare mesoclima e l'ottimo aspetto forniscono le condizioni di crescita ideali per i vitigni tradizionali dell'Oltrepò. La filosofia dell'azienda è incentrata sulla produzione di vini di qualità, richiedendo quindi un controllo rigoroso della resa in vite, che è limitata a meno di 2,5 kg di uva per ceppo. Le molteplici e diverse procedure di gestione della vite richieste durante l'anno sono eseguite con meticolosità fino al momento della vendemmia quando sono presenti solo le uve con le caratteristiche giuste per produrre ottimi vini».

Fiducia nel territorio per uscire dalla crisi
Ad entrare nel dettaglio di cosa è oggi Isimbarda e dei progetti 2020, in un anno complicato dalla pandemia, è il direttore commerciale. «Con la vendemmia 2020, dopo il classico periodo di conversione, produrremo vini rigorosamente bio. - spiega Marco Stenico - Un passaggio importante a testimonianza che l’azienda crede fortemente nel territorio e nel suo rispetto integrale. La filosofia aziendale, per mantenere e valorizzare questo contesto naturale, ha voluto che la produzione viticola fosse assolutamente rispettosa del paesaggio. In cantina la tecnologia è esclusivamente al servizio della qualità, per consentire ai vini di esprimere in pieno le grandi potenzialità e versatilità delle uve e del terroir dell’Oltrepò Pavese».

Sul piano commerciale, via a nuovi orizzonti
E sul piano commerciale, nonostante le difficoltà dettate dal Covid, quali sono state le novità? Così Stenico: “La pandemia ha inciso profondamente sulle scelte dell’intero settore, ma nonostante questo siamo riusciti a potenziare la rete commerciale con un nuovo posizionamento sul mercato, in zone d’Italia particolarmente appetibili. Al Vinitaly rimandato la scorsa primavera avremmo dovuto presentare le nostre novità tra cui Le Fleur, un prodotto di prestigio, con un costo medio-alto che consideriamo, insieme al Metodo Classico, il nostro biglietto da visita. Continuiamo sulla strada della qualità nel prodotto, in quanto Isimbarda è recepita dal mercato e dal consumatore finale come un’azienda con dei precisi standard qualitativi rispetto alla media dell’Oltrepò Pavese. Questa riconoscimento ci arriva anche da chi non conosce a fondo la nostra realtà».  

L'azienda - Isimbarda, la rinasciata dal covid passa da biologico e Le Fleur
L'azienda

Un lavoro agricolo utile a presidiare il territorio
Un altro “investimento” dell’azienda sta nella filosofia del lavoro: ovvero operare con meticolosità in campagna. «I vigneti aziendali - spiega l’enologo Zangelmi, in forza ad Isimbarda dal 2003, uomo di poche parole, ma di tanti fatti concreti in cantina - sono curati tutto l’anno non solo per ottenere un’uva di qualità, ma anche per mantenere integro il territorio. A questo scopo tutti i nostri vigneti sono inerbiti con un prato permanente che viene periodicamente falciato; ciò consente di evitare i processi di erosione del suolo che riducono la fertilità e che mettono a rischio la stabilità idrogeologica dei terreni collinari. In questo modo il lavoro agricolo, oltre che ottenere una produzione di eccellenza, si erge a vero e proprio presidio del territorio, consentendone la salvaguardia e tutelandone l’intrinseca bellezza. Chiaro che si è trattato di una scelta difficile e onerosa, ma noi siamo convinti che le produzioni di qualità non possano prescindere dalla tutela del territorio e che la qualità dei nostri vini sia valorizzata dalla bellezza del paesaggio e dal sapiente lavoro dell’uomo che mira a conservarlo».

Metodo Classico Docg, un cavallo di battaglia
Isimbarda è un baluardo del Metodo Classico Docg. «Crediamo fortemente in questo prodotto – spiega l’enologo – è il più identificativo della cantina e dell’intero territorio. Dal 2010 abbiamo cominciato a cavalcare pesantemente questa produzione per arrivare, negli ultimi due anni, a tirare circa 20mila bottiglie l’anno. Significa avere circa 60mila bottiglie a catasta. Stiamo investendo tecnicamente su questo segmento di produzione con l’intendo di diventare un’azienda riconosciuta ed identificata per le bollicine di estrema qualità in quanto siamo convinti che il Metodo Classico possa dare redditività alla cantina stessa e all’intero territorio».

Le Fleur, vino "salato" che nasce da quattro appezzamenti
All’apprezzato Riesling renano Vigna Martina, si è affiancato il progetto Le Fleur. Stiamo parlando di una precisa vigna a catasto, sui 350 metri slm caratterizzata da terreno bianco, adatto alla coltivazione di vigneti semiaromatici. «Il progetto iniziale – ci spiega con soddisfazione Zangelmi – è partito nel 2003 con il vino Vigna Martina. In questi ultimi due anni ho voluto spingermi oltre ed il cammino si è perfezionato con il Le Fleur. La vigna Martina è divisa in quattro precisi appezzamenti che venivano vinificati insieme. Con il Le Fleur ho deciso di utilizzare l’uva delle due parti più alte del vigneto, vinificando solo quella e solo il fiore di pressa. É nato così un prodotto più acido, croccante, direi salato. Vado a fermentare questo mosto a bassa temperatura, sui 15 gradi per rispettare appieno tutti i profumi. Una volta messo in bottiglia riposa per almeno un anno e viene presentato la primavera dell’anno dopo. La prima annata è il 2018, la seconda, relativa alla vendemmia 2019, è già in bottiglia e sarà presentata a primavera 2021, ora si trova in affinamento».

La cantina - Isimbarda, la rinasciata dal covid passa da biologico e Le Fleur
La cantina

La ripresa passa da Le Fleur e dal biologico
Un progetto ambizioso che alza nuovamente l’asticella della qualità aziendale e che dimostra quanto l’Oltrepò Pavese possa essere un baluardo, volendo, del mondo vitivinicolo nazionale. Cosa sarà il 2021 per Isimbarda? A spiegarcelo è Marco Stenico, direttore Commerciale con alla spalle importanti esperienze in note aziende vitivinicole del territorio e non solo. «Ci auguriamo che questa drammatica situazione pandemica possa attenuarsi – spiega – e che il mondo del’Horeca possa ritornare a lavorare serenamente e, di conseguenza, anche il nostro settore possa riprendersi. La nostra produzione di circa 100mila bottiglie annue è rivolta principalmente al mondo dell’Horeca, oggi in ginocchio. Nel periodo primaverile abbiamo risentito del lockdown generalizzato e quindi c’è stato l’inevitabile calo di vendite, riequilibrato da una buona estate, almeno fino ad ottobre, durante cui abbiamo recuperato il gap negativo. Sicuramente in questo fine anno risentiremo il calo. Il 2021 dovrà essere l’anno dei nostri primi vini di annata biologici ma soprattutto l’anno del lancio de Le Fleur».

Pinot Nero Metodo Classico Blanc de Noir Brut
Seduti nell’elegante foresteria dell’azienda (tra i progetti futuri ci sarà anche quello di fare ristorazione in abbinamento ai vini per garantire vitalità alla struttura) cominciamo la degustazione. Ci viene servito il Pinot Nero Metodo Classico Blanc de Noir Brut, un prodotto che alla vista si presenta giallo paglierino con un perlage fine e persistente. Al naso si presenta con note precise e marcate di lievito, con sfumature di frutta gialla, accattivante la mela cotogna e la pera Ci sono anche sentori di piccoli frutti canditi. Al palato è elegante, vivace e di buona intensità. Equilibrato. Ottimo in abbinamento ai molluschi, si sposa bene anche con granchi e aragoste. A seguire ci viene servita la Première Cuvée, un Pinot Nero Brut Metodo Classico.


«La vinificazione in bianco, con il metodo della pressatura soffice è seguita dalla fermentazione in acciaio a temperatura controllata - spiega l’enologo Zangelmi - segue nella primavera successiva alla raccolta, il tiraggio della cuvée. Si passa quindi alla rifermentazione in bottiglia e, dopo 34 mesi sui lieviti, il vino viene degorgiato». Un prodotto che al naso e al palato è elegantissimo e pulito. Nel bicchiere ha un colore giallo paglierino, con un perlage fine e persistente. Lo spettro olfattivo si muove attorno agli aromi fruttati primari del pinot nero, elegantemente mescolati a profumi di crosta di pane, biscotto e nuances più minerali. La bocca è strutturata, fresca, perfettamente in equilibrio. Chiude con un finale caratterizzato da un retrogusto sapido. Ottimo per un aperitivo sfizioso, è perfetto anche a tutto pasto, con diverse pietanze. Si sposa magnificamente con i carpacci di pesce e con i crostacei.

Le Fleur, Riesling Renano Superiore
Poi arriviamo all’attesa degustazione de Le Fleur, Riesling Renano Superiore. Un prodotto che entusiasma. Giallo paglierino lucente. Naso di fiori e frutti a pasta bianca dove emergono sentori di albicocca e pesca, erbe aromatiche su trama delicatamente minerale. In bocca è sapido con buona persistenza. Piacevole la punta salata che ti rimane. Qui il residuo zuccherino è di 6 grammi litro al contrario del Vigna Martina, il “padre” de Le Fleur, che si presenta con 4 grammi litro. Un prodotto fine, merita l’acquisto. Si abbina con piatti a base di pesce e verdure. Ottimo con un risotto ai gamberoni.

Sia il Vigna Martina che Le Fleur sono vini che nascono grazie all’utilizzo iniziale di neve carbonica per raffreddare velocemente l’uva con l’obiettivo di avere meno contatto possibile con l’aria e, giocoforza, per conservare l’aromaticità del vitigno.

Costa dei Giganti
Chiudiamo la degustazione con il Pinot Nero vinificato in rosso Costa dei Giganti. «Dopo una macerazione di 8-10 giorni, e solo quando i profumi corrispon-dono ad equilibrati dati analitici – spiega Zangelmi - avviene il passaggio in contenitori d’acciaio per lo svolgimento della malolattica. Nella primavera successiva alla raccolta si imbottiglia, e dopo un affinamento di 3 mesi, viene immesso sul mercato». Si presenta rosso rubino di media intensità, al naso esprime belle note di bacche rosse e di amarena, di fragolina di bosco e di ribes. In bocca è rotondo e succoso, dai tannini morbidi ed eleganti. Fine e disteso, chiude con un finale di ottima persistenza. Si abbina ad antipasti leggeri, carni di vitello e pollame, anatra e fagiano. Da provare con saporiti piatti di pesce.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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