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Merera, autoctono bergamasco dal grande equilibrio gustativo

Ottima intensità di colore, note floreali, buon corpo e ottima tannicità. Grazie al Consorzio Valcalepio il vitigno nel 2016 è stato riconosciuto come autoctono tipico delle colline bergamasche.

di Enrico Rota
Quattroerre Group di Torre dè Roveri
 
11 ottobre 2020 | 17:41

Merera, autoctono bergamasco dal grande equilibrio gustativo

Ottima intensità di colore, note floreali, buon corpo e ottima tannicità. Grazie al Consorzio Valcalepio il vitigno nel 2016 è stato riconosciuto come autoctono tipico delle colline bergamasche.

di Enrico Rota
Quattroerre Group di Torre dè Roveri
11 ottobre 2020 | 17:41
 

Il vitigno Merera è una varietà già diffusa in provincia di Bergamo sicuramente a partire dal XVIII sec., infatti è rintracciabile già negli scritti del Tomini Foresti, studioso e letterato del ‘700. Citata nel tomo VII, nel Dizionario del “Trattato di Ampelografia” di Viala, da J. de Rovasenda, è indicata come varietà tipica solo delle colline bergamasche. Il Tomini Foresti verso la fine del 1700 indica alcuni vitigni coltivati in Bergamasca, tra cui “Merera” riferendo come questa varietà dia uve di buona qualità. A partire dal censimento del 1970 passa tra i vitigni minori e vi resta fino ad una pubblicazione del 2002 della Provincia di Bergamo. Nel corso degli anni ‘90 la varietà viene conservata come “storica” nel vigneto sperimentale, condotto dalla Provincia di Bergamo, vigneto che però viene estirpato nel 2006.

Merera, autoctono bergamasco dal grande equilibrio gustativo

Il Consorzio Valcalepio, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali e il Dipartimento di Scienze per gli alimenti, la nutrizione e l’ambiente dell’Università degli Studi di Milano, prosegue gli studi arrivando alla prova che non si è a conoscenza di sinonimi e/o omonimi di questa varietà e quindi non c’è una varietà che condivide il profilo genetico della Merera. Il 27 marzo 2015 si inoltra dunque tutta la ricerca al ministero delle Politiche agricole e a Regione Lombardia per l’emissione del parere tecnico in merito alla richiesta di iscrizione al Registro nazionale delle varietà di vite. Si arriva alla conclusione che si è di fronte ad un vitigno autoctono non ancora censito.

Questa varietà viene quindi iscritta nel Registro nel 2016. La caratteristica di questo vitigno è il generale buon livello di maturazione fenolica associato ad una buona attitudine a cedere il colore in vinificazione, mentre il contenuto zuccherino relativamente basso permette di ottenere vini equilibrati dal punto di vista gustativo-tattile, ma con gradazioni alcoliche contenute, qualità quest’ultima che lo rende innovativo rispetto al patrimonio viticolo bergamasco a bacca rossa.

Le caratteristiche del vino, osservate nelle vinificazioni condotte in questi anni, sono interessantissime: ottima intensità di colore con tonalità dal violetto al porpora, note olfattive inizialmente floreali come rosa e viola, poi di frutta rossa, grande equilibrio gustativo-tattile con buon corpo, ottima tannicità, al retrolfatto emergono con buona persistenza note di frutta cotta, frutta rossa, tabacco, sottobosco e caramella.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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