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Premetta, vitigno valdostano di buona acidità e adatto alla spumantizzazione

Conosciuto anche come Prié rouge o Neblou, venne descritto per la prima volta nel 1836. Coltivato prevalentemente nella zona tra Aosta e Avise, è la base di numerosi vini rossi Valle d'Aosta Doc

 
15 dicembre 2021 | 08:30

Premetta, vitigno valdostano di buona acidità e adatto alla spumantizzazione

Conosciuto anche come Prié rouge o Neblou, venne descritto per la prima volta nel 1836. Coltivato prevalentemente nella zona tra Aosta e Avise, è la base di numerosi vini rossi Valle d'Aosta Doc

15 dicembre 2021 | 08:30
 

Il Premetta è un vitigno autoctono della Valle d’Aosta, conosciuto anche con il nome di Prié rouge o Neblou. Venne descritto per la prima volta nel saggio sulle viti e sui vini della Valle d’Aosta del 1836 dal medico canavesano Lorenzo Francesco Gatta, appassionato ricercatore in campo agrario, come un’uva ad acini grossi, succosi, colorati di rosso corallo scuro e dal gusto scipito e sciocco. Prié rouge, come suggerisce il nome, è un vitigno imparentato con il Prié blanc, oltre che con il Roussin de Morgex ed il Mayolet, ed era coltivato esclusivamente nella zona tra Aosta e Avise con una relativa concentrazione nei vecchi vigneti ad Aymavilles.

Premetta, autoctono valdostano

Premetta, autoctono valdostano

Un vitigno adatto anche alla spumantizzazione

Autori successivi ne descrissero la presenza in altre zone della media valle e gli attribuirono una duplice attitudine, considerandola una buona uva da tavola e da fare appassire per ottenere dei buoni vini di lunga conservazione. Il vino ha un colore rosa corallo con note fruttate (lamponi) e floreali (rosa canina), in bocca ha una buona acidità che lo rende adatto alla spumantizzazione, è poco alcolico ma caratterizzato da un tannino ben marcato che viene arrotondato con brevi affinamenti. Si abbina a polenta, gnocchi, cotoletta alla valdostana, selvaggina, salumi e formaggi tipici quali, ad esempio, la fontina. È uva base di numerosi vini rossi Valle d'Aosta Doc tra cui per il 70% Chambave, per l'85% Enfer d'Arvier, per il 30% Nus e per il 70% Torrette.

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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