Il Nieddera è un antico vitigno diffuso soprattutto nelle colline del Sinis, sulla costa occidentale della Sardegna. È stato probabilmente introdotto in Sardegna dai Fenici che costruirono le prime colonie sull’isola tra l’VIII e il VII secolo a.C., fondando la città di Tharros sull’estremità meridionale della penisola del Sinis. La coltivazione è autorizzata nelle zone di Cagliari, Nuoro e Oristano, ma la sua diffusione è limitata a piccole porzioni di quest’ultima provincia, in particolare nelle zone di Cabras, Solanas e Nuraxinieddu.

Uva Nieddera (credito foto: catalogoviti.politicheagricole.it)
L'origine dei terreni
Sono terreni di origine alluvionale nati dall’esondazione del Tirso. In Sardo “Nieddu” significa "nero", da cui Nieddera, ossia un vitigno a bacca nera, molto scura, che produce vini dalla colorazione intensa. Anticamente se ne ricavava un vino da taglio, apprezzato per il colore intenso e l’alta gradazione. Fino a qualche anno fa era un vitigno a rischio di estinzione, oggi è una bandiera dell’enologia oristanese, grazie all’impegno dell’azienda vinicola Contini di Cabras e della Cantina sociale della Vernaccia di Oristano.
I vini prodotti
Dalle uve di Nieddera si ottiene un vino dal colore rubino intenso dal profumo fresco di frutta rossa e di erbe di campo. Il gusto è piacevole con un finale asciutto e persistente. Si apprezza da giovane anche se è in grado di evolvere positivamente sul medio periodo. Piacevole la versione rosato, dal colore accattivante, profumi di fragola, lampone, erbe aromatiche in chiusura. Ottima corrispondenza gusto-olfattiva, buona persistenza. Versatile nell’abbinamento.