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Nella terra del Prosecco si guarda anche ad altre uve

La cantina “Le Manzane” ha deciso di investire sul Pinot Grigio Doc Delle Venezie. Il titolare, Ernesto Balbinot, precisa: «Non dipende dalla contrazione del mercato, ma dalla volontà di porci in modo diverso e di rimetterci in discussione». «Possiamo - aggiunge - usare questo ulteriore grimaldello per entrare in mercati dove siamo poco presenti»

di Mauro Taino
Redattore
20 febbraio 2024 | 10:14
Nella terra del Prosecco si guarda anche ad altre uve
Nella terra del Prosecco si guarda anche ad altre uve

Nella terra del Prosecco si guarda anche ad altre uve

La cantina “Le Manzane” ha deciso di investire sul Pinot Grigio Doc Delle Venezie. Il titolare, Ernesto Balbinot, precisa: «Non dipende dalla contrazione del mercato, ma dalla volontà di porci in modo diverso e di rimetterci in discussione». «Possiamo - aggiunge - usare questo ulteriore grimaldello per entrare in mercati dove siamo poco presenti»

di Mauro Taino
Redattore
20 febbraio 2024 | 10:14
 

Si battono nuove strade, anche in una terra dominata dal Prosecco. A San Pietro di Feletto (Tv), tra le colline di Conegliano Valdobbiadene, “patria” del vino italiano più consumato al mondo, la famiglia Balbinot della cantina “Le Manzane” amplia la sua produzione con nuove referenze e apre all’enoturismo con esperienze in vigna e in cantina.

Novità e sperimentazioni nel cuore della terra del Prosecco

L’azienda, infatti, ha da poco piantumato circa 3 ettari di proprietà con barbatelle di Incrocio Manzoni (o Manzoni Bianco) e di Merlot. Inoltre ha stipulato un accordo di locazione di lungo periodo per 12,5 ettari di Pinot Grigio Doc Delle Venezie, mentre ha rinunciato a 4 ettari e mezzo destinati al Prosecco. «Si trattava di un terreno che avevamo in affitto – spiega il titolare Ernesto Balbinot che con la sua famiglia gestisce la cantina -, diciamo che in questo modo ci siamo avvicinati a casa».

Nella terra del Prosecco si guarda anche ad altre uve

Il titolare Ernesto Balbinot con la sua famiglia gestisce la cantina

La scelta di puntare sul Pinot Grigio, però, apre un orizzonte nuovo. O almeno in parte, perché alle Manzane già si produce e si sperimenta anche altro che non sia Prosecco: «Premetto: non è che non crediamo più nel Prosecco, ma come famiglia vorremmo entrare in qualche altra situazione. Per mia passione abbiamo privilegiato uve Merlot con cui stiamo facendo delle prove: attualmente abbiamo circa due ettari dedicati, per cui c’è spazio sia per vini di annata o per farlo invecchiare nel legno».

C’è poi  l’Incrocio Manzoni:  «È un’uva autoctona a cui sono particolarmente legato e che già, in piccole quantità, produciamo nella versione classica con affinamento in acciaio, ma che a mio parere si presta bene anche ad essere affinata in legno o altri recipienti. Stiamo, infatti, provando affinamenti in tonneaux di diversa tipologia e in serbatoi di cemento a forma di uovo per capire l’evoluzione del prodotto nel tempo. Abbiamo presentato finalmente, a fine 2023, le prime 2 mila bottiglie di Incrocio Manzoni ottenuto da uve fermentate ed affinate in legno, un vino bianco non filtrato che abbiamo chiamato Sabbiato».

Pinot Grigio e Prosecco: una rivoluzione in continuità

Una ventata di novità la porterà il Pinot Grigio, sempre con un occhio al mercato: «Si tratta di un vitigno internazionale, molto conosciuto e quindi, per certi versi, semplice da proporre. In questo modo possiamo anche cavalcare l’onda, si tratta di una delle poche Doc, quella Delle Venezie, che ha un trend positivo e che è richiesta in mercati, forse inflazionati dal prosecco e che chiedono questo vino. Possiamo usare questo ulteriore grimaldello per entrare in mercati dove siamo poco presenti come gli Stati Uniti o in cui, come in Inghilterra, i nostri importatori di Prosecco possono affiancare anche questo Pinot Grigio».

Nella terra del Prosecco si guarda anche ad altre uve

Le Manzane puntano sulla produzione di Pinot Grigio Doc Delle Venezie

A livello di caratteristiche del vino, Balbinot ha le idee chiare: «Anche in questa produzione di Pinot Grigio resto dell’idea di uno che fa il Prosecco. Cerchiamo di realizzare un prodotto fresco, non mi avventurerei ad esempio a 13 o 14 gradi, resterei su un prodotto in qualche modo in “stile Prosecco”, che sia fresco e si beva: credo che 12,5 gradi siano sufficienti. Vorrei rimanere in una tipologia di prodotto che sia, oltre che fresco, anche fruttato: che abbia la mela, la violetta e il biancospino».

Altro aspetto da non sottovalutare è il periodo di maturazione dei grappoli che permette vinificazioni non concomitanti all’uva Glera: «Come maturazione, queste uva hanno dieci/quindici giorni di anticipo sul Prosecco e questo ci dà la possibilità di lavorarli senza affanni e con più serenità. Possiamo produrre e vinificare il Pinot Grigio e poi pensare ai Prosecchi Doc e Docg».

Prosecco, diversificazione come valore e non come necessità

Anche alle Manzane, dunque, si guarda alla diversificazione, non come una necessità, bensì come ad una opportunità: «Dal mio punto di vista, direi che abbiamo qualche freccia in più nella faretra. Siamo un’azienda talmente piccola che non abbiamo avuto contraccolpi dalla contrazione del mercato: non c’è la paura che “l’universo Prosecco” crolli, non ci penso proprio».

Nella terra del Prosecco si guarda anche ad altre uve

«Vogliamo porci in modo diverso: credo sia giusto rimettersi in discussione»

«Qualche ettaro di Pinot Grigio – conclude Balbinot - non altera gli equilibri e non stravolgono la nostra azienda, ma è qualcosa di diverso rispetto a ciò che abbiamo sempre fatto anche perché vogliamo porci in modo diverso: credo sia giusto rimettersi in discussione».

L’enoturismo nella terra del Prosecco

A San Pietro di Feletto, inoltre, hanno da poco iniziato a proporre un pacchetto di esperienze rivolte agli enoturisti e agli appassionati del vino mettendo a disposizione la sala degustazione con vista sui terrazzamenti della cantina scavata nella roccia e sui filari di Glera del vigneto dove ogni anno, a settembre, si svolge la Vendemmia Solidale. L’altra location è la tenuta “Le Manzane Hills” a soli 5 minuti di auto dalla cantina dove si trova il “Giardino delle Api” con le arnie dipinte dai bambini della Casa Adelaide.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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