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Frutti tropicali made in Sicilia La scommessa vinta di Be Fruit

I frutti tropicali sono sempre più presenti sulle tavole italiane. In Sicilia si coltivano mango, avocado, papaya e litchi. Il fornitore italiano di McGarlet prevede un raccolto di 300 quintali di mango sull’Isola.

 
23 settembre 2020 | 17:20

Frutti tropicali made in Sicilia La scommessa vinta di Be Fruit

I frutti tropicali sono sempre più presenti sulle tavole italiane. In Sicilia si coltivano mango, avocado, papaya e litchi. Il fornitore italiano di McGarlet prevede un raccolto di 300 quintali di mango sull’Isola.

23 settembre 2020 | 17:20
 

Proseguirà fino alla fine di ottobre la raccolta di mango made in Sicily di Be Fruit, fornitore italiano di McGarlet. Be Fruit, che dal 2012 ha intrapreso la strada della produzione di frutta esotica nel nostro Paese. La stima prevede di raccogliere 300 quintali di mango (che diventeranno 600 il prossimo anno). I frutti tropicali negli ultimi anni sono sempre più presenti nelle cucine italiane e, per questo anche gli spazi dedicati alla loro coltivazione nel nostro Paese sono in costante aumento. Una recente indagine di Coldiretti afferma che il 61% dei consumatori italiani preferirebbe acquistare frutta esotica italiana invece di quella straniera. Il 71% sarebbe, inoltre, disposto a pagare di più per avere la garanzia dell'origine nazionale dei tropicali. Tale dato viene giustificato dal grado di freschezza, dalle qualità organolettiche e dalla sicurezza alimentare.

Grazie a nuove varietà di mango, l’azienda sarà in grado di offrire prodotti da agosto a novembre - Frutti tropicali made in SiciliaScommessa vinta di Be Fruit

Grazie a nuove varietà di mango, l’azienda sarà in grado di offrire prodotti da agosto a novembre

La Sicilia, terra che per le sue caratteristiche fisiche sommate a quelle climatiche, si sta rivelando particolarmente adatta ad accogliere queste piante. La domanda di mango (4.500 tonnellate nel 2007) è raddoppiata in meno di 10 anni (9.000 del 2016) - le coltivazioni di frutta tropicale in Sicilia sono passate da essere pochi ettari a più di 500.

A fronte di questa alta richiesta, il mondo della produzione deve, però, fare i conti con tecniche agronomiche molto complesse che richiedono studi ed esperienza e una cultura diffusa che fatica a pensare che un buon frutto tropicale possa non provenire da un Paese considerato, fino a ora, tradizionale per questo genere alimentare.

Luca Garletti,
ceo di McGarlet, azienda che da oltre 90 anni è impegnata nella distribuzione di questi prodotti, sostiene che «l’Italia ha la possibilità di offrire un nuovo prodotto al mercato andando a intercettare anche quei segmenti di consumatori che a oggi sono considerati delle nicchie».

A oggi realtà come BeFruit, presente a Caronia, comune in provincia di Messina e all’interno del Parco dei Nebrodi, stanno portando avanti studi agronomici molto importanti in parallelo ad analisi minuziose dei terreni e delle condizioni climatiche del territorio per ottimizzare al meglio le coltivazioni, offrendo al mercato un prodotto di altissima qualità sotto tutti i punti di vista.
Uno degli obiettivi principali che si sta perseguendo è proprio quello di non fermarsi alla coltivazione della varietà Kensington Pride, la prima tipologia piantata in Sicilia, ma offrire anche le varietà Glenn, che si sposa molto bene con il clima e il suolo siculo e che difficilmente viene coltivato a livello mondiale, e le varietà Keitt e Kent.

Con un’ampia scelta per tipologia, l’azienda sarà quindi in grado di offrire ai propri clienti i prodotti da agosto a novembre. Apre la raccolta la varietà Glenn, che matura nel mese di agosto, seguito poi dal Kensington Pride e dal Kent, per poi chiudere con Keitt, che arriva sulle tavole a novembre.

Il 61% dei consumatori italiani preferirebbe acquistare frutta esotica italiana - Frutti tropicali made in SiciliaScommessa vinta di Be FruitIl 61% dei consumatori italiani preferirebbe acquistare frutta esotica italiana

Per BeFruit è importante, in contemporanea, sviluppare anche un lavoro “educativo” sul consumatore finale che deve essere in grado di conoscere la varietà di mango che sta per comprare. A ciascuna varietà corrisponde, infatti, una tessitura del frutto, un grado zuccherino e un sapore differente.

Luca Garletti, a riguardo, afferma che «la varietà in futuro sarà l’elemento più importante. Il nostro mercato nazionale e quello europeo hanno fortemente bisogno di frutti tropicali. Il prodotto italiano può competere con quello dei Paesi tradizionalmente esportatori a condizione che sempre più aziende si allineino agli standard internazionali Global Gap e Global GraSp e che si garantisca un post raccolta attento al packaging, alla calibrazione del prodotto e alla selezione esatta delle categorie».

BeFruit ha infatti ottenuto due certificazioni: la prima definisce le buone pratiche agricole relative agli elementi essenziali per lo sviluppo dell’agricoltura, mentre la seconda si riferisce alla parte etica dell’azienda, delle sue attività e delle sue relazioni. McGarlet è sempre più convinta del percorso intrapreso nel territorio siciliano con BeFruit, di cui è distributore ufficiale, per offrire ai suoi clienti e al consumatore finale un eccellente prodotto italiano reso unico dalle caratteristiche organolettiche e dal sapore.

Per informazioni: www.befruit.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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