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Il ritorno dello storione cobice Un efficace progetto di ripopolamento

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
14 giugno 2018 | 09:52

Il ritorno dello storione cobice Un efficace progetto di ripopolamento

di Gabriele Ancona
vicedirettore
14 giugno 2018 | 09:52
 

Lo storione è un pesce d’acqua dolce e salmastra con una storia alle spalle lunga 250 milioni di anni. Può raggiungere anche i sei metri di lunghezza e vivere più di un secolo. Ne esistono 27 specie al mondo .

In Italia hanno prosperato lo storione comune, quello ladano o beluga e il cobice o adriatico. I primi due nel nostro Paese sono ormai scomparsi, mentre il codice è stato classificato dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) come “specie in pericolo critico di estinzione”.

(Il ritorno dello storione cobiceUn efficace progetto di ripopolamento)

Del suo progetto di recupero, operativo ormai da tempo, se ne è parlato in un incontro pubblico all’Acquario di Milano. Ospiti di Nicoletta Ancona, conservatore dell’Acquario civico, Sergio Giovannini, amministratore di Storione Ticino, Leonardo Congiu, professore associato dell’Università di Padova-dipartimento di Biologia, Bruno Dotto, consigliere federale Fipsas-Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee, e Paolo Bray, fondatore di Friend of the Sea, ong a difesa della pesca sostenibile.

Il progetto di ripopolamento dello storione cobice nei fiumi italiani è avvenuto nell’arco degli ultimi 20 anni grazie all’impegno di Fipsas e Acquacoltura Ticino. A più riprese sono stati rilasciati nei principali fiumi del nord Italia 15mila esemplari, schedati e dotati di microichip, sia potenziali riproduttori sia giovani, “figli” di Storione Ticino, azienda di acquacoltura attiva dal 1970 e che nel giugno dell’88 ha certificato la prima riproduzione in cattività con tecnica incruenta. «Il nostro obiettivo - ha puntualizzato Giovannini - è perseguire la sostenibilità ambientale assicurando risparmio energetico e sicurezza alimentare in un’ottica di collaborazione tra pubblico e privato per la salvaguardia di specie ittiche di interesse conservazionistico. A questo proposito è fondamentale creare una popolazione ittica che si autosostenga, una rete capillare di monitoraggio costante e una sempre più elevata sensibilizzazione dei pescatori».

Nicoletta Ancona, Sergio Giovannini e Paolo Bray (Il ritorno dello storione cobiceUn efficace progetto di ripopolamento)
Nicoletta Ancona, Sergio Giovannini e Paolo Bray

«Ci stiamo muovendo con determinazione per controllare il territorio e l’attività dei pescatori sportivi e professionisti - ha precisato il consigliere Fipsas Bruno Dotto - personalmente ho restituito all’acqua del Sile uno storione di 1 metro e mezzo che avevo immesso da piccolo nel Piave. Questo pesce è cresciuto cambiando fiume e con un passaggio in mare: è la prova che il progetto funziona».

Ma perché si è arrivati a tutto questo e al rischio estinzione? La risposta è multipla e trova complicità tra il crescente inquinamento dovuto all’industrializzazione degli ultimi decenni, a un eccesso di pesca illegale, all’antropizzazione dei corsi fluviali e agli sbarramenti artificiali che hanno impedito la risalita degli storioni lungo i fiumi. «Lo storione cobice è stato dato per estinto in natura - ha annotato Leonardo Congiu - e il ripopolamento effettuato rappresenta un grande risultato non solo riguardo la conservazione della specie intesa come numero di individui, ma anche la sua diversità genetica. Un plauso va fatto a Storione Ticino che ha effettuato incroci compatibili».

Leonardo Congiu e Bruno Dotto (Il ritorno dello storione cobiceUn efficace progetto di ripopolamento)
Leonardo Congiu e Bruno Dotto

Oltre il 50% di pesce consumato al mondo oggi deriva dall’acquacoltura. La pesca industriale dal 1957 al 2006 ha sviluppato per dieci l’area di approvvigionamento, mentre è quintuplicato il numero di pescato. La domanda mondiale è quindi compensata dall’acquacoltura. «Le specie a rischio estinzione - ha sottolineato Paolo Bray - sono in aumento. Nel 2011 su 24mila specie 400 erano considerate a rischio, oggi sono 2.200, il 9%. Tra queste anche il palombo e l’anguilla. Per quanto riguarda lo storione cobice siamo ancora in zona “rossa” dal momento che per ora si riproduce in allevamento e poi viene immesso nei fiumi. Siamo in attesa di un suo consistente ripopolamento in natura». E Friend of the Sea vigilia. È infatti una sorta di Iso del mondo ittico che vanta 122 imprese di acquacoltura certificate, 800 aziende per prodotti di allevamento e cattura in 65 Paesi, 85 attività di pesca e più di 70 specie ittiche. Il progetto storione è un esempio concreto di certificazione applicata alla conservazione.

Per informazioni: www.progettostorionecobice.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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