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Prosecco, una grande Doc e le colline di Valdobbiadene patrimonio Unesco

Il Prosecco è pronto a fare il grande passo. A coronare il dibattito che da mesi sta attorno al concetto di identificazione territoriale di questa bollicina italiana è la 12ª edizione di Vino in Villa che si è chiusa dopo tre giorni di degustazioni, gastronomia e momenti di cultura e confronto

 
18 maggio 2009 | 00:09

Prosecco, una grande Doc e le colline di Valdobbiadene patrimonio Unesco

Il Prosecco è pronto a fare il grande passo. A coronare il dibattito che da mesi sta attorno al concetto di identificazione territoriale di questa bollicina italiana è la 12ª edizione di Vino in Villa che si è chiusa dopo tre giorni di degustazioni, gastronomia e momenti di cultura e confronto

18 maggio 2009 | 00:09
 

 SUSEGANA (Tv) - Nel castello di San Salvatore a Susegana, nel trevigiano, a due passi dalla conosciuta Conegliano, si è infatti svolta una manifestazione dal sapore fiabesco, per la location, frizzante, per i numerosi banchi d'assaggio, e forse storica per le due scelte, decisamente importanti, che si sono andate a fare.

In  primis la conferma che la nuova Doc Prosecco passerà dai 15 comuni della Valdobbiadene alle 9 province, tra Veneto e Friuli, fino a Trieste, dove sarà possibile produrre questo vino e poi la scelta di candidare le colline di Conegliano Valdobbiadene all'ottenimento, da parte dell'Unesco, del titolo di patrimonio dell'umanità.

 Il Prosecco è diventato oggi un vero e proprio marchio: spesso viene citato, e a volte confuso con altre bollicine italiane, dal consumatore che lo associa all'aperitivo (lo troviamo nello Spritz, Bellini, Rossini, Tintoretto e Mimosa). Il rafforzamento di questo nome va però tutelato per evitare speculazioni, soprattutto a livello internazionale. Ecco allora che si è studiato, a quarant'anni esatti dalla prima Doc, un modo per rafforzare questo marchio. Una scelta di certo non facile che ha trovato un compromesso nell'individuazione della località di Prosecco, frazione di Trieste, come denominatore comune per l'individuazione di un grande territorio da etichettare come nuova Doc. Dai 15 comuni originari del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano (la doc che presto diventerà Docg) si passerà dunque ad una grande Prosecco Doc che raggrupperà ben nove province. Sarà dunque il territorio a diventare protagonista e per questo, presumibilmente nel 2010, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene si chiamerà Conegliano-Valdobbiadene Prosecco e Rive, il Prosecco di Montello Colli Asolani prenderà il nome di Colli Asolani Prosecco e le Igt Colli Trevigiani-MarcaTrevigiana-Veneto e delle Venezie si trasformeranno nella Doc Prosecco e Prosecco di Treviso.

Franco Adami«Dobbiamo creare attorno al Prosecco – ha dichiarato Franco Adami (nella foto), presidente del consorzio di tutela – un antifurto che ci permetta di evitare generalizzazioni  sul suo nome. Stiamo vedendo ora il traguardo di un percorso, legato alla territorialità, che è durato anni». All'interno di questa grande nuova Doc andranno poi ad identificarsi delle sottozone che garantiranno al consumatore una riconoscibilità maggiore del prodotto.

Territorialità, dunque. E non solo sul fronte vitivinicolo: è sempre la territorialità che ha spinto di concerto i produttori e le istituzioni locali ad impegnarsi a fondo nella candidatura delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a patrimonio dell'Unesco. Tre i criteri, illustrati dall'architetto Leopoldo Saccon durante il convegno di sabato mattina, secondo cui le colline nel Prosecco dovrebbero entrare nella lista dei siti patrimonio dell'umanità: la coltivazione della vite rappresenta per l'area una tradizione documentata da almeno mille anni (testimonianza di un processo di civilizzazione e di una cultura ancora vitale), un sistema geomorfologico dotato di grande spettacolarità paesaggistica (forte interazione dell'uomo con l'ambiente fisico) e la presenza di rappresentazioni pittoriche di Giovanni Battista Cima da Conegliano e di Giovanni Bellini, due dei più grandi maestri del rinascimento italiano, che attestano il legame di questo territorio con delle produzioni artistiche di indiscutibile valore universale.  Oggi al mondo sono 800 i siti al mondo tutelati come patrimonio dell'umanità e di questi solo 20 sono rappresentati da paesaggi culturali.

Giancarlo VettorelloTra i vari appuntamenti organizzati a corollario della manifestazione va di certo menzionato lo sposalizio, guidato dal direttore del consorzio Giancarlo Vettorello (nella foto) con il supporto del giornalista Marco Sabellico, tra le bollicine venete e la cucina di Enzo e Riccardo De Prà del Ristorante Albergo Dolada di Plois di Pieve d'Alpago, in provincia di Belluno. L'equilibrio delle portate, la netta identificazione degli ingredienti e la semplice, ma elegante, presentazione coreografica hanno saputo fondersi , dimostrando che anche questo vino italiano sa fare ottima compagnia per tutto il pasto, con i sentori ed i profumi del Prosecco.

 Oggi, giornata riservata agli operatori, saranno di scena anche grandi chef veneti stellati che proporranno menù in abbinamento al Prosecco:  in apertura le proposte del finger food studiate da Giovanni Ciresa dell'Hotel Bauer di Venezia, Massimo Trentin del ristorante Emozioni di Schio (Vi) e Luigi Bortolini del ristorante Da Gigetto di Miane (Tv). A tavola invece piatti firmati da Ivan Mestriner del ristorante Dal Vero di Badoere di Morgano (Tv), Renzo Dalla Farra della Locanda San Lorenzo di Puos d'Alpago (Bl), Pierluigi Portinari del ristorante Peca di Lonigo (Vi) e Alessandro Breda del ristorante Gellius di Oderzo (Tv).

Il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene in cifre: 57 milioni e mezzo le bottiglie prodotte, di cui 48 milioni di spumante per un valore complessivo del prodotto al consumo di 370 milioni di euro. Il comparto coinvolge, sui 15 comuni compresi nella denominazione, 2900 viticoltori, 450 vinificatori, 250 enologi e 1.500 addetti al settore enologico. Questi operano su una superficie dell'albo vigneti pari a 4900 ettari, ai quali vanno ad aggiungersi  106 ha circa destinati al 'Superiore di Cartizze”.

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