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Cia: No alla criminalizzazione del vino Promuovere un uso moderato

Con la demonizzazione, sottolinea la Confederazione italiana agricoltori, non si ottiene nulla, se non colpire l'immagine della produzione vitivinicola italiana. Bisogna, invece, far crescere tra i giovani la logica di una degustazione consapevole, moderata. Diversa dall'uso sregolato di alcolici

 
02 settembre 2009 | 17:49

Cia: No alla criminalizzazione del vino Promuovere un uso moderato

Con la demonizzazione, sottolinea la Confederazione italiana agricoltori, non si ottiene nulla, se non colpire l'immagine della produzione vitivinicola italiana. Bisogna, invece, far crescere tra i giovani la logica di una degustazione consapevole, moderata. Diversa dall'uso sregolato di alcolici

02 settembre 2009 | 17:49
 

 Con la demonizzazione non si ottiene nulla, se non colpire l'immagine della produzione vitivinicola italiana. Bisogna, invece, far crescere, soprattutto tra i giovani, la logica di una degustazione consapevole, moderata. Ben diversa dall'uso sregolato di alcolici. è quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai continui attacchi al vino, additato ingiustamente come delle principali cause degli incidenti stradali. Per la Cia, quindi, è molto meglio educare e prevenire che reprimere. Il rischio è che campagne criminalizzanti e ordinanze di divieto possono penalizzare pesantemente prodotti come il vino, che fa parte della nostra cultura, delle nostre tradizioni e della nostra storia.

La generalizzazione fa soltanto danni. Sarebbe molto più efficace ed opportuno - avverte la Cia - fare un'adeguata informazione per educare ad un bere moderato e consapevole. Altrimenti si corre il pericolo di innescare una spirale negativa che porta inevitabilmente alla discriminazione dei vini, con conseguenze fortemente negative per i nostri produttori vitivinicoli che, in questi anni, hanno investito molto in qualità. Oltretutto, è dimostrato anche dai dati che - rileva la Cia - non è assolutamente il vino la causa dei troppi incidenti stradali, ma bevande, come i cocktail, i superalcolici e gli "alcolpops", particolari bibite fatte spesso con vodka, rum, mescolati ad analcolici che favoriscono consumi all'eccesso. E così gli effetti, in particolare sui giovani, diventano devastanti.

Per la Cia è, quindi, indispensabile sviluppare la prevenzione e l'educazione facendo conoscere il valore del vino ai giovani. E questo può realmente dare un apporto significativo ad evitare il bere eccessivo di alcol tra le nuove generazioni. D'altra parte, proprio il vino - rimarca Cia - non può essere assolutamente catalogato tra le bevande alcoliche. Il vino è il "prodotto principe" delle nostre terre. Il suo uso moderato e consapevole non è motivo delle tante tragedie che, purtroppo, funestano le strade italiane. E lungo questa direzione si muove e si articola il progetto europeo "Wine in moderation", che ha come obiettivo prioritario quello di diffondere la cultura del buon bere senza esagerazioni.


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