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A Capodanno bollicine tricolori anche al ristorante

Dopo l'adesione delle tv alla proposta del ministro Zaia di brindare a Capodanno con spumanti italiani, proponiamo di abbinare quella sera le nostre bollicine in tutti i ristoranti. Non è una ridicola guerra allo Champagne o autarchia, ma un modo per fare sistema e valorizzare la qualità italiana

di Alberto Lupini
direttore
 
15 dicembre 2009 | 15:05

A Capodanno bollicine tricolori anche al ristorante

Dopo l'adesione delle tv alla proposta del ministro Zaia di brindare a Capodanno con spumanti italiani, proponiamo di abbinare quella sera le nostre bollicine in tutti i ristoranti. Non è una ridicola guerra allo Champagne o autarchia, ma un modo per fare sistema e valorizzare la qualità italiana

di Alberto Lupini
direttore
15 dicembre 2009 | 15:05
 

Trentodoc, Asti, Prosecco, Oltrepò, Franciacorta, Talento e tanti altri. Sono numerosi i nomi che servono per identificare lo spumante italiano, con non pochi equivoci e sovrapposizioni. Dal metodo Classico al Martinotti ci sono certamente grandi differenze, anche economiche, ma una cosa è certa: l'offerta di bollicine italiane (per qualità, gusto e possibilità di abbinamento) è certamente la più vasta del mondo ed è più che sufficiente per permetterci di pasteggiare e brindare alla grande in qualunque occasione. A maggior ragione nella festa dove da sempre il brindisi è per antonomasia beneaugurante: il Capodanno.

Per questo motivo non possiamo che essere lieti che il ministro Luca Zaia, rispettando la promessa fatta a 'Italia a Tavola”, abbia invitato tutti i network televisivi a proporre un brindisi con bollicine italiane in occasione dell'inizio del 2010. E ugualmente ci fa piacere che esponenti importanti del mondo del vino, come Andrea Sartori, ne abbiano tratto un motivo d'orgoglio e di soddisfazione per un gesto simbolico, lo ripetiamo da tempo, che vuole valorizzare un prodotto che rappresenta al meglio il livello dell'enologia e dell'agricoltura italiane capaci di affrontare tutte le sfide del mercato.

La proposta che avevamo avanzato di brindare in televisione con lo spumante italiano serviva anche per cancellare (in ritardo e dopo i troppi colpevoli silenzi di tanti politici) la vergogna del brindisi in diretta tv su Rai1 dello scorso anno, quando Fabrizio De Noce si tracannava vistosamente una bottiglia di Champagne (senza ricevere alcuna sanzione o richiamo per il gratuito gesto pubblicitario…).

Oggi l'iniziativa acquista però una valenza ben superiore e ha a che fare direttamente con quel sistema Paese di cui tante volte discutiamo, ma che poche volte sappiamo costruire sul serio. Parlare di gesto autarchico o di provincialismo, come fa il sempre più isolato Franco Ziliani (alla ricerca di polemiche sterili e magari contro l'interesse dei produttori e dei consumatori italiani) è solo segno di voler fare cattiva informazione o cercare 'comunque” spazi di protagonismo. Nonostante gli argutissimi ragionamenti del pubblicista a libro paga dell'Ais ci permettiamo di insistere sul valore di questo brindisi 'italiano”, da accompagnare ovviamente il più possibile con dolci e cibi tricolori. Non già perché ci piaccia l'idea dell'autarchia fascista (che il nostalgico repubblichino Ziliani conosce forse meglio di noi…), ma perché in questo momento l'agricoltura e la ristorazione italiana, abbandonate dai politici, hanno bisogno di un segnale positivo per loro e per noi tutti.

In questa posizione non c'è proprio traccia di una qualche guerra allo Champagne (che chi scrive apprezza e beve senza problemi) o ai prodotti d'importazione ('Italia a Tavola” l'anno scorso fu l'unico media a contestare Zaia proprio sulla sua ridicola guerra agli ananas, che consigliamo a tutti di continuare a consumare). Quel che ci muove è la volontà di ricordare che alle più famose bollicine del mondo possiamo proporre in alternativa alcuni ottimi metodo Classico che reggono il confronto senza problemi. Per non parlare dell'obbligo morale di fare squadra in un momento economicamente difficile per il Paese. Una motivazione alta che vogliamo rilanciare a tutti i ristoratori e ai gestori di locali perché in occasione del Capodanno propongano menu accompagnati da spumanti italiani. Ai clienti va lasciata ovviamente la libertà di scegliere Champagne o Cava, ma sarebbe bello che la prima indicazione fosse italiana. E questo per scelta di qualità e non già per autarchia. Ai nostalgici lasciamo charme, leggende e... polemiche.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net


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15/12/2009 15:05:00
11) Marca il campo con precisione e stile
Che dire ? direttore, ancora una volta lei marca il campo con precisione e stile. La sua indipendenza di giudizio per noi ristoratori è sempre più di una guida. Grazie e ... si beva delle buone bollicine alla faccia del signor Ziliani che ama bere Champagne.


15/12/2009 15:05:00
10) Direttore ha colto nel segno: dobbiamo essere fieri dei nostri Spumanti
Carissimo Direttore, per l'ennesima volta ha colto nel segno, concordo con il pensiero da Lei espresso. Aggiungo, se mi permette, "da umile amante della buona cucina Italiana", che nonostante lo spumante non abbia avuto negli anni la stessa visibilita dello Champagne, oggi siamo fieri dire di avere un prodotto d'eccellenza bevuto e amato in tutto il mondo. Distinti saluti.


15/12/2009 15:05:00
9) I nostri spumanti sono buoni e fate bene e difenderli
Forse i nostri spumanti non saranno tutti nobili come gli Champagne, ma è ora di finirla con queste manie esterofile e dare una mano ai nostri produttori di vino che già sono stati massacrati da quel ciclone avviato senza ritegno da politici sconsiderati, di destra e di sinistra, che hanno pensato di attaccare il vino e l'alcol, invece che le droighe ed i medicinali, come causa di incidenti stradali. Fate bene a difendere il nostri prodotti.


15/12/2009 15:05:00
8) Canonizzare Lupini
Caro Alberto, di questo passo non so se ti CANONIZZERANNO o CANNONIZZERANNO (scusate il neologismo, ma ci stava). Io propendo per il sostegno alla prima e corretta azione... Lupini Santo Subito!


15/12/2009 15:05:00
7) Nelle terre di Gengis Khan festeggerò con bollicine italiane
Concordo pienamente con lei direttore e sono a sottolineare che anche quest'anno lontano dalla mia terra festeggerò con bollicine made in italy, presumo un "Giulio Ferrari" tanti auguri..... dalle freddissime terre di Gengis Khan


15/12/2009 15:05:00
6) Prosit a tutti coloro che divulgano il made in Italy
Caro Direttore, è con immenso piacere brindare, l'ultimo dell'anno, con un metodo Classico... Importante è brindare con prodotti made in Italy. Dal Veneto al Piemonte, dalla Lombardia al Trentino, la storia degli spumanti. Prosit a tutti coloro che divulgano il prodotto Italiano.


15/12/2009 15:05:00
5) Anche in trattoria proporremo Spumanti
Caro direttore anche se titolare di una piccola trattoria farò il possibile per seguire il sui suggerimento... e non solo per Capodanno


15/12/2009 15:05:00
4) In Italia abbiamo il miglior vino del mondo
Caro Alberto, abbiamo noi in Italia il miglior vino del mondo, non abbiamo bisogno d'importare altre bevande di Bacco e... non abbiamo bisogno di quelli francesi. Brindo con te, e lo farò anche a Natale, con un buon spumante italiano. Auguri e buon Natale.


15/12/2009 15:05:00
3) Ancora una volta precisi e puntuali....
Ancora una volta con precisione nelle modalità e tempistiche! Mi congratulo con lei, caro direttore, per consigliare di bere italiano. Io Franciacortino promuovo il mio territorio, ovviamente senza dimenticare di proporre la scelta francese o altro....Ma almeno io, del territorio, devo, e sottolineo devo, promuovere il mio made in italy. Complimenti per le iniziative sempre attuali ed incalzanti.


15/12/2009 15:05:00
2) Smettiamola di prendere in giro il consumatore
Gentilissimo direttore, penso che la "battaglia" del Sig. Ziliani, legittima e accompagnata da argomentazioni (ma non ha bisogno certo del sottoscritto per difendersi), sia del tutto rivolta all'ignoranza che corre nel nostro paese riguardo il mondo del Vino. Il suo sottolineare la patetica iniziativa ministeriale, va nella direzione di un sostegno vivo all'accrescimento culturale italiano che permetta a tutti, dal ristoratore al consumatore, di distinguere in piena libertà (e non con la demagogia leghista che emana comunicati stampa che hanno del ridicolo), al momento dell'acquisto e del brindisi, uno Champagne da un Moscato d'Asti che nulla hanno in comune se non la CO2 contenuta nel prodotto finale.
Il parlare di "spumante italiano" è un insulto al consumatore, mi sembra di vedere l'armata Brancaleone comprendente tutti gli spumanti a 3-4 euro che si vendono negli scaffali della Gdo - che insultano il made in italy -, che combatte contro il famigerato nemico d'Oltralpe: la piccola ma grande regione francese della Champagne. Facciamo vera informazione, non si dicano più bestialità come: "gli spumanti italiani hanno la meglio sullo Champagne", "lo spumante batte lo Champagne", ma piuttosto insegnamo a distinguere il Moscato d'Asti dal metodo Classico di Alta Langa, il Prosecco dal Lugana spumantizzato, il metodo Classico di Arunda dal Trentodoc, un Satèn da un Franciacorta brut. Facciamo vera informazione, dicendo che in Francia ci sono ben 7 Cremant che affiancano lo Champagne. SMETTIAMOLA DI PRENDERE IN GIRO IL CONSUMATORE.


15/12/2009 15:05:00
1) Ciò che conta è fare corretta informazione
Egr. signor Stefano, in verità mi sembra che lei sia caduto nella trappola della disinformazione che Franco Ziliani sa creare molto bene. Io rispetto le cose buone che fa Ziliani, ma non quando pretende di insegnare la professione giornalistica. Sarebbe come chiedere al farmacista, invece che al medico specialista, una diagnosi accurata... Ognuno è libero di esprimere le opinioni che vuole, ma la prima regola del fare informazione è cercare di essere obiettivo e non fazioso. Non sempre ci si può riuscire, ma almeno noi tentiamo di farlo.
Dico questo perchè è veramente penoso pensare di essere attaccati come se fossimo dei coriferi del ministro Zaia, nei confronti dei quali applichiamo solo le regole professionali di dare notizia delle cose che fa essendo il ministro "di riferimento" per il settore in cui noi lavoriamo. Con l'obbligo che ci deriva fra l'altro dall'essere un quotidiano (anzi l'unico quotidiano online di enogastronomia e turismo) che della completezza d'informazione (per tutti) ha fatto una regola. Forniamo le notizie del giorno, non solo quelle che ci piacciono...
Premesso ciò, e ricordando che siamo anche l'unica testata che polemizza duramente col ministro per le cose che a nostro parere sono sbagliate o per i suoi silenzi (che sono tanti), riteniamo di avere il dovere di valorizzare anche le cose buone del Ministero. Fra queste c'è certamente la promozione delle bollicine italiane in momenti importanti, e quindi anche in Tv a Capodanno. Questa è una battaglia che combattiamo da almeno un anno dopo la vergogna della diretta su Rai1 in cui Fabrizio Del Noce si tracannava una bottiglia da Champagne. In Francia se un dirigente tv avesse osato bere del TrentoDoc o del Franciacorta sarebbe stato licenziato sui due piedi...
Una battglia che siamo contenti di avere vinto, ma che al signor Ziliani non piace, tanto che parla di ridicoli disegni autarchici o di imposizioni da regime. Una corbelleria che solo la malafede può dipingere come tale.
Riguardo invece all'armata Brancaleone degli spumanti italiani, mi piace che lei abbia usato un'espressione che ho avuto modo di utilizzare più volte polemizzando proprio col ministro Zaia che ha avuto spesso il torto di mettere insieme Prosecco, Asti, Charmat e i vari metodo Classico. Anche in questo caso rivendico di avere - fra i primi in assoluto - contestato dati ridicoli usati dal Ministero, dalla Coldiretti e da autorevoli quotidiani nazionali per spacciare una nostra pretesa superiorità (qualitativa e numerica) rispetto al mondo delle bollicine francesi.
Ciò non significa però che, sia pure da posizioni di netta inferiorità numerica, l'Italia non possa pensare di competere nelle fasce di mercato coerenti (Champagne vs metodo Classico, ad esempio). Per qualunque iniziativa di questo genere "Italia a Tavola" è in prima linea, sempre che l'obiettivo sia la promozione della qualità. Questa è del resto un'operazione culturale che facciamo da sempre e, mi consenta, siamo disposti a seguire indicazioni per operare al meglio, ma non certo disponibili a farci bacchettare come se contribuissimo ad alimentare rozze operazioni confusionarie che solo chi ama rimestare nel torbido può pensare di addebitarci.




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