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Sondrio contro Bergamo Guerra per i Pizzoccheri Igp

Da una parte il Pastificio Annoni di Fara Gera d’Adda (Bg) chiede che nell’Indicazione geografica protetta sia inserita anche la provincia di Bergamo. Alla richiesta si oppone fermamente il “Comitato per la valorizzazione dei pizzoccheri di Valtellina” che indica la produzione solo in Valtellina

 
06 dicembre 2010 | 12:38

Sondrio contro Bergamo Guerra per i Pizzoccheri Igp

Da una parte il Pastificio Annoni di Fara Gera d’Adda (Bg) chiede che nell’Indicazione geografica protetta sia inserita anche la provincia di Bergamo. Alla richiesta si oppone fermamente il “Comitato per la valorizzazione dei pizzoccheri di Valtellina” che indica la produzione solo in Valtellina

06 dicembre 2010 | 12:38
 

Continua in Lombardia la guerra dei Pizzoccheri. «Diamo alla Valtellina ciò che è della Valtellina: i Pizzoccheri sono originari della Valtellina e qui devono rimanere». Poche, chiare parole dal Comitato per la valorizzazione dei Pizzoccheri della Valtellina, costituito nel  2002 dai produttori storici, per ribadire ciò che è scritto nella storia, nei menu di tutti i ristoranti della provincia di Sondrio come nel programma di ogni sagra paesana, e che non si ritrova, invece, nella zona di Fara Gera d'Adda, nella Bergamasca, sede del Pastificio Annoni che, da anni, si oppone al riconoscimento dell'Igp ai Pizzoccheri della Valtellina, in virtù di una produzione industriale che, secondo il Comitato, non ha legami con la storia né con il territorio, presupposti irrinunciabili dell'Igp. Dal canto suo il Pastificio Annoni si difende con una documentazione che «testimonia la produzione storica di pizzoccheri nei Comuni rivieraschi dell'Adda, lungo il tratto che attraversa l'alta pianura a valle del lago di Como». Di qui la richiesta di Annoni di allargare la zona di produzione Igp. Tra l'altro le due province di Sondrio e Bergamo sono anche in 'guerra” per un ingrediente base di Pizzoccheri, il Bitto.



Secondo il Comitato per la Valorizzazione dei Pizzoccheri della Valtellina, in provincia di Sondrio ci sono sei pastai, che producono ogni anno oltre 1800 quintali di Pizzoccheri, e numerosissimi piccoli produttori artigianali specializzati nel prodotto fresco. Un patrimonio di cultura e di tradizione, attestato da decine e decine di documenti storici, plichi e plichi di carte rigorosamente catalogate nel dossier per la richiesta dell'Igp inviato nel 2003 al ministero delle Politiche agricole e forestali, che individuano la Valtellina quale centro della coltivazione del grano saraceno e quale patria indiscussa dei Pizzoccheri che, non a caso, sono conosciuti e riconosciuti, secondo il Comitato, ovunque come 'piatto tipico della provincia di Sondrio”. Turisti e appassionati del buon mangiare vengono appositamente in Valtellina per gustare i tipici Pizzoccheri: sono loro i primi, autorevoli testimoni della tipicità di un piatto che da sempre è associato alla provincia di Sondrio e mai alla zona di Fara Gera d'Adda, sede del Pastificio Annoni.

Il Comitato sostiene che gli Annoni, produttori di Pizzoccheri, rivendicano la presenza del grano saraceno in una zona, la Bergamasca, che nessun documento storico individua quale area di produzione, nel tentativo di scippare alla Valtellina e ai Valtellinesi i Pizzoccheri. Di fronte a un'opposizione irrituale, che non ha mai trovato una sua ufficializzazione, il Ministero sin dal 2005 aveva chiesto alle parti di giungere ad un accordo paventando un allargamento d'ufficio dell'area di produzione. Da allora sono trascorsi cinque anni: gli incontri tra il Comitato valtellinese e il Pastificio Annoni si sono rivelati infruttuosi e il Ministero non ha dato corso all'allargamento, segno evidente dell'assenza dei necessari presupposti. L'areale di produzione non è stato esteso alla Bergamasca semplicemente perché i documenti storici prodotti dall'Annoni non dimostrano la presenza dei Pizzoccheri.

Il Comitato per la Valorizzazione dei Pizzoccheri della Valtellina, da parte sua, ha sempre ribadito la volontà di completare l'iter procedurale per l'Igp con l'indizione della Pubblica Audizione, da ultimo nell'ottobre scorso con una lettera al Ministero. In quella sede ufficiale, il Pastificio Annoni potrà dichiarare formalmente la sua posizione e mostrare quella documentazione che storici valtellinesi hanno giudicato inattendibile. Un confronto diretto e pubblico, non una conferenza stampa riservata ai giornalisti come quella convocata una decina di giorni fa dagli Annoni, nel rispetto della procedura per l'ottenimento dell'Igp.

Ad oggi, dunque, per il Comitato, l'iter risulta bloccato dall'opposizione del Pastificio Annoni e non certamente dal Comitato valtellinese che chiede sempre e soltanto che i Pizzoccheri vengano riconosciuti come valtellinesi dal marchio Igp, formalizzando ciò che è scritto nella storia e nella tradizione: nei testi antichi come nei manuali di cucina. Qualcuno ha dei dubbi sull'esclusiva origine valtellinese dei pizzoccheri? Qualche esperto enogastronomo crede davvero che siano tipici della Bergamasca? Per il Comitato, la Valtellina chiede soltanto che ciò che è suo rimanga suo: l'orgoglio di un territorio contro gli interessi economici di un'industria che produce i Pizzoccheri della Valtellina a quasi tre ore d'auto da Teglio, culla dei Pizzoccheri valtellinesi e sede dell'Accademia del Pizzocchero.

Sulla questione riportiamo l'intervento di Roberto Vitali.

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Avendo preso parte alla conferenza stampa organizzata dal Pastificio Annoni di Fara Gera d'Adda lo scorso 24 novembre e avendone riferito su 'Italia a Tavola”, non posso esimermi da alcune riflessioni che vengono spontanee alla lettura di questo comunicato stampa del Comitato per la Valorizzazione dei Pizzoccheri della Valtellina.
1 – La prima osservazione è che, essendo stata la conferenza stampa di Annoni condotta con modi del tutto pacati e di buon senso, mi sorprende il tono decisamente bellicoso e sin troppo sicuro della vittoria che appare evidente da questo comunicato.   La dottoressa Emanuela Zecca, addetta stampa anche del Comitato, era presente all'incontro di Fara Gera d'Adda e quindi è testimone di una ulteriore mano tesa che Annoni ha rivolto alla controparte. Un altro tono si poteva quindi usare, nella presa di posizione e nella risposta al convegno.
2 – Nel comunicato non si fa cenno alla presa di posizione del Ministero delle Politiche Agricole che, in una lettera datata aprile 2005, scrive testualmente rivolgendosi al Comitato valtellinese :«Qualora codesto Comitato non sia in grado di produrre altra documentazione storica idonea a provare che la documentazione presentata dal Pastificio Annoni non rifletta la realtà, questa amministrazione provvederà d'ufficio ad ampliare l'areale di produzione a parte del territorio della Provincia di Bergamo, in cui ad oggi risulta provata la produzione storica dei Pizzoccheri della Valtellina». Sono passati cinque anni e nulla si è mosso, ma ora gli Annoni vogliono valersi di questa presa di posizione del Ministero che – questa sì – dà forza alla documentazione presentata da Annoni e non la sminuisce come invece scrive e vorrebbe il Comitato.
3 – Nessuno vuole scippare alla Valtellina i suoi pizzoccheri, tanto è vero che su tutte le confezioni prodotte a Fara Gera d'Adda è scritto 'Pizzoccheri della Valtellina”. Si riconosce quindi che il nome tradizionale è quello.
4 – Nessuno si è mai sognato di scrivere o di dire che l'area lungo il fiume Adda sia zona di produzione di grano saraceno, ma si deve prendere atto da parte di tutti che anche il grano saraceno con cui in Valtellina si preparano i 'pizzoccheri della Valtellina” non è per nulla prodotto in Valtellina.
5 – In attesa che altri, più preparati di me sull'argomento, prendano posizione, ricordo che ci sono parecchi casi in Italia di prodotti Igp che vengono prodotti in aree diverse, anche fuori dalla città o dalla provincia da cui hanno preso il nome. La Mortadella Bologna Igp, ad esempio, si può produrre in mezza Italia, in Lombardia, Piemonte, anche in Toscana, e si chiama sempre Mortadella Bologna Igp. Il Cotechino di Modena Igp si può produrre anche in Veneto e in Lombardia, compresa la provincia di Bergamo, eppure sulle confezioni è scritto sempre 'Cotechino di Modena Igp”. Quindi perché gridare allo scandalo se i 'Pizzoccheri della Valtellina Igp” – vista la documentazione storica prodotta – usciranno anche da uno stabilimento di Fara Gera d'Adda che tra l'altro ci risulta essere stato il primo a produrli in modo industriale e rimane il maggior produttore?
Roberto Vitali
giornalista





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