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Esposito propone un tavolo di confronto La Brambilla fa orecchie da mercante

Il cuoco Emanuele Esposito ha scritto al ministro del Turismo per proporre un tavolo di confronto con le associazioni di categoria. Ma la Brambilla ha solo ricordato alcuni passaggi del nuovo Codice del turismo. Il rischio è che stia perdendo il contatto con la realtà e con i problemi del settore

di Lucio Tordini
 
04 agosto 2011 | 18:00

Esposito propone un tavolo di confronto La Brambilla fa orecchie da mercante

Il cuoco Emanuele Esposito ha scritto al ministro del Turismo per proporre un tavolo di confronto con le associazioni di categoria. Ma la Brambilla ha solo ricordato alcuni passaggi del nuovo Codice del turismo. Il rischio è che stia perdendo il contatto con la realtà e con i problemi del settore

di Lucio Tordini
04 agosto 2011 | 18:00
 

Emanuele EspositoIl ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (nella foto sotto) ancora una volta non dà segni tangibili di attenzione verso la ristorazione e glissa sull'ipotesi di un tavolo di confronto con le associazioni di categoria. Lo riferisce a 'Italia a Tavola” il cuoco Emanuele Esposito (nella foto accanto), general manger de Il Villaggio di Jeddah (Arabia Saudita), che da tempo ormai porta avanti con determinazione una battaglia per la tutela del Made in Italy e della categoria dei cuochi e ristoratori. Propone in particolare, per il bene di tutto il settore nonché dell'intero Paese, la creazione di un unico, grande gruppo invece delle tante (spesso inutili) associazioni.

Esposito ha recentemente scritto alla Brambilla per proporre un tavolo di confronto, ma la risposta che ha ricevuto dalla segreteria del Ministro è stata evasiva, poiché ha solo ricordato alcuni dei punti chiave del nuovo Codice del turismo. Come a dire che il Ministro non ha bisogno di confrontarsi direttamente con la categoria, ma si ritiene in grado di redigere provvedimenti in completa autonomia. Ma il rischio è quello di perdere il contatto con la realtà e con i problemi del settore.

'
Caro Ministro,
Il turismo italiano si gioca anche sulle tavole dei ristoranti italiani nel mondo, e noi chef siamo forse i veri uffici Enit nel mondo. Ho un'idea, perché non organizzare un tavolo con tutte le associazioni di categoria e aprire definitivamente una nuova pagina per il futuro del turismo italiano incentivandolo in maniera diversa e sinergica? http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=21850

Sono certo che lei così attenta risponderà. Si ricordi che non smetterò di fare questa battaglia di unità e valorizzazione della categoria!

La ringrazio di cuore.

Emanuele Esposito

Michela Vittoria Brambilla

Ecco la risposta alla lettera di Esposito.
'
Egregio Dott. Esposito,
ci scusiamo per il ritardo con cui Le rispondiamo, purtroppo, l'elevato numero di comunicazioni ricevute non ci ha consentito di scriverLe in precedenza, e La ringraziamo a nome del Ministro, On. Michela Vittoria Brambilla, per la mail con la quale le ha sottoposto le Sue interessanti considerazioni.

A tal proposito, desideriamo segnalarLe che il Ministro Brambilla ha avviato il riordino delle professioni turistiche, al fine di porre solide basi a garanzia della qualità dei servizi offerti dalle imprese e da tutti gli operatori ed avviato una riflessione sul ruolo e sui compiti degli enti preposti alla promozione turistica del nostro Paese.

Cogliamo l'occasione per segnalarLe, inoltre, che il Ministro ha promosso la semplificazione ed il riordino della legislazione in materia di turismo, che turisti ed operatori del mercato del turismo attendevano da tempo (ad es. i distretti turistici), e promosso iniziative finalizzate alla riqualificazione ed allo sviluppo delle imprese turistico ricettive.

Se lo desidera, può reperire maggiori dettagli consultando il sito www.michelavittoriabrambilla.it.

Infine, Le esprimiamo l'apprezzamento del Ministro per il progetto che sta promuovendo in Africa.

La ringraziamo per lo spirito di collaborazione dimostrato e Le inviamo cordiali saluti.

La Segreteria


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11/08/2011 10:20:00
2) Siamo tutti sulla stessa barca! Proviamoci!
Divisione, pianto, vittima, tre parole che non fanno parte per mia fortuna del mio vocabolario. Il mio vocabolario inizia dalla lettera R= rispetto, è quello che per 37 anni ho cercato con insistenza e abnegazione di tener fede. I miei articoli non hanno né una vena polemica e né tanto meno vittimismo. Il commento di Caramella non credo che sia rivolto a me direttamente. Voglio solo ricordare agli amici del Gvci che io mi ritengo una persona professionale, rispettosa dei ruoli e cerco nel mio piccolo di contribuire alla crescita del nostro marchio più qualificato, la Cucina italiana. Io non ho mai messo in discussione il lavoro dei colleghi, e mai lo farò. Io sono un CUOCO e per il cuochi lavorerò sempre. Il lavoro costante che il Gvci ha fatto e continua a fare non è in discussione, si possono discutere i modi, i tempi ma non le iniziative, e su questo che voglio rispondere a tutti voi, in Italia come all'estero ci sono tante associazioni e gruppi, mi ripeto per l'ennesima volta per non equivocarci, e sappiamo benissimo tutti che c'è uno sperpero di risorse economiche e anche umane. Per dare una slancio maggiore e credibilità a tutto io credo che si debba creare un organismo unitario, i, problemi del settore ci sono, questo non intacca minimamente la professionalità degli individui, sappiamo tutti quanti sia difficile in alcune zone Italiane e nel Mondo fare cucina italiana con prodotti di qualità, ma pur con tutte queste difficoltà riusciamo ogni giorno a portare sulle tavole dei nostri clienti il mio cibo. Possiamo discutere di tutto, e io sono aperto a tutto, ma non trasciniamoci in polemiche inutili che portano solo odio e distacco, sediamoci intorno a un tavolo e discutiamo di questa eventualità, non possiamo esimerci da questo confronto tra tutte le parti, cosa ci si perde, una giornata, questo non vuol dire intaccare la programmazione e la filosofia di ogni singola associazione o gruppo. Lasciamo da parte le polemiche vecchie, siamo tutti sulla stessa barca, se continuiamo con questo atteggiamento non gioverà a  nessuno, si creano ancor più divisioni io non vorrei che si creino le fazioni, ce ne sono già abbastanza. Invito ancora un a volta gli amici della Gvci a riconsiderare la mia offerta, il mondo è già pieno di polemiche inutili, cerchiamo di essere uniti, come lo furono i mille di Garibaldi, si è fatta l'Italia Unita è mai possibile che non si possa fare un gruppo unito? Chi in un modo e chi in un altro vogliamo la stessa cosa, il problema che ogni gruppo o persona confonde le cose personali con quelle sociali, siamo la categoria più vecchia al mondo, a parte le buone donne, non polemizziamo, non serve a nessuno, l'unità porterà a tutti benefici e una voce in capitolo a livello politico e a livello sociale. Se la Gvci a detto no a questo progetto, non lo ha detto a me ma a tutti i colleghi, ma non credo che Caramella intende dire no, andrebbe contro i suoi principi e contro la filosofia del Gvci. Io non lavoro contro, e non ho mai pensato di fare danno alla categoria, e non cerco in nessun modo le luci della ribalta, siamo tutti sulla stessa barca e lavoriamo tutti i santi giorni in difesa della Cucina italiana nel mondo, ma credo che sia giunto il momento di fare squadra e far sentire la nostra voce ancor più forte e più determinata, e sono certo che il Gvci non si tirerà indietro forte anche delle vostre battaglie. Lasciamo le polemiche e lavoriamo per il bene comune, l'unione ha portato sempre buoni frutti, nessuno mai, io per primo ha mai pensato di rubare il posto a nessuno, non sono quel tipo di persona e chi mi conosce sa benissimo che sono sempre dietro alle quinte. Non perdiamo questa occasione, cerchiamo una via di intesa con tutte le parti e vediamo cosa ne esce fuori, cosa ci costa provare?!


10/08/2011 10:02:00
1) Sfascismo, piagnisteo e vittimismo!
Sfascismo, piagnisteo e vittimismo. Capita troppo spesso di leggere in Italia commenti sullo stato della cucina italiana nel mondo, del made in Italy alimentare e soprattutto dei cuochi e culinary professional che vi lavorano, basati su questi toni pessimisti e disfattisti. In genere provengono da incompetenti, ma lasciano il segno. Io li trovo ingiustificati e non perché sono un ottimista. Perché allora? Perché i cuochi e i ristoratori che lavorano nella cucina italiana nel mondo sono esempi di successo professionale, nella stragrande maggioranza dei casi. Presentarli come vittime e orfani di chissà quali abbandoni da parte di istituzioni italiane, e una cretinata propalata da masanielli da strapazzo o da chi non conosce il settore. Alla lunga, forse, a danneggiare l'immagine vincente (si vincente!) dei culinary professional italiani nel mondo, sono più queste stupidaggini che altro. In quanto al Made in Italy, l'Italia rimane una delle superpotenze alimentari del mondo, sia in senso culturale che commerciale. E lo è da decenni, senza l'aiuto della politica, ma grazie a produttori capaci e tenaci che non a caso sono grandi alleati dei cuochi italiani all'estero. Non so veramente a chi giovi il catastrofismo e il piangersi addosso di alcuni mezzi di (dis) informazione. Questo non significa che non si debba essere critici o impegnarsi a fare meglio: noi come Gvci per esempio abbiamo denunciato molte volte l'assenza delle istituzioni nella promozione della cucina italiana all'estero, facciamo battaglie contro i taroccamenti della stessa, siamo in costante campagna per elevare il profilo professionale dei nostri cuochi, perché la competizione è forte. Ma questo fa parte della sfida professionale di ogni giorno di chi lavora all'estero in cucine e dintorni. E che in genere è molto soddisfatto di come vive! Altro che vittime! per favore quando fate queste polemiche inutili tenete il Gvci fuori.




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