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Bon Wei, esperienza sensoriale A Milano un tempio della cucina cinese

Una scelta di qualità senza compromessi. Bon Wei, sinonimo di buon gusto, cultura ed eleganza della Cina contemporanea, offre un ampio menu di 101 portate. L’ambiente è elegante, non opulento e dal design rigoroso. Assaggiando le sue specialità per un tuffo in una nuova Cina, radiosa e raffinata

 
29 novembre 2011 | 18:14

Bon Wei, esperienza sensoriale A Milano un tempio della cucina cinese

Una scelta di qualità senza compromessi. Bon Wei, sinonimo di buon gusto, cultura ed eleganza della Cina contemporanea, offre un ampio menu di 101 portate. L’ambiente è elegante, non opulento e dal design rigoroso. Assaggiando le sue specialità per un tuffo in una nuova Cina, radiosa e raffinata

29 novembre 2011 | 18:14
 

MILANO - Pioniere a Milano, il Bon Wei è un ristorante di alta cucina cinese progettato e studiato secondo i canoni della Cina contemporanea, come si potrebbe frequentare nella Pechino di oggi, a Londra, a Parigi o a New York, e che diversi personaggi famosi, complice la vicinanza della Rai, hanno già imparato a frequentare. Nessuna nota fusion, nessuna estremizzazione della tradizione, ma una cucina classica, sostanzialmente cantonese, che si dipana in una carta di 101 piatti ben suddivisi per categoria (zuppe, riso, agnello, maiale, gamberi, ecc.) tutti con ingredienti di prima qualità e un'estrema cura nella presentazione.



Aperto in via Castelvetro, traversa di Corso Sempione (a due passi da via Piero della Francesca), il Bon Wei è diretto dalla coppia Ike Wang e dalla moglie Wang Pei, per gli italiani Chiara, entrambi dello Zhejiang. Il ristorante porta a Milano una nuova immagine della cucina cinese: «Ci siamo ispirati al nuovo design delle grandi città d'Oriente, come Pechino, Hong Kong e Shanghai», racconta Chiara. Il risultato è una fascinosa location ideata dall'architetto Carlo Samarati, già progettista del ristorante giapponese Kyoto, del tailandese Bussarakham e del neo Jade Cafè.

è la nuova Cina, lucida e radiosa come i pannelli in lacca che rivestono le pareti del ristorante; elegante, ma non opulenta come i marmi indiani che decorano l'entrata e l'originale powder-room a vista su strada; geometrica, lontana dalla tipica decorazione cinese ripresa solo nel gioco di specchi serigrafati. Delizioso il giardino orientale su cui si affaccia con una vetrata la seconda sala e creativa la scelta dei pomelli del mobilio costituiti da vere palline da golf.

Un menu di 101 piatti
Se l'insegna è l'unione di due lingue, il francese e il cinese, 'bon” come buono, 'wei” come gusto, i numerosi piatti della carta rappresentano un viaggio dal Nord a Sud-Est, passando per la nota provincia dello Sichuan, con predilezione per le specialità cantonesi, fra sapidità agrodolci, speziate, appena piccanti o fortemente pepate. Tutte servite su un raffinato servizio in bone-china bianco firmato Villeroy & Boch e spesso accompagnate da una scenografica scultura di zucca o di carota.

In cucina lo chef Guoqing Zhang, che vanta diverse esperienze a Hong Kong, ha messo a punto, insieme ai titolari, ricette nuove e ha escluso i canonici pollo alle mandorle, riso alla cantonese e involtino primavera. Ha invece mantenuto un classico come l'Anatra alla pechinese, laccata in casa, e, su richiesta, sfilettata in sala dallo chef. Proposta anche in porzione singola e senza prenotazione anticipata.

L'ideale è cominciare con la cerimonia dei dim sum (in menu sotto la voce 'antipasti”): svariate portate di ravioli la cui pasta è fatta in casa e speciali involtini conditi con verdure, carne o pesce accompagnati dal tè. Originali i Fiori di involtini con ripieno di gamberi; Ravioli di carne alla griglia, morbidi e croccanti insieme; Shao Mao di gamberi, morbidi ravioli aperti con ripieno dal color aranciato.

Per proseguire, la scelta è vasta. Si può scegliere la carne o il pesce, entrambi ben raccontati in menu, oppure, tra le specialità, anche la Fonduta con rane o la Zuppa di pinne di pescecane o di abalone, zuppe che per gusto e consistenza seguono la scuola cinese che le vuole dense e a volte gelatinose; il riso e i noodles risultano saporiti e conditi con verdure, zafferano, baccalà o in versione agropiccante. Tra le ricette che vanno per la maggiore, i gamberi piccanti alla Kon Pao, da Pechino; il Manzo con i porri e l'Agnello allo spiedo, dalla Cina del Nord; i Gamberi alla Bon Wei, delicatamente fritti e avvolti in un nastro di pasta fillo; i morbidi Calamari saltati nell'aceto o il Rombo saltato con verdure di cui si mangiano anche pelle e guancia.

Tipicamente cinesi anche i dolci della casa, dal delicato Budino di zucca alle più tradizionali Polpette di riso e cocco o Polpette dolci fritte con sesamo nero e scorza d'arancia, fino al Gelato caramellato con mandorle.

In perfetto abbinamento, le birre artigianali di 32 Via dei birrai, una selezione di tè firmati Arte del Ricevere o un calice di vino, scelto dall'esaustiva carta con etichette italiane e qualche presenza straniera.



La cerimonia del tè
Ad accompagnare il pasto, come nella migliore tradizione cinese, una selezione di tè firmati da Francesca Natali di ArtedelRicevere, serviti in apposite tazze e teiere in stile: Perle de Jade, germogli di tè bianco cinese lavorati in serrate palline e con fiori di gelsomino; Anxi Tie Kuan Yin, tè oolong cinese a bassa fermentazione con forti note di magnolia, a basso contenuto di teina; il pregiato Lung Ching, tè verde cinese dal gusto vegetale e zuccherino. La sera, a fine cena, Bon Wei propone una mini-cerimonia del Gong fu Cha, rituale cinese per eccellenza in cui il Tie Guanin Imperial e il Pu Er Cru 5 Ans d'Age vengono scenograficamente serviti sul battello di legno.


Bon Wei
Via Castelvetro, 16/18
Tel 02 341308
Giorno di chiusura: lunedì a pranzo
Pranzo: dalle ore 12 alle ore 14.30 - Cena: dalle ore 19 alle ore 23.30


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