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A Capodanno "mai-a-letto"! Certo, ma per cotechino o zampone?

Passate le feste natalizie siamo già proiettati al cenone di san Silvestro, ricco di fortuna e di lenticchie. Ma cosa accompagnerà le lenticchie nei piatti degli italiani? Cotechino o zampone? Ambedue gettonatissimi da nord a sud, sono prodotti irrinunciabili, ma ad una condizione: la qualità

 
28 dicembre 2011 | 10:06

A Capodanno "mai-a-letto"! Certo, ma per cotechino o zampone?

Passate le feste natalizie siamo già proiettati al cenone di san Silvestro, ricco di fortuna e di lenticchie. Ma cosa accompagnerà le lenticchie nei piatti degli italiani? Cotechino o zampone? Ambedue gettonatissimi da nord a sud, sono prodotti irrinunciabili, ma ad una condizione: la qualità

28 dicembre 2011 | 10:06
 

"Del maiale non si butta via niente", questo è il detto e lo spirito con cui sono nati i due principi assoluti della tavola nostrana in questo periodo: il cotechino e lo zampone.

Le loro origini sono antiche, anche se il cotechino è antecedente. Pensate che si narra addirittura che lo zampone abbia origine nel 1511, a Mirandola (Mo), durante l'assedio di papa Giulio II, nientemeno che da un colpo di genio del cuoco del celebre Pico (appunto della Mirandola).

Ambedue sono costituiti da carne magra di maiale, ricca di vitamina B, di sali minerali e con un contenuto calorico di poco superiore a quello di una mozzarella! La differenza risiede principalmente nell'involucro, che nel caso del cotechino è budello naturale o artificiale, mentre in quello dello zampone è, come suggerisce il nome stesso, la pelle della zampa anteriore del suino.

Non ci sono scuse dunque. Dopo l'amletico dubbio natalizio: panettone o pandoro? Ecco un'altra annosa questione che richiede una pronta risposta: cotechino o zampone?

Dichiara Agostino Macrì, responsabile per la sicurezza alimentare dell'Unione nazionale consumatori (Unc): «Scegliere un prodotto di qualità non è mai facile, nonostante etichette sempre più precise e marchi di qualità stabiliti per legge. La prima difficoltà i consumatori la affrontano nel distinguere un insaccato piuttosto che un altro».

Prosegue: «In entrambi i casi è sempre bene leggere le etichette che devono riportare la denominazione, gli ingredienti e la provenienza geografica. Non dimentichiamo infine che si tratta di alimenti di cui non bisogna abusare, soprattutto in questo periodo quando pranzi e cene sono già molto abbondanti».

In conclusione, qualunque sia la nostra scelta, l'importante è assicurarsi che il prodotto sia di qualità, magari proprio quell'Igp modenese che nel 2011 ha festeggiato i 5 secoli di storia.


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