Menu Apri login

Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 20 dicembre 2025  | aggiornato alle 22:34 | 116469 articoli pubblicati

Prodotti tipici italiani vs Ogm? Clini riaccende la polemica

Fa discutere la posizione favorevole del ministro Clini rispetto all'introduzione in Italia di coltivazioni Ogm. La Coldiretti, insieme a molte altre associazioni, accusa Clini di imprecisioni, posizioni incompatibili con il volere popolare e sottolinea l'importanza dell'agricoltura made in Italy

 
15 marzo 2012 | 15:27

Prodotti tipici italiani vs Ogm? Clini riaccende la polemica

Fa discutere la posizione favorevole del ministro Clini rispetto all'introduzione in Italia di coltivazioni Ogm. La Coldiretti, insieme a molte altre associazioni, accusa Clini di imprecisioni, posizioni incompatibili con il volere popolare e sottolinea l'importanza dell'agricoltura made in Italy

15 marzo 2012 | 15:27
 



Le dichiarazioni a favore degli Ogm del ministro dell'Ambiente Corrado Clini (nella foto) fanno discutere. «Evidentemente - afferma il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - il ministro Clini non ha trovato sufficienti problemi per l'Italia nel suo ministero dell'Ambiente e sta pensando di aggiungerne di nuovi. Questo è l'ultimo caso di sottovalutazione e disattenzione nei confronti del valore del Made in Italy che ha portato in piazza Coldiretti con l'alleanza di consumatori e ambientalisti che condividono la battaglia per un'Italia libera da Ogm».

Corrado CliniE ulteriori proteste arrivano da Federconsumatori, Adusbef, Codacons, Legambiente, Slow food, Aiab e molti altri, insieme a centinaia di comuni e le Regioni che, all'unanimità, chiedono al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia per vietare precauzionalmente la coltivazione degli Ogm in Italia.

Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, il ministro Clini afferma: «La paura nei confronti degli organismi geneticamente modificati riguarda principalmente la possibilità che venga alterata la tipicità dei nostri prodotti agricoli. Eppure esiste un paradosso. Senza l'ingegneria genetica oggi non avremmo alcuni fra i nostri prodotti più tipici. Il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D'Avola, la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco: sono stati ottenuti grazie agli incroci e con la mutagenesi sui semi».

Ma ribatte la Coldiretti: «A differenza di quello che dichiara il ministro tecnico, l'ingegneria genetica e la transgenesi non c'entrano niente con il riso carnaroli, il pomodoro San Marzano e la cipolla rossa di Tropea e la vite Nero d'Avola che subiranno gravi danni economici sul mercato dalle dichiarazioni superficiali ed inopportune. Bisogna conoscere la differenza tra gli incroci e gli ibridi rispetto all'ingegneria genetica».

Lo stesso concetto è stato d'altra parte condiviso dal Pd, secondo quanto espresso dalla senatrice Colomba Mongiello e dai senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, i quali sostengono che quella di non introdurre coltivazioni transgeniche sul territorio nazionale «è una scelta non negoziabile perché risponde a un evidente interesse generale del Paese: difendere e valorizzare un modello di agricoltura originale e prezioso, che è un elemento importante della nostra stessa identità nazionale e che è la base irrinunciabile per dare un futuro di sviluppo e capacità competitiva all'intero nostro comparto agroalimentare».

E aggiunge Marini: «A proposito di innovazioni che rischiano di depotenziare il Made in Italy come leva strategica di crescita del Paese, l'agricoltura italiana ha primati nel mondo per valore aggiunto per ettaro, biodiversità e denominazioni di origine e non abbiamo proprio bisogno copiare nessun altro modello molto meno sostenibile ed avanzato del nostro».

Su questo stesso punto insiste il parlamentare leghista Fabio Rainieri, che dice: «Ma quale riflessione? Quale ricerca e quali Ogm? Il nostro è il Paese delle eccellenze agroalimentari, dei campanili e delle produzioni a denominazione. L'ingegneria genetica e quant'altro lasciamoli a quei territori che applicano sistemi di coltivazione del tutto opposti al nostro. Clini pensi a risolvere il problema dei rifiuti di Napoli e lasci stare l'agricoltura. Abbiamo detto un fermo 'no' all'introduzione degli Ogm nelle nostre colture e lo ripetiamo ancora una volta».

Per quanto riguarda le coltivazioni Ogm a scopi energetici, a proposito delle quali Clini ha dichiarato: «Un'altra area molto interessante per l'applicazione degli Ogm non competitivi con le produzioni agricole sono le coltivazioni di specie con alto potere energetico: biocarburanti di seconda generazione e la filiera chimica verde. Per non parlare delle applicazioni nei Paesi esteri», la Coldiretti risponde: «Il Ministro dovrebbe sapere che in un Paese come l'Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile  evitare le contaminazioni ambientali e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm. La ricerca è importante ma deve avere obiettivi sostenibili, condivisibili e utili per il benessere della società e non quando serve a fare arricchire poche multinazionali».

A questo proposito interviene anche il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, il quale afferma: «Sugli Ogm il ministro dell'Ambiente Clini si schiera con le lobby e con le multinazionali e crea il terreno per un attacco senza precedenti al Made in Italy agroalimentare». E aggiunge: «Gli Ogm non solo sono incompatibili con le coltivazioni tipiche, biologiche e convenzionali del nostro Paese ma rappresentano una fortissima aggressione per la biodiversità. Siamo senza parole ed esterrefatti per la scelta del ministro Clini di rompere il fronte dei paesi Ue contrari agli Ogm: sulla base di quale mandato parlamentare il ministro ha deciso di modificare una posizione consolidata dell'Italia? Si tratta di una giravolta completa rispetto alla posizione che da sempre ha avuto il nostro Paese e un immotivato abbandono del principio di precauzione che ha sempre mantenuto l'Italia sulle coltivazioni geneticamente modificate».

E sottolinea: «Quello che gli italiani mangiano e mangeranno è per noi Verdi ed ecologisti una questione dirimente su cui ci mobiliteremo, così come ci siamo mobilitati contro la privatizzazione dell'acqua e contro il nucleare. Quello che però è ormai evidente è che il ministro Clini sia incompatibile con il ministero dell'Ambiente, come dimostrano le sue posizioni sul ponte sullo Stretto, sulle bonifiche dei siti inquinati».

«Non ci sono ragioni - continua Coldiretti - per riaprire una polemica di cui il Paese non sente certo il bisogno e su cui i cittadini hanno già detto tutto proprio nel momento in cui le grandi multinazionali del biotech hanno preso la decisione di rinunciare allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici destinati all'Ue, per la crescente opposizione della maggioranza dei cittadini».

E conclude: «Gradiremmo che Clini si occupasse a tempo pieno di energie rinnovabili finalmente adottando quel decreto sugli incentivi che attendiamo ormai da molti mesi così come gradiremmo la sua attenzione al tema del recupero energetico degli effluenti di allevamento per la produzione di biogas invece di creare l'illusione di colture no food che magari saremmo costretti a importare dai paesi del sud già oggetto di deforestazione».

«Sugli organismi geneticamente modificati - dice il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi - è in corso uno scontro fondamentalista, di religione, mentre serve un approccio laico. è una materia che dovrebbe essere affidata ai ricercatori, che chiede rigore scientifico e non emotività».

«Non vogliamo affermare che gli Ogm fanno bene o fanno male - tiene a precisare Guidi - Vogliamo solo che gli sperimentatori possano fare il loro lavoro. La ricerca non deve fare paura. E l'Italia non deve essere esclusa dai circuiti internazionali della sperimentazione». E auspica un confronto pacato in materia di ingegneria genetica.

Il manifesto per la crescita dell'Italia
«Affermare in Italia e in Europa la centralità degli interessi nazionali di tutela dell'identità del patrimonio agroalimentare contro le manipolazioni genetiche a sostegno dell'origine geografica degli alimenti e della professionalità del lavoro»: con queste parole Coldiretti ha presentato oggi, 14 marzo, a Roma in piazza Montecitorio il manifesto per l'alleanza verso una crescita trasparente e sostenibile dell'Italia. Un documento al quale hanno già aderito, insieme alla Coldiretti, Slow food, Legambiente, Aiab, Codacons, Federconsumatori, Adusbef, Assoconsum, Adoc, e Federparchi, ma anche le organizzazioni sindacali del lavoro in agricoltura Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil e Acli.

Al centro, Sergio Marini«Si tratta di un documento aperto per difendere l'agroalimentare che è la leva strategica perché il nostro Paese possa competere guardando alla produzione di beni e servizi con alto valore aggiunto, arricchito da fattori come ambiente, cultura e storia che distinguono il marchio 'Italia” e che non sono imitabili», ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini (nella foto accanto, al centro).

Nel manifesto si chiede alla politica un forte impegno per:

  1. Valorizzare le distintività dell'agricoltura italiana che contribuisce in modo rilevante alla crescita economica e sociale del Paese sul mercato interno e internazionale, quale risorsa strategica per il Paese.
  2. Contrastare le posizioni di rendita e i fenomeni illeciti che usurpano il valore del marchio 'Italia” contro il rischio di delocalizzazione produttiva, la perdita di posti di lavoro e l'impoverimento dei territori.
  3. Sostenere la vera internazionalizzazione delle imprese affermando condizioni di competitività basate sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari, l'equità sociale e il rispetto dei diritti dei lavoratori, la correttezza e la trasparenza delle informazioni.
  4. Condividere il ruolo di salvaguardia dell'agricoltura alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e del paesaggio, rafforzando la cultura della manutenzione per preservare i territori dai fenomeni di progressiva usura delle risorse.
  5. Promuovere la qualità e la dimensione del lavoro in agricoltura contrastando forme di impiego irregolare e di sfruttamento della manodopera, anche dando piena attuazione all'avviso comune sulla riforma del mercato del lavoro e sulla previdenza agricola sottoscritto dalla filiera.
  6. Riportare in Europa la centralità degli interessi nazionali di tutela dell'identità del patrimonio agroalimentare contro le manipolazioni genetiche, dell'origine geografica degli alimenti e della professionalità del lavoro.
  7. Riconoscere il ruolo dell'agricoltura per la coesione sociale e il presidio dei territori, valorizzando anche le diverse forme di filiera corta che creano nuove economie e occupazione con la piena soddisfazione delle aspettative dei cittadini consumatori.
  8. Rimuovere le inefficienze della pubblica amministrazione che si traducono in ritardi per le imprese agricole ed avviare sostanziali azioni di semplificazione degli adempimenti amministrativi, contro vecchie e nuove forme di rendita.
  9. Determinare condizioni di equità e sostenibilità nell'applicazione della fiscalità riconoscendo le funzioni di interesse generale che svolge l'agricoltura a partire dalla produzione di beni comuni nell'interesse dei cittadini.
  10. Premiare gli investimenti in innovazione e tecnologie sostenibili.
  11. Garantire un futuro ai giovani, sostenendo le opportunità che l'agricoltura offre in termini di creatività imprenditoriale e di dialogo con la società e sopprimendo le logiche di rendita.


Articoli correlati:
Ogm sempre più diffusi in Europa Sidoli: L'Italia si ostina a rifiutarli
La Francia vieta il mais Ogm Mon-810 Ma per la Corte Ue non c'era rischio
Stop al miele contaminato da Ogm La Corte di giustizia Ue vieta la vendita
No al falso Made in Italy Oltre 2mila Comuni vietano le imitazioni


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali

23/03/2012 11:39:00
2) Provaci ancora Clini
Ma volete capire che è il sole che gira intorno alla terra? Non vi mettiamo al rogo, ma provaci ancora Clini, e scendiamo in piazza, chiediamo le tue dimissioni, anzi dell'intero Governo, anche se altri Ministri si sono espressi in modo difforme da te. Questo nostro Paese non deve rimanere immobile!


15/03/2012 18:12:00
1) Lasciamo spazio anche al progresso scientifico
Meno male che i professori non hanno nessuna voglia di passare per disinformati e che mettono un freno al bau bau dei Verdi, Non è in causa la naturale naturalezza del cibo o delle bevande nella conservazione delle sue caratteristiche naturali, i campi della terra non servono solo per mangiare ma anche per il confort e il progresso civile della società. Credo che nessuno si possa arrogare il diritto di VIETARE questo progresso, scientificamente sostenuto e con ogni precauzione del caso. L'esempio è il TUBERO volgarmente detto PATATA, che è un patrimonio dell'umanità come fonte naturale di amido: AMFLORA è al 100 costituita da zuccheri amidacei A BASE DI AMILOPECTINA. L'Italia è stata pioniera della fabbricazjone di amido da riso oltre che da mais, sul quale non siamo in nessun modo competitivi ormai, ma potremmo usufruire e di AMFLORA, nelle terre più impervie, almeno per ritrnare a 200 anni di comuni domestici o artigianali di AMIDO e delle sue SALDE. Allora cerchiamo di non autocastrare figli e nipoti ulteriormente. Fare i verdi con la luce elettrica degli altri è troppo facile. Sapevate che AMFLORA come le sue cugine PATATE CRUDE sanno anche giocare da PILE ELETTRICHE? In America sono in commercio i kit: forse a tavola arriveranno i kat, con le frit...




Fontina DOP
TuttoFood
Brita
Lesaffre

Fontina DOP
TuttoFood
Brita

Lesaffre
Diemme
Forst