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Giustizia fiscale: basta demagogia Servono obiettivi condivisi

di Alberto Lupini
direttore
 
03 aprile 2012 | 15:30

Giustizia fiscale: basta demagogia Servono obiettivi condivisi

di Alberto Lupini
direttore
03 aprile 2012 | 15:30
 

Non c'è bisogno di ascoltare l'ex banchiere Passera (da che pulpito...) per considerare gli evasori fiscali dei reprobi da punire. Su questo tema, per cultura mi sono sempre sentito più protestante e anglosassone che cattolico e latino. Pagare le tasse di certo non mi ha mai fatto piacere, ma il farlo in fondo mi ha sempre reso soddisfatto e in pace con la mia coscienza. Detto ciò - e chiarito che per i 'furbi” provo solo disprezzo sociale - trovo quanto meno discutibile tutto questo movimentismo delle istituzioni con blitz di immagine (e poca sostanza) che colpiscono 'solo” i pubblici esercizi. Sembra di assistere a una sorta di caccia agli untori, in cui chi grida 'al ladro” porta i paraocchi e i paraorecchie. E magari ha le mani legate...

Il ministro dello Sviluppo economico si è forse svegliato ieri scoprendo che in Italia in tanti non pagano le tasse? Ma davvero pensa che per il solo fatto di avere un registratore di cassa qualcuno sia un parassita? In che Paese vivono i tanti, troppi, medici, professionisti e artigiani che non emettono fattura (e che neanche con le nuove norme saranno costretti a farlo)? E dove risiedono i banchieri con emolumenti scandalosi che hanno favorito crack vergognosi come Parmalat o Cirio e che hanno le più elevate pendenze col fisco per elusione ed evasione?

Se davvero vogliamo risanare il Paese, anche moralmente, cominciamo ad abbandonare la demagogia e a dare risposte più coerenti. Che risultato è scoprire che nel fine settimana che precede la Pasqua (e che per i tedeschi è già periodo di ferie estive...) gli orefici di Ponte Vecchio a Firenze hanno venduto di più che il mese precedente? E ancora. Pur dando per scontato che il mondo della movida milanese e quello dei locali notturni è spesso borderline, davvero è una novità scoprire che i dj non sono in regola con le norme previdenziali? Sono tutti liberi professionisti a partita Iva (o magari in nero) che hanno a che fare con normative contraddittorie, ma non hanno un ordine-corporazione che li protegge...

L'importante sembra essere dare addosso ai commercianti e in particolare ai pubblici esercizi. Operatori che come categoria avranno anche dei peccati da farsi perdonare per il passato, ma che da tempo hanno cambiato registro e non sono certo in testa alla graduatoria di chi evade maggiormente. Di chi sono le troppe barche possedute da nullatenenti o che sono emigrate in Francia per non pagare le tasse di stazionamento nei porti italiani? Basterebbe 'leggere” il registro navale e la lista degli evasori è bell'e che pronta! Ristoratori e baristi hanno però un aspetto che li contraddistingue: non scendono in piazza o non bloccano le autostrade. Anzi, fino ad oggi non hanno saputo nemmeno rispondere come si conviene a quella che è un'operazione di facciata che li prende come bersaglio facile e indifeso. E ciò nonostante rappresentino aziende, per lo più familiari, dove i redditi sono crollati e solo coi sacrifici si prosegue un lavoro anche per non mettere a rischio il posto di tanti dipendenti.

Come se non bastasse, tolte un po' di proteste formali, non è che finora si è vista una reazione davvero forte dei sindacati di categoria. Ma cosa aspetta la Fipe a battere i pugni sul tavolo e a pretendere che la doverosa lotta contro l'evasione fiscale non colpisca i soliti noti? Sarebbe tempo di fare una vera manifestazione di protesta. Nel mondo dei pubblici esercizi ci sono certamente un sacco di illegalità, irregolarità ed evasione da stanare, ma non dove si è guardato finora. Ci sono i circoli privati e parapubblici, le associazioni legate magari ai partiti, le sagre farlocche, i falsi agriturismi, il commercio di alimenti tarocchi. Ma qui non si vede mai un blitz televisivo e anzi si fanno le norme per tutelare aree ad alto rischio di infiltrazione criminale.

E non basta comunque solo contestare. è tempo che si avvii un confronto serio fra chi deve colpire l'evasione e chi vuole lavorare in regola. Per aiutare un dialogo che farebbe bene al sistema lanciamo la proposta di un incontro pubblico, magari a Milano, fra i vertici di Fipe e quelli di Agenzia delle entrate e di Equitalia. Se si deve fare una lotta coerente tutti devono collaborare e avere gli stessi obiettivi. Ci mettiamo fin d'ora a disposizione per organizzare un campo neutro in cui dialogare anche con tutte le associazioni del settore e trovare iniziative comuni. Colpire i disonesti serve a tutti, ma soprattutto serve a chi lavora onestamente e ha diritto alla sua dignità.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net



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05/04/2012 12:17:00
6) Serve un confronto serio
Che sia la volta buona.... Non ne possiamo più. Fra tasse, calo dei consumi e blitz della Finanza viene la voglia di mollare tutto: ma poi chi pensa ai miei cuochi e ai miei camerieri ? Speriamo che davvero da un confronto serio emerga qualche cosa di buono


05/04/2012 11:52:00
5) I Cuochi di Lombardia aderiscono al progetto di un incontro fra la Fipe e l'agenzia delle entrate
Caro Direttore, aderisco con entusiasmo alla tua proposta di incontro fra i ristoratori e l'Agenzia delle Entrate / Equitalia. Penso non da oggi che sia arrivato il momento di guardarci tutti in faccia e di fare chiarezza sui rispettivi doveri e responsabilità, per una volta senza il ditino alzato, le ipocrisie e le reticenze che hanno caratterizzato per troppo tempo ogni tentativo di parlare di tasse ed esercizi pubblici. La nostra categoria, direttore, è oggi in profonda crisi. è una crisi di lavoro, di soldi, di abbandono da parte delle istituzioni e delle banche, di disinteresse dei media (per gli aspetti non holliwoodiani del nostro lavoro), di prospettive per il futuro. è una crisi di cui le tasse non sono certo l'unica causa, anzi forse non sono nemmeno la principale. Certamente però la combinazione di un carico fiscale enorme e che se ne frega di tutti gli altri problemi, di sistemi di recupero dei crediti fiscali atti più a spaventare che a recuperare quanto possibile tenendo in vita il debitore, di una campagna di blitz che criminalizza un'intera categoria, non aiutano e anzi peggiorano di molto le cose. Sicuramente tra noi ci sono i furbi e gli scorretti (ci sono ovunque e non mi piace nemmeno additare quelli degli altri), ma continuo a pensare che siano meno, molti meno degli onesti in difficoltà. Il nostro Consorzio, che non è un sindacato ma una casa per i professionisti della ristorazione, è nato anche per dare la voce alle angosce, alle paure ma anche all'orgoglio e alle aspirazioni dei protagonisti veri di un settore nel quale si é troppo spesso soli con se stessi e i propri problemi, che oggi sono molto spesso economici. Per questo non posso che ringraziarti di questa iniziativa che da voce a degli imprenditori che non ce l'hanno più e li fa sentire meno soli e confermarti la nostra entusiastica partecipazione. Un caro saluto,


04/04/2012 20:18:00
4) Paghiamo il prezzo delle politiche sciagurate degli ultimi decenni
Buon Giorno : Il suo editoriale non fa una grinza, ma aggiungerei se in Italia per 50 anni e crescita sotto il segno dell'abusivismo ,clientelare,” non per giustificare ' adesso che il paese crolla sotto la crisi bancarie Europea si aggredisce le piccole attività commerciali ,già strozzate da una pressione fiscale devastante . Guardate che il debito pubblico non l'ha creato chi lavora e paga le tasse, ma ben altre categorie. Se un commerciante non riesce a pagare le tasse, prima che l'agenzia delle entrate scrive a ruolo i vari tributi provi a chiedersi il perche non paga i tributi? Credo che sia una forma democratica. Non presentarli come evasori, ma come chi è in crisi ... In molti stanno chiudendo bottega, l'unica soluzione è l'azzeramento  e cominciare da capo. So che sarà difficile, ma a mio avviso soluzioni non ci stanno salvo che lo stato si accolla tutti quei commercianti e gli da un stipendio. Che dicano loro il da farsi seriamente, e non mandare cartelle, tanto ripeto molte attività chiuderanno e la responsabilità cadrà alle politiche sciagurate fatte in questi ultimi 30 anni.


04/04/2012 18:56:00
3) Bene i controlli.... ma con criterio!
Concordo pienamente con il mio stimatissimo vicepresidente Zini, penso che sia doveroso chiedere un incontro con le istituzioni preposte ai controlli, per capire i criteri con cui si effettuano i controlli, magari quando si pubblicano i dati elencare quanti pubblici esercizi sono stati controllati, quanti agriturismi, circoli, sagre, anspi etc..., penso che solo così si possa avere una panoramica completa e più reale dell'evasione nel nostro paese. Cordialmente


03/04/2012 17:51:00
2) Ora aspettiamo la disponibilità di Attilio Befera
è con grande soddisfazione che registro l'aperta disponibilità di uno dei massimi dirigenti della Fipe per un'operazione di trasparenza e confronto con l'Agenzia delle entrate ed Equitalia. Si tratta di una presa di posizione di non poco conto a tutela dell'intero sistema dei pubblici esercizi italiani. Siamno certi che su queste basi non potrà mancare un'analoga disponibilità da parte di Attilio Befera, numero uno del sistema dell'accertamento fiscale e riscossione.


03/04/2012 17:50:00
1) Zini (Fipe) aderisce alla proposta di un confronto pubblico
Caro Direttore, come avrà ben letto in questi giorni su tutti i quotidiani, sul tema bliz nella movida milanese, il sottoscritto ha chiesto pubblicamente un incontro con i rappresentanti dell' agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, per capire con che criterio si effettuano questi controlli. Sono disponibile a sostenere la Sua iniziativa di un incontro pubblico con i soggetti sopra elencati. Cordialmente




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