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Calano i consumi alimentari a Pasqua -2% la spesa degli italiani

Il Centro studi Federalimentare stima che per la Pasqua 2012 gli italiani spenderanno circa 3 miliardi di euro per i prodotti alimentari da portare in tavola durante le feste. Una cifra che, depurata dall'inflazione, corrisponde a un calo reale di oltre due punti percentuale in quantità

 
04 aprile 2012 | 16:16

Calano i consumi alimentari a Pasqua -2% la spesa degli italiani

Il Centro studi Federalimentare stima che per la Pasqua 2012 gli italiani spenderanno circa 3 miliardi di euro per i prodotti alimentari da portare in tavola durante le feste. Una cifra che, depurata dall'inflazione, corrisponde a un calo reale di oltre due punti percentuale in quantità

04 aprile 2012 | 16:16
 

Confermando quanto avvenuto lo scorso Natale, la Pasqua 2012 sembra contravvenire all'assunto che fa delle ricorrenze un'oasi felice per i consumi alimentari, con un calo del 2% nell'acquisto di prodotti per la tavola pasquale. In un momento di flessione dei consumi alimentari - nel 2011 hanno registrato un -2% a valori costanti secondo i dati Istat - il 2012 si annuncia pertanto anche nelle feste come un anno difficile, con una tavola sempre più povera a causa della contrazione del potere d'acquisto dovuta da un lato al perdurare della crisi e dall'altro al costante incremento della pressione fiscale.

Il Centro studi Federalimentare stima che per la Pasqua gli italiani spenderanno circa 3 miliardi di euro per i prodotti alimentari da portare in tavola. Una cifra che, depurata dall'inflazione, corrisponde a un calo reale di oltre due punti percentuale in quantità.

«Nemmeno la Pasqua ci porta buone sorprese - commenta il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua - confermando le nostre preoccupazioni per il futuro. Lo scorso fine settimana, l'ultimo prima delle festività e immediatamente a ridosso del pagamento degli stipendi mensili, ha lasciato deluse molte attese, anche a causa di una busta paga alleggerita dall'aumento delle addizionali regionali. E per i prossimi mesi si continua a non intravedere alcun segno di ripresa. L'aumento previsto di due punti percentuali dal 21 al 23 e dal 10 al 12 per le due fasce di aliquota Iva andrà così a colpire dal 1 ottobre un comparto caratterizzato da consumi già recessivi, con misure che andranno a interessare in modo rilevante anche generi di prima necessità del carrello della spesa».


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