Nessuno sembra essersene accorto, ma per il Governo e la Banca d'Italia il peggio starebbe per finire e per inizio autunno dovrebbe aprirsi qualche spiraglio di ripresa. Poiché paghiamo oggi un prezzo altissimo per l'ostinazione dei precedenti Ministri nel negare l'evidenza della crisi, gli italiani sono forse un po' più guardinghi... e l'ottimismo non sembra trovare molto credito.
Anche perché non sono poche le famiglie e le imprese in cui mancano i soldi per pagare i debiti o fare investimenti, mentre la cassa integrazione vola alle stelle e i consumi continuano a scendere.
Certo rispetto a qualche mese fa non si ha più la sensazione di stare sull'orlo del baratro di un fallimento del Paese, ma sprechi, corruzione e costi assurdi della casta politica continuano ad avvelenare la nostra esistenza e rendere cupo il futuro.
Il presidente del Consiglio Monti ha avuto il grosso merito di ridare un po' di fiato al sistema e fiducia al Paese, ma non basta ancora. Occorre dare il via ad operazioni urgenti di rilancio dell'economia partendo da due elementi base: il credito alle strutture più deboli, quelle aziende familiari che oggi fra artigianato, commercio, agricoltura e servizi sono senza liquidità, schiacciate dalle tasse e segnate da troppi suicidi; e l'innovazione tecnologica delle reti di comunicazione e della pubblica amministrazione.
Solo con segnali forti potrà partire dal basso quell'ottimismo capace di trasformare il lavoro di tutti i giorni in tante scintille di ripresa. Gli italiani sono pronti, ma tocca davvero al Governo creare le condizioni minime per ripartire.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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