Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 03 maggio 2024  | aggiornato alle 17:18 | 104961 articoli pubblicati

Roero
Salomon FoodWorld
Roero

In Canada via libera al falso Made in Italy Il Prosciutto di Parma “perde” la corona

La Corte federale del Canada ha respinto il ricorso del Consorzio del Prosciutto di Parma aprendo la strada alla società Maple Leaf Foods (che detiene in Canada il marchio Parma) ad appropriarsi anche del logo originale. Il Consorzio farà opposizione. L'Ue è stata informata e segue il dossier

 
08 maggio 2012 | 10:36

In Canada via libera al falso Made in Italy Il Prosciutto di Parma “perde” la corona

La Corte federale del Canada ha respinto il ricorso del Consorzio del Prosciutto di Parma aprendo la strada alla società Maple Leaf Foods (che detiene in Canada il marchio Parma) ad appropriarsi anche del logo originale. Il Consorzio farà opposizione. L'Ue è stata informata e segue il dossier

08 maggio 2012 | 10:36
 

Il Canada, dopo aver "usurpato" la denominazione del Prosciutto di Parma Dop, si appresta ora a 'scippare” anche il suo logo: la corona ducale con al centro il nome Parma. La Corte federale del Canada - secondo quanto indicato all'agenzia Ansa da fonti comunitarie - ha infatti respinto il ricorso del Consorzio del Prosciutto di Parma aprendo la strada alla società che detiene in Canada il marchio "Parma" ad appropriarsi anche del logo originale. Il Consorzio farà opposizione. La Commissione Ue è stata informata e segue il dossier.

In Canada la storia del 'Prosciutto di Parma Dop”, è la storia di un'eccellenza Made in Italy il cui nome da diversi decenni è stato 'usurpato” da una società canadese che ha registrato nel Paese il marchio 'Parma” e quindi può regolarmente commercializzarlo. La conseguenza è che il vero Prosciutto di Parma Dop non può essere venduto in Canada. Ma per essere comunque presente su quell'importante mercato il prodotto italiano viene venduto con il nome 'Prosciutto originale” e sugli scaffali dei negozi si trova acconto al 'Parma” canadese, senza però poter portare il suo vero nome. Negli ultimi anni, tuttavia, il Consorzio aveva realizzato un punto a suo favore ottenendo dalle autorità canadesi il riconoscimento di 'autorità pubblica”, potendo così impedire (attraverso la sezione 9 della legge sui marchi) la registrazione della sua immagine: la corona ducale con al centro il nome Parma (nella foto a destra).

La proprietà del marchio 'Parma” è attualmente della società canadese Maple Leaf Foods, la più grande industria alimentare del Paese, che non si accontenta più del nome, ma vuole anche il logo del prosciutto originale. Il contenzioso è giunto davanti alla Corte federale a Ottawa, che si è pronunciata sostenendo - precisano le fonti - che «effettivamente il Consorzio non può essere considerato secondo la legge canadese come un'autorità pubblica» e quindi perde il beneficio di godere della sezione 9 della legge sui marchi, che ha permesso fino ad oggi al Consorzio di bloccare la registrazione della propria immagine da parte di altri.

Un consigliere del Consorzio ha ricordato che quanto avviene in Canada «è contrario alle regole all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto), dove vige il principio che tutti devono essere trattati sullo stesso piede di legalità. Il Consorzio farà opposizione».

Il fatturato del cibo Made in Italy taroccato ha raggiunto nel mondo i 60 miliardi di euro, più del doppio del valore delle esportazioni originali di prodotti agroalimentari nazionali: è quanto afferma la Coldiretti nel commentare la sentenza della Corte federale del Canada. Si tratta di una situazione paradossale che purtroppo non è isolata a livello internazionale dove si stima che siano falsi più di due prodotti di tipo italiano su tre in commercio.

La "pirateria agroalimentare" nel mondo utilizza infatti impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano al nostro Paese per alimenti che non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva nazionale. I Paesi dove sono più diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e il nord America ma a preoccupare sono anche i paesi emergenti come la Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita.

A essere colpiti insieme al prosciutto sono i prodotti più rappresentativi dell'identità alimentare: al 'Parma salami” del Messico al Parmesao del Brasile fino al Parmesan diffuso praticamente in tutto il mondo. Il problema riguarda tutte le categorie merceologiche come i pomodori San Marzano coltivati in Usa, lo Spicy thai pesto statunitense, l'olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna, il Chianti prodotto in California, ma anche una curiosa 'mortadela” siciliana dal Brasile, un 'salami calabrese” prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari.


Articoli correlati:
No al falso Made in Italy Oltre 2mila Comuni vietano le imitazioni
Italian sounding e agromafie Danni per 72,5 miliardi di euro
Agromafie businnes da record Giro d'affari da 12,5 miliardi
La Cina salva il Made in Italy Basta con il falso Grana

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali

09/05/2012 14:37:00
2) Basta esterofilia!
CONCORDO PIENAMENTE CON ENRICO NAI ED AGGIUNGO: BASTA ESTEROFILIA!!!!


09/05/2012 10:28:00
1) Perché non vogliamo consumare i prodotti italiani?
Giro sovente per il mondo e di queste cose ne vedo quasi sempre, non è possibile accettare una cosa così vergognosa ed illegale, perchè non rendiamo a questi Paesi PAN per FOCACCIA? Io sono una persona che usa e consuma il 101% di prodotto italiano, non sono mai entrato in un ristorante non italiano, consumo esclusivamente prodotti italiani. Se tutti facessimo così penso che la cosa si potrebbe migliorare, che dite? Oppure facciamo anche noi come hanno fatto i francesi tanto tempo fa nei nostri confronti quando fermavano gli autisti italiani e sotto la minaccia di armi aprivano il rubinetto delle cisterne e tutto il vino andava perso. Che dite, incominciamo? Quando la finiremo di lamentarci senza poi mai fare niente? Facciamo una campagna contro la frutta importata da tutto il mondo, la carne, i vini, le uova, i dolci, le bibite, addirittura il pane che arriva congelato dalla Romania, e tantissime altre cose. Perché non vogliamo consumare i prodotti italiani? Forse perchè gli altri costano meno? Non è vero, costano il doppio perchè se si consuma prodotto italiano aumenta la nostra economia, o no? Beh adesso basta perché intanto so di parlare a dei sordi ignoranti.




Torresella
Onesti Group
Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Siggi
Union Camere

Torresella
Onesti Group
Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni

Siggi
Festival Brodetto 2024
Di Marco