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Su Change.org una petizione per inserire lo stabilimento in etichetta

La petizione lanciata da “Il Fatto Alimentare” e “Great Italian Food Trade” su Change.org chiede al Governo di ripristinare l'obbligo di indicare sull'etichetta degli alimenti la sede dello stabilimento di produzione

 
05 febbraio 2015 | 17:39

Su Change.org una petizione per inserire lo stabilimento in etichetta

La petizione lanciata da “Il Fatto Alimentare” e “Great Italian Food Trade” su Change.org chiede al Governo di ripristinare l'obbligo di indicare sull'etichetta degli alimenti la sede dello stabilimento di produzione

05 febbraio 2015 | 17:39
 

Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno promosso una petizione su Change.org per chiedere al Governo italiano di ripristinare l’obbligo di inserire sulle etichette di prodotti alimentari e bevande la sede dello stabilimento di produzione (per aderire clicca qui). Anche Italia a Tavola si associa all'iniziativa, in nome della trasparenza e della tutela del made in Italy, da sempre al centro delle nostre “battaglie”.



Le firme raccolte sono indirizzate principalmente a Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, cui spetta il compito di notificare subito a Bruxelles la norma che già a partire dal 1992 consentiva ai prodotti italiani di indicare lo stabilimento di produzione. La richiesta è supportata da diverse organizzazioni dei consumatori, tra cui Altroconsumo, dalle principali catene di supermercati (Unes, Conad, Coop, Selex, Simply, Auchan, Eurospin), da numerose imprese industriali, da diversi parlamentari del Movimento 5 Stelle e di altri partiti e dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.

Riportiamo per intero il testo della petizione de Il Fatto Alimentare:


Premesso che l’indicazione dello stabilimento di produzione non ha nulla a che vedere con l’origine delle materie prime (tema che sarà presto oggetto di una direttiva europea), chiediamo al Ministero dello sviluppo economico di cogliere l’occasione per rilanciare in Europa il valore indispensabile dell’informazione in etichetta sullo stabilimento di origine. I motivi che rendono utile e necessaria l’indicazione dello stabilimento sono diversi:

Sicurezza alimentare
Nei casi di allerta alimentare, la disponibilità immediata della notizia della sede dello stabilimento consente alle autorità di controllo di risalire in tempo reale alla causa del problema e di intervenire con efficacia per ritirare il prodotto, anche al di fuori dei giorni feriali e degli orari di ufficio. Nella gestione delle crisi di sicurezza alimentare il tempismo è cruciale, e l’indicazione dello stabilimento può sicuramente abbreviarlo.

Sovranità alimentare e occupazione
I consumatori hanno il diritto di fare scelte consapevoli che incidono in misura significativa sull’economia e sull’occupazione nelle filiere agroalimentari scegliendo prodotti confezionati nel proprio Paese. Senza l’indicazione dello stabilimento i gruppi multinazionali dell’industria alimentare e della distribuzione possono trasferire le produzioni e gli approvvigionamenti da un Paese all’altro - dentro e fuori l’Unione Europea - senza informare gli acquirenti.

Protezione dei cittadini
In assenza di informazioni sulla sede di produzione, i gruppi multinazionali che hanno acquistato marchi legati a un Paese (o a una sua Regione) possono ingannare i consumatori, utilizzando questo marchio su prodotti realizzati altrove. È il caso marchi italiani legati a formaggi, insaccati, pizze, pasta, gelati, olio che verrebbero acquistati da consumatori convinti di comprare un alimento prodotto in Italia. Si deve perciò affermare il diritto dei cittadini a conoscere il luogo di produzione, a sapere se una pizza Margherita a marchio Buitoni è made in Germany, se un Cornetto Algida è made in Uk, se un olio Bertolli è imbottigliato in Spagna, e così via.

In assenza di un intervento volto a tutelare il made in Italy, come pure il made in France o il made in Spain… diventa impossibile per i cittadini identificare l’origine degli alimenti confezionati con il marchio delle catene di supermercati e di grandi gruppi industriali, che troverebbero sull’etichetta solo l’indirizzo di una sede legale. Tutto ciò a discapito dell’identità e della cultura materiale, del valore del lavoro in ciascun distretto produttivo, e delle rispettive economie.

Per sottoscrivere la petizione clicca qui

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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