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Multa a TripAdvisor, ora una legge Massari: «Basta offese anonime»

di Sergio Cotti
 
18 luglio 2019 | 17:07

Multa a TripAdvisor, ora una legge Massari: «Basta offese anonime»

di Sergio Cotti
18 luglio 2019 | 17:07
 

Dopo la condanna del Consiglio di Stato si fa più pressante la richiesta di regole per azzerare le fake reviews. Una vittoria anche per Italia a Tavola, che da sempre sostiene la battaglia. Tra le vittime di TripAdvisor anche il Maestro pasticcere bresciano, in causa per 5 anni con il sito americano.

La sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha condannato TripAdvisor a una multa di 100mila euro per aver informato in maniera truffaldina i suoi visitatori in merito alla veridicità delle sue recensioni, è stata salutata con soddisfazione da ristoratori e albergatori.

La notizia della multa a TripAdvisor com'è stata ripresa da siti e giornali (Multa a TripAdvisor, ora una leggeMassari: «Basta offese anonime»)
La notizia della multa a TripAdvisor com'è stata ripresa da siti e giornali

Dopo che qualche mese fa il tribunale di Lecce, con un’altra sentenza, aveva definito “un crimine” il fatto di scrivere recensioni false sotto falso nome, infliggendo nove mesi di carcere a uno “spacciatore” di fake reviews che scriveva e vendeva recensioni false utilizzando un’identità falsa, questo nuovo pronunciamento segna un altro importante passo del lungo percorso verso la completa trasparenza delle recensioni online, di cui noi di Italia a Tavola ci siamo fatti promotori fin dall’inizio. È dunque una vittoria che sentiamo anche un po’ “nostra”, quella vinta dall’autorità garante della concorrenza e del mercato e che ci spinge a rinnovare, così come ha fatto nelle scorse ore anche Federalberghi, la richiesta di una normativa seria e chiara che contrasti una volta per tutte il dilagare delle recensioni false.

Il Consiglio di Stato ha comminato a TripAdvisor una multa di 100mila euro (Multa a TripAdvisor, ora una leggeMassari: «Basta offese anonime»)
Il Consiglio di Stato ha comminato a TripAdvisor una multa di 100mila euro

Fake reviews che, secondo alcune stime, sarebbero il 14-15% di tutte quelle presenti in rete. Contando che ne circolano (non solo su TripAdvisor) una quantità davvero enorme, si fa presto a calcolare che ci troviamo di fronte a milioni di commenti fasulli che ancora oggi in maniera pressoché incontrollata possono essere postati da chiunque e per qualsiasi fine, a danno - ovviamente - delle attività commerciali oneste.

In questi anni tanti ristoratori hanno fatto causa a TripAdvisor a causa delle recensioni fasulle pubblicate sui loro locali. Tra coloro che questi processi li hanno vinti c’è il maestro pasticcere Iginio Massari, il cui contenzioso è durato per 5 anni, prima che il giudice condannasse, lo scorso dicembre, il sito a pagare un’ammenda (poi devoluta in beneficenza).

Iginio Massari (Multa a TripAdvisor, ora una leggeMassari: «Basta offese anonime»)
Iginio Massari

«Non tutti possono offendere quando vogliono e snaturare la verità solo perché sono riparati da TripAdvisor», è il commento di Massari alla sentenza dell’altro giorno. «È ora di smetterla - aggiunge - perché il commercio è una cosa seria e chi lavora non ha bisogno di gente che metta il dito dove non deve metterlo, perché chi è dall’altra parte s’impegna per far funzionare le aziende e pagare i dipendenti, mentre loro sguazzano e ridono, insultando e deprezzando il lavoro di una vita. La tecnologia è qualcosa di favoloso, ma bisogna utilizzarla con cervello e non con la cattiveria».

«Il primo passo che i portali devono compiere per radicare un sistema in cui prevalgano le vere recensioni, scritte da veri clienti, che raccontano una vera esperienza - insiste Federalberghi - è un deciso Stop alle recensioni anonime e ai nickname di comodo. Ognuno dev’essere libero di esprimere la propria opinione. Ma le persone che leggono la recensione e l’azienda che viene recensita hanno diritto di conoscere la reale identità dell’autore e di sapere se sta raccontando frottole o un’esperienza autentica».

Una decisione, quella di mettere un freno alle recensioni anonime, che dovrebbe essere presa dal legislatore, meglio se da quello europeo, che si rivelerebbe senz’altro più efficace nel contrastare un colosso mondiale come TripAdvisor. Sulla necessità di una legge per fermare le false recensioni, Iginio Massari però è scettico: «Per me le leggi sono fatte per gli immaturi - dice - perché nella logica comportamentale, le leggi non servono, serve solo un po’ di buonsenso».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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