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A Napoli, la Mela Stregata celebra zuppa di cozze e baccalà

I proprietari Santa Di Mauro e Antonio D’Ausilio propongono un gustoso menu di mare. Da non perdere il dolce che dà il nome al ristorante.

 
20 settembre 2020 | 06:40

A Napoli, la Mela Stregata celebra zuppa di cozze e baccalà

I proprietari Santa Di Mauro e Antonio D’Ausilio propongono un gustoso menu di mare. Da non perdere il dolce che dà il nome al ristorante.

20 settembre 2020 | 06:40
 

Lo definiremmo il miglio d’oro dell’alta gastronomia napoletana. A breve distanza gli uni dagli altri, il bar di eccellenza, le migliori pizzerie e i migliori ristoranti. Siamo a pochi passi dal lungomare, dalla Villa Comunale, dalla Riviera di Chiaia e da quella Piazza dei Martiri da sempre salotto buono della città. Qui in Via Arcoleo, recente l’apertura (post lockdown) del ristorante “La Mela Stregata” che è moderno nella più attuale delle accezioni che al termine “moderno” oggi diamo.

La Zuppa di cozze del ristorante La Mela Stregata - A Napoli, la Mela Stregata celebra baccalà e zuppa di cozze

La Zuppa di cozze del ristorante La Mela Stregata

E ciò grazie alla vision dell’affiatata coppia dei titolari: Santa Di Mauro, chef pasticciera ed il marito Antonio D’Ausilio che sovraintende agli acquisti. Sala per poco meno di trenta posti, giochi cromatici di un tenue che valorizza i cromatismi delle portate, tavoli ben distanziati. Garbato il servizio di sala, affidato al giovane Matteo.

Menu non sterminato, anzi volutamente “breve” per come si concentra sui piatti forti preparati dallo chef Salvatore Sacco. Le dominanti sono tre: il baccalà, la zuppa di cozze e la mela stregata. Il sontuoso pranzo inizia con un antipasto di buona fattura concepito in triplice proposta: Carpaccio di baccalà agli agrumi e pepe rosa con chips di mela annurca, Mantecato di baccalà con scarola liquida e crostone di pane cafone, Tre “B” (Baccalà, barbabietola e bacon croccante). Nell’appropriato calice la Falanghina Vendemmia Tardiva di Cantine Telaro che saprà accompagnarci per tutto il pasto, gradevolmente commutandosi in versione “passito” quando giungeremo al dolce.

Salvatore Sacco e Santa Di Mauro - A Napoli, la Mela Stregata celebra baccalà e zuppa di cozze
Salvatore Sacco e Santa Di Mauro

A seguire, in collocazione che si insinua tra primo e secondo piatto, e che di fatto si proporrebbe come piatto unico, la Zuppa di cozze. Zuppa di cozze eseguita secondo le necessarie tecniche (talvolta altrove disattese) di differenziata cottura dei pesci, presenti secondo esito di pescato, e delle cozze. Buonissimi i crostini e il sugo costituente la zuppa. Poniamo che questo sugo ecceda in quantità anche al cospetto del più robusto degli appetiti. Cosa si fa, lo si lascia nel piatto? Assolutamente no. Originale intuizione / invenzione del take away parziale: in recipiente rigorosamente a norma, il take away della zuppa di cozze a beneficio di spaghettata (meglio le linguine, però!) da farsi in casa il giorno dopo!

Attenzione: ancora poco più di un mese e le cozze locali, quelle del Golfo di Napoli, scompaiono per poi ripresentarsi a maggio. Nessun problema: Antonio saprà procedere agli oculati approvvigionamenti di pesce locale e la zuppa di cozze sarà ghiottamente sostituita dalla zuppa di pesce!

Il gran finale, la proposta dolce che denomina il locale: la Mela stregata. Da sola vale la destinazione. È un dessert con pasta sfoglia, Mela Annurca Igp, crema pasticciera e amarene. Segreto il procedimento, e va bene così. Però segreto non è un ingrediente che ci è stato taciuto ma che lo abbiamo agevolmente scoperto per quanto pervade il locale. L’acronimo lo rende vagamente alchemico: Cpt. Quasi una formula chimica. E invece no! Cpt ad indicare la Competenza. Competenza vieppiù crescente, in quanto Santa ed Antonio sono ben consapevoli che il sapere deve crescere giorno dopo giorno altrimenti… decresce. Cpt ad indicare Passione. Passione che irrora la loro attività, che si trasmette ai collaboratori e che allegramente contagia la clientela. Cpt ad indicare Talento. Quel Talento che rende virtuosamente moderno il locale.

Privilegiare i piccoli numeri. Privilegiare la “brevità” delle proposte e concentrarsi sui cosiddetti “signature dish”. Fare in modo che questi “signature dish” creino le motivazioni di scelta del cliente. Duttilità del pasto, pranzo o cena che sia, costruendolo sia secondo l’aduso standard che va dall’antipasto al dolce, sia optando per piatto unico. Dolce da prenotare per consumo domestico con susseguente take away, e dell’originale take away della zuppa si è già detto. Vini pochi e buoni, con ricarichi di encomiabile onestà. Onesto il conto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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