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Il piccione e i talebani della tavola

di Alberto Lupini
direttore
 
29 febbraio 2016 | 12:38

Il piccione e i talebani della tavola

di Alberto Lupini
direttore
29 febbraio 2016 | 12:38
 

Se l’Isis vuole imporre anche col sangue la legge coranica a chi non è musulmano sunnita, c’è chi il sangue (animale) non lo vorrebbe proprio vedere neanche in cucina. Vegetariani, vegani e animalisti (per citare solo le tendenze più comuni), pur con tutti i distinguo simili a quelli delle fedi, sono da tempo in campo con le loro crociate per un’alimentazione che non prevede carne. Se fino a qualche tempo fa si trattava di un proselitismo assolutamente pacifico e basato sulla ragionevolezza, ora sembra però essersi rotto un equilibrio. Tutti rispettiamo ebrei o islamici che non mangiano maiale, ma questo è un precetto religioso che per fortuna non influenza le nostre scelte alimentari. Qualcuno vorrebbe invece farci cambiare il modo in cui mangiamo con prepotenza.

La denuncia di Aidaa (associazione di animalisti) contro Carlo Cracco perché a MasterChef ha cucinato un piccione è un segno pericoloso di un atteggiamento che non è tollerabile. Al di là del gossip, deve fare riflettere che su una scelta di assoluta libertà come l’alimentazione ci possano essere posizioni così oltranziste e assolutamente senza senso. Un conto è promuove azioni per ridurre il consumo di carni animali (soprattutto bovine) per ragioni di salute e di risparmio di risorse. Un altro strumentalizzare un episodio sulla base della faziosità e della falsità.

Denunciare un cuoco perché cucina un piccione definendolo animale selvatico e perciò protetto da alcune norme, peraltro generiche, è un modo di imbrogliare la gente. I piccioni utilizzati in cucina sono allevati per questo scopo (e la norma li assimila a polli e quaglie) e ogni denuncia è fuori luogo. È come se qualcuno denunciasse chi cucina un coniglio perché oggi è definito un animale di compagnia e perciò tutelato. Siamo fuori da ogni logica giuridica e di obiettività.

Cracco non ha certo bisogno della nostra difesa, ma va tutelata la sua libertà professionale prima di tutto. E con la libertà di un cuoco di cucinare va tutelata la libertà dei consumatori di mangiare quel che si vuole. Purché ovviamente non sia vietato dalla legge, come può essere il caso dei datteri di mare illegali dal 1998. Che poi a chi scrive piaccia mangiare i piccioni è irrilevante. E avendolo fatto anche pochi giorni fa, invito l’Aidaa, se vuole, a denunciarmi. Ciò che conta è mettere dei paletti (anzi una vera barriera) ad un oltranzismo da talebani che si alimenta come avviene nelle sette religiose. Recentemente in una stube altoatesina ho assistito allo scontro fra una signora un po’ invasata che aggrediva uno sconosciuto che in un altro tavolo si era permesso di ordinare un piatto di capriolo.

Purtroppo alla base di questi atteggiamenti c’è l’eccesso di spettacolarizzazione che è stato dato al cibo e all’alimentazione. Pensiamo solo all’imbarazzante confronto a “Porta a Porta” sulle diete e allo scontro fra chi sostiene quella Mediterranea o quella basata sui gruppi sanguigni. Di questo passo per entrare in un ristorante si dovranno magari esibire passaporto, tesserino sanitario e certificato di battesimo.

Torniamo a stare con serenità a tavola e abbassiamo i toni. E poi, giusto per non sembrare di parte, quando posso ad una bistecca io preferisco semi, farro e quinoa. Ma voglio potere essere libero di scegliere anche fra un cavolo cappuccio ed un branzino.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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01/03/2016 18:07:38
4) carlo crocco
Era proprio necessario cucinare un piccione, con tutto quello che la natura ci offre, visto il caso che e' esploso dopo la puntata, non era meglio verificare, prima di cucinarlo?
anna malatesta
casalinga
01/03/2016 15:56:01
3) Animalisti
A proposito dei piccioni da salvaguardare (e degli storni romani) chi ha l'autorità di dire quali animali sono nocivi e da eliminare? Dovremo forse interrompere la derattizzazione, la lotta alle zanzare, agli scarafaggi o alla mosca della frutta?
Gianfranco Colombi

01/03/2016 09:49:32
2) Piccioni e problemi igienico-sanitari
Il piccione è portatore di circa 60 malattie, alcune delle quali mortali, contagiose per l'uomo e per gli animali domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi. Citiamo solo alcune tra le più comuni e pericolose: Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc. Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. Non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi. Associata alle colonie di volatili, c'è sempre la presenza dei loro ectoparassiti, in particolare pulci, cimici, zecche (zecca molle del piccione - argas reflexus -) ed acari, che spesso causano forti infestazioni all'interno di edifici ove sono posti i nidi, soprattutto all'interno dei sottotetti. Solai lordati dai loro escrementi, guano e carcasse contaminano pericolosamente l'ambiente. Questa è una fonte di seri problemi igienico-sanitari, essendo questi insetti a loro volta vettori di gravi malattie infettive ed anche potenziali parassiti dell'uomo. VEDIAMO DI MANDARE I PICCIONI A CASA DEI LORO DIFENSORI ALMENO CE NE LIBERIAMO.
ULRICO GIUSTINA

29/02/2016 17:43:23
1) cracco e animalisti
Queste associazioni animaliste LAV in primis hanno la piena facolta di denunciare a dritta e a manca, intanto anche se se dopo risulta che hanno torto marcio non rispondono mai di niente. Questa è una vergognosa anomalia italiana!
Franco Maran



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