Non è una novità in assoluto, anzi. All'Expo di Milano spopolarono con qualche civetteria di troppo. Stiamo parlando degli insetti sulle tavole degli italiani, gustabili dal 2018 a seguito di un nuovo regolamento dell'Ue.
«Nulla in contrario. Importante però - sostiene
Giacomo Lussignoli, presidente di Condifesa Est Lombardia - che ci sia una chiara tracciabilità come avviene per i i nostri prodotti alimentari, dalla carne al latte. Le regole devono valere per tutti a tutela anzitutto dei consumatori. La carta d'identità sulla loro provenienza e sulla salubrità è necessaria per dare risposte precise, facendo chiarezza soprattutto sui metodi di produzione».

Insomma attenzione anche perché, secondo un sondaggio Coldiretti presentato a Cernobbio, il 54% degli italiani si è dichiarato contrario, il 24% indifferente, il 16% favorevole e il 6% non ha risposto. Il "
novel food" approvato dall'Unione riconosce gli insetti sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali provenienti dai Paesi Terzi.
E la polemica non è mancata fra il segretario della Lega Matteo Salvini e il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina sulla decisione europea che rischia di penalizzare i nostri produttori agricoli.
Come gustare cavallette, cimici d'acqua della Thailandia, millepiedi cinesi, vermi aromatizzati? «Ad onore del vero nulla di scandaloso - rimarca
Lorenza Michelon, esperta di problemi agricoli - anche se personalmente non mangerei mai questi insetti. Le mie perplessità derivano tutte dalla loro salubrità e sollevano interrogativi di carattere sanitario e salutistico».
Il dibattito è aperto. Personalmente ho assaggiato in Cina e Vietnam questi insetti, spesso caramellati, come la carne di coccodrillo, senza particolari paure o esaltazioni. Prima o poi dovremo abituarci ad un cambio di cultura e mentalità anche nei confronti di questi animali e sulla loro commestibilità; speriamo che avvenga altrettanto, per i nostri prodotti, dall'altra parte del mondo».