Sconforto ma anche la voglia di reagire, nuovamente: sono i due stati d’animo dell’Oltrepò Pavese in merito al blitz di oggi, 22 gennaio, alla Cantina Sociale di Canneto, che ha portato a cinque arresti. Il territorio ed il mondo vitivinicolo è scosso da quanto accaduto, una situazione che fa ritornare l’intero l’Oltrepò nella delusione.
Il blitz alla Cantina sociale Canneto
Luigi Gatti presidente del Consorzio commenta senza giri di parole: «Siamo convinti che sia giusto e importante che siano fatte inchieste serie e controlli affinché si isolino i responsabili di un danno per tutto il mondo del vino italiano non solo per la Lombardia e l’Oltrepò Pavese. Il danno di immagine per il nostro territorio è evidente e lottiamo non da ieri proprio per contrastarlo, mettendoci sempre più passione e determinazione, ma va detto che questo territorio non si sente affatto rappresentato da chi lavora in modo scorretto».
Luigi Gatti
Il presidente Gatti pone l’accento anche sul discorso dell’impegno del Consorzio stesso per promuovere un territorio che, troppo spesso, è al centro dell’attenzione per eventi di cronaca. «Il Consorzio - spiega - continua a lavorare seriamente per promuovere e tutelare eccellenze e produttori seri che per fortuna sono tanti e che hanno davanti un programma fitto di importanti eventi di promozione nazionale e internazionale».
Sul caso interviene anche il direttore del Consorzio,
Carlo Veronese. «L’Oltrepò è una zona grandissima e può accadere che fra centinaia di aziende che lavorano ci sia chi opera in modo scorretto - commenta - Noi dobbiamo lavorare con le altre centinaia di aziende che invece lavorano bene e seriamente e sfruttare questi fatti, che sono profondamente negativi per l’Oltrepò, per lavorare ancora meglio con chi vuole andare avanti e sono la maggior parte e promuovere il vino di qualità in giro per il mondo rappresentando una zona italiana che fa tanti grandi vini che hanno bisogno solo di essere conosciuti. Indubbiamente questo fatto è un grande danno di immagine ma sono certo che molte aziende ancora di più si rimboccheranno le maniche per promuovere la parte positiva di questo territorio».
Carlo Veronese
Presa di posizione anche del presidente di Coldiretti Pavia,
Stefano Greppi. «Occorre fare chiarezza al più presto, perché episodi come questo mettono a rischio lo sviluppo di un settore strategico - commenta a caldo - È una vicenda che rischia di avere conseguenze molto gravi e che va a colpire un comparto fondamentale per il nostro agroalimentare».
Stefano Greppi
In provincia di Pavia ci sono oltre 13 mila ettari coltivati a vigneto e circa 1.400 aziende vitivinicole. «L’Oltrepò Pavese - spiega il presidente Greppi - non può più permettersi vicende di questo tipo: le eventuali responsabilità andranno chiarite velocemente dalle forze dell’ordine. Il nostro impegno quotidiano è, come sempre, al fianco di tutti quegli agricoltori che lavorano onestamente per valorizzare il territorio dell’Oltrepò Pavese e i suoi vini».