Alla vigilia della raccolta, una violenta grandinata ha investito nella giornata di venerdì 25 settembre le risaie in provincia di Pavia al confine con Novara, causando danni fino al 100% nelle aziende agricole colpite. È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Pavia, i cui tecnici si sono subito mobilitati per stimare i problemi causati dall’ondata di maltempo che ha colpito la Lomellina ed una piccola parte del novarese nelle scorse ore.

Campi distrutti dalla grandine
«Il
raccolto è completamente distrutto - spiega
Giovanni Armignago, risicoltore di Confienza (Pv) - il riso è stato buttato a terra dal vento, mentre la grandine ha svuotato le spighe dai chicchi. Non avevamo ancora iniziato a raccogliere, e ora valuteremo se farlo: da noi la grandinata ha colpito una varietà di riso Tondo, e andare a trebbiare adesso rischia di diventare antieconomico».
I costi della trebbiatura, infatti, supererebbero quelli di un raccolto falcidiato dal maltempo. «È veramente un peccato, perché il
riso quest’anno era bello - spiega ancora l’imprenditore agricolo pavese - per fortuna siamo assicurati, ma questa grandinata alla vigilia del raccolto proprio non ci voleva». Il maltempo si è abbattuto anche sui Comuni limitrofi. «Stiamo ancora facendo i sopralluoghi, ma dove la grandine ha colpito i danni arrivano al 100% - spiega Felice Iato, risicoltore di Palestro (Pv) - da noi è stata colpita una varietà di riso Indica ancora da raccogliere».
L’ondata di maltempo ha colpito con intensità diverse, investendo il territorio a macchia di leopardo. La violenza del meteo, evidenzia Coldiretti, è il risultato dell’enorme energia termica accumulata nell’atmosfera in un anno che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,05 gradi) superiore alla media storica, classificandosi in Italia al secondo posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi otto mesi dai quali si evidenzia anche la caduta di circa il 25% di pioggia in meno nonostante il moltiplicarsi di nubifragi e grandinate.
«Siamo di fronte - conclude la Coldiretti - alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti».