Spesa dei turisti stranieri crollata. Confindustria Alberghi: servono corridoi sicuri per viaggiare

Banca d'Italia ha diffuso gli aggiornamenti delle proprie banche dati relative al turismo. I numeri parlano chiaro: -81,2% di spesa per i turisti stranieri in Italia. Colaiacovo: «Mai affrontata una sfida così grande»

12 marzo 2021 | 18:13
Nel giorno in cui l'Italia torna prevalentemente rossa (un dato di fatto che aspetta solo la firma del ministro della Salute Roberto Speranza), Banca d'Italia aggiorna le banche dati relative al turismo pubblicando il report dell'ultimo anno con un particolare focus sull'ultimo quarto del 2020. Inutile girarci attorno: i numeri sono pessimi.



A dicembre 2020 spese turistiche in calo del -80%
Secondo Banca d'Italia, nel mese di dicembre 2020 permane una drastica contrazione dei flussi turistici, sia in ingresso sia in uscita, in misura simile a quanto rilevato nel mese precedente. Il saldo della bilancia dei pagamenti turistica ha registrato un avanzo di 138 milioni di euro, a fronte di 482 milioni nello stesso mese dell’anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia (455 milioni) sono diminuite dell’81,2%; quelle dei viaggiatori italiani all'estero (317 milioni) sono scese dell’83,6%. Se si considera l'ultimo trimestre dello scorso anno, la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia si è contratta del 76,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; quella dei viaggiatori italiani all’estero, invece, è diminuita dell’80,2%.

Pesa l'assenza degli stranieri
Percentuali che confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, la grave crisi che si sta abbattendo sul settore turistico. A pesare maggiormente è l’assenza quasi totale dei viaggiatori stranieri nel corso di tutto il 2020. Una situazione che, secondo Confindustria Alberghi, ha inciso negativamente sulla bilancia dei pagamenti provocando il crollo della spesa turistica internazionale: appena 17 miliardi di euro contro gli oltre 44 miliardi del 2019. «Quella che stiamo attraversando è certamente la sfida più grande mai affrontata che mette a rischio la vita delle aziende e dei lavoratori», ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione italiana Confindustria Alberghi. E proprio sul fronte occupazionale, ad avallare il forte stato di preoccupazione del settore sono i dati diffusi da Istat che in termini assoluti registra un calo della forza lavoro soprattutto tra i dipendenti a termine.
 
Colaiacovo: subito corridoi sicuri per viaggiare
«Il momento è delicato - ha proseguito Colaiacovo - sappiamo che tra le priorità del Governo in primis c’è quella della salute, per questo abbiamo sostenuto sin da subito Confindustria nazionale partecipando alla mappatura delle aziende sul territorio per identificare realtà disponibili a prestare i propri spazi rendendoli siti vaccinali ma, al contempo, abbiamo sollecitato le istituzioni affinché si possa procedere rapidamente all’individuazione di corridoi sicuri per lo spostamento dei viaggiatori e a una programmazione vaccinale per gli stessi lavoratori del settore alberghiero e del turismo in generale. Un intervento su misura per garantire una ripartenza rapida che altrimenti rischia di rendere poco competitiva la nostra offerta rispetto a quelle tante realtà europee ad oggi già impegnate con piani ad hoc».

L'obiettivo delle aziende del settore e di tutta la filiera turistica è quello di superare la logica degli stop&go che ha caratterizzato gli ultimi mesi (e che ha contribuito al grande flop del turismo invernale, sopratutto quello indirizzato verso le stazioni sciistiche). Fermi e ripartenze che hanno inciso sulle possibilità di spostamento dei cittadini piuttosto che sull'operatività di alberghi e hotel che, di fatto, non hanno mai chiuso. «Siamo certi che il ministro al Turismo Massimo Garavaglia, già molto attento alle dinamiche della nostra realtà, saprà intervenire nel modo più adeguato per sostenere aziende e operatori», ha concluso Colaiacovo.

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Alberto Lupini


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