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Il virus spezza i provincialismi La cultura lega Bergamo e Brescia

Le due città lombarde, storicamente cugine poco propense alla collaborazione, hanno scelto di candidarsi a Capitali della cultura italiana. Un gesto forte dopo mesi di lotta al covid.

di Renato Andreolassi
 
22 maggio 2020 | 11:28

Il virus spezza i provincialismi La cultura lega Bergamo e Brescia

Le due città lombarde, storicamente cugine poco propense alla collaborazione, hanno scelto di candidarsi a Capitali della cultura italiana. Un gesto forte dopo mesi di lotta al covid.

di Renato Andreolassi
22 maggio 2020 | 11:28
 

Bergamo e Brescia duramente colpite dal Covid 19 (fra dati ufficiali e ufficiosi, le persone decedute nelle due provincie sono oltre 8mila) si alleano all'insegna della cultura. Le due città - accumunate simbolicamente per rinascere e ripartire, hanno infatti presentato la candidatura unitaria come Capitali Italiane della cultura nel 2023 (con Parma che resterà Capitale nel 2021 avendo visto sfumare il suo programma per il 2020).

Pace fatta tra Bergamo e Brescia - Il virus spezza i provincialismi La cultura lega Bergamo e Brescia

Pace fatta tra Bergamo e Brescia

Con lo spirito di un nuovo inizio, e di un'alleanza strategica, la Dea e la Leonessa hanno deciso di correre insieme per 2023, scommettendo sulla cultura, con un rischio calcolato. Unite, per ripartire da due siti Unesco: Santa Giulia e le Mura Venete, e innumerevoli bellezze storiche - artistiche e ambientali sparse in Città Alta, nei centri storici e nel Capitolium  romano con la celeberrima Vittoria Alata.

Per il 2022, la scelta avverrà tra le candidature già presentate, tra queste: Ancona, Pisa, San Severo (Foggia), l'Aquila e Trani.  Una sfida per le due eroiche città, ma anche per la Regione Lombardia, che ha pagato e sta pagando un tremendo tributo all'epidemia. «Saremo al loro fianco - ha dichiarato l'assessore lombardo alla Cultura Stefano Bruno Galli - individuando proposte e iniziative comuni volte a valorizzare l'immenso e poco conosciuto patrimonio storico, con l'obiettivo di creare una nuova strada per la fruizione della cultura nel nostro Paese. Dobbiamo lavorare tutti insieme per una attivazione complessiva delle energie dei territori».

Una sfida lanciata anzitutto dai sindaci Emilio del Bono e Giorgio Gori, in  uno dei momenti più cupi della vita locale. «Le due città intendono cogliere l'occasione - hanno scritto gli amministratori - per ripensare il proprio sistema di produzione e offerta culturale, a tutti i livelli, cooperando con il tessuto associativo e imprenditoriale, conservando e incrementando il patrimonio, attirando turisti, creando nuove opportunità di sviluppo e formazione. Dobbiamo creare qualcosa di nuovo. Due territori affini, una sofferenza comune, una volontà unica di risollevarsi dal dolore e progettare un domani sereno - concludono Gori e Del Bono - in un percorso che veda cittadini, istituzioni e imprese accumunati dalla consapevolezza che la cultura sintetizza e simboleggia valori fondamentali per qualunque società».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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