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Chef Bizzarri, concluso il tour europeo Trippa a Milano è stata l'ultima tappa

di Giovanni Angelucci
 
25 gennaio 2018 | 17:59

Chef Bizzarri, concluso il tour europeo Trippa a Milano è stata l'ultima tappa

di Giovanni Angelucci
25 gennaio 2018 | 17:59
 

Volge al termine il viaggio cultural-brassicolo che la squadra di Birra del Borgo ha messo in pista l’anno passato: la 2ª edizione di “Chef Bizzarri” si chiude a Milano brindando allo stretto legame tra birra e cucina.

È la seconda volta che questo evento va in scena, ma la prima ad avere un respiro più ampio.

(Chef Bizzarri, concluso il tour europeo Trippa a Roma è stata l'ultima tappa)

Tra novembre 2017 a gennaio 2018 l’affabile Leonardo di Vincenzo e la sua squadra hanno portato Chef Bizzarri in giro partendo da casa a Roma (la nuova Osteria di Birra del Borgo ha ospitato il connubio Salvatore Tassa e Gabriele Bonci che ne è al comando), per poi viaggiare lungo l’asse europeo tra le tappe di Parigi (nello spazio mutevole Fulgurances), Londra (nella piccola chicca Cub in cui lavorano nomi del calibro di Ryan Chetiyawardana Doug McMaster), Bruxelles (nel cuore birrario d’Europa presso il ristorante Humphrey dove lo chef belga Yannick Van Aeken, ex Noma, ha portato la sua idea) e Milano tra le mura della trattoria più famosa della città, Trippa di Pietro Caroli e Diego Rossi.

Il format nasce con l’obiettivo di raccontare una nuova idea di birra, lontana dagli stereotipi che ne fanno un mero prodotto gassato con cui dissetarsi in estate, ma vicina alla cucina d'autore, così tanto da prenderne parte nelle ricette creando un fil rouge con il menu del cuoco.

Questo è possibile solamente attraverso gli incontri e le ricerche esperienziali, così come Birra del Borgo ha fatto: una serie di incontri con cuochi e ristoratori pronti a mettersi in gioco nella creazione di serate-evento originali, finalizzate al gioco e alla sperimentazione, nonché al ragionamento su alcuni aspetti attuali.

Qual è ad oggi il legame tra birra di qualità e ristorazione nel nostro Paese? I birrifici effettivamente presenti nelle insegne italiane di livello si contano sulle dita di una mano. Perchè si fatica così tanto in Italia? È il Paese enogastronomicamente più ricco al mondo dove un birraio possa dare libero sfogo al suo estro, ma anche il più conservatore che nel 2018 non riesce ancora a concepire la birra (quella buona, s’intende) come protagonista (ormai) dell’identità italiana.

(Chef Bizzarri, concluso il tour europeo Trippa a Roma è stata l'ultima tappa)

Chef Bizzarri vuole e serve a questo: dimostrare che cucina e birra possono fare l’amore e non solo il sesso (per quanto ludicamente valevole), che sono in grado di combinarsi in armonia rendendo soddisfatti i gaudenti più sofferti. È chiaro che facile non è, tutt’altro. Bisogna per esempio avere la preparazione e l’estro di Leonardo di Vincenzo che nel suo birrificio di Borgorose (a cavallo tra Abruzzo e Lazio, nel rietino) è stato in grado di concepire una linea di birre dall’alto appeal commerciale, ma anche valide davvero.

La tecnica di un birraio si annulla senza il genio e si esalta laddove il talento esplode. Chef Bizzarri prende il nome dalle Birre Bizzarre, le 12 tipologie più strambe della gamma prodotte per ogni mese dell’anno: Fragus (con fragole), Prunus (con ciliegie), Perle ai Porci (con le ostriche), Vecchia Tripel (fermentata nella grande botte del brandy), Brigante (farmhouse Ale dal carattere rustico), BdbBi(G)Bodyibu (con oltre 100 Ibu), Rubus (con i lamponi), Etrusca (fermentata in anfora e ispirata alle bevande antiche), Caos (con mosti di Duchessa e Malvasia), Castagnale (con castagne essiccate sul fuoco), Morning Rush (con fiori di luppolo appena raccolti), L’equilibrista (40% di mosto di vino e 60% di mosto di birra).

Dunque birra e cucina cos’hanno da dirsi? Più di quanto oggi ci si immagini. Diego Rossi di Trippa ha dimostrato di saperci fare anche con la creazione apposita di un menu in cui abbinare ogni portata ad una “bizzarra”: l’Animella croccante, barbabietola arrosto ed erborinato di capra scelta con il profilo acido e vissuto dell’Etrusca, la Fregola al ragù di pancia di montone accoppiata alle spalle larghe e alla persistenza della Vecchia Tripel, la Polenta al nero di seppia e la moretta alla brace (fatta di sangue e parti varie del maiale) con la inconfondibile Perle ai Porci prodotta utilizzando le ostriche. Senza idee, passione e ricerca evidentemente non si arriva da nessuna parte, ma nella sfera enogastronomica italiana non manca, almeno così pare.
Cercate e bevete birra anche fuori da pub e birrerie, rendetele omaggio.

Per informazioni: www.birradelborgo.it

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