(Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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Paolo e Simona Chiari (Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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Paolo Albano (Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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Tagliere (Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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(Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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Casoncelli (Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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Ciareghì con taragna e porcini (Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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Budino di vino Moscato di Scanzo Rosso Docg - Azienda agricola Biava (Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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dove design e cucina dialogano fra loro)
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dove design e cucina dialogano fra loro)
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Paolo Chiari e Paolo Albano (Lalimentari, un secolo di tradizione
dove design e cucina dialogano fra loro)
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dove design e cucina dialogano fra loro)
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dove design e cucina dialogano fra loro)
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Lalimentari di Bergamo Alta festeggia un secolo, presentandosi oggi al pubblico con un interior design che dialoga con l'architettura dei palazzi storici e una cucina che racconta la tradizione bergamasca a tavola.
Il ristorante è una delle anime della tradizione cittadina in cucina e si distingue per la sua posizione privilegiata, con un ingresso su piazza Vecchia e uno su via Colleoni, una condizione di vantaggio commerciale assoluta (e unica) nel centro storico di Bergamo alta. Certamente assolutamente più "in piazza" rispetto alla location, più piccola e decentrata, della vecchia sede di via Tassis. L'attuale ristorante, un tempo San Michele, da
aprile gestito da Paolo Chiari, è assolutamente particolare nel panorama bergamasco grazie al suo stile architettonico, che integra elementi di interior design con archi, capitelli e affreschi. Il tutto in un edificio, il palazzo del Podestà di Bergamo, un tempo cuore del potere politico e oggi sede del museo storico, di una sezione dell'Università e di uno dei ristoranti più noti di Bergamo, La Taverna del Colleoni. Ed ha poi un'altra unicità: i muri e la gestione del ristorante appartengono alla stessa famiglia da ormai un secolo, da quando cominciò l'attività la bisnonna di Paolo.
Paolo Albano e Paolo Chiari
Un'atmosfera che oscilla tra l'antico e il moderno, un bell'ambiente (grazie anche ai tavoli che nella bella stagione sono direttamente in piazza Vecchia), ideale per degustare i piatti della tradizione bergamasca, accompagnati da oltre 800 etichette di vino in cantina. Una fusione artistico-enogastronomica che è stata evidenziata da
Paolo Albano, l'architetto comasco che ha studiato il concept del ristorante, e dallo stesso Paolo Chiari, cuoco e proprietario, nonché ultimo erede di una famiglia che possiede questa struttura da esattamente 100 anni.
Dall'ingresso già si notano elementi volumetrici definiti e rifiniture con varie gradazioni di metallo che si collegano ai muri in pietra e al luogo, una delle piazze simbolo del turisti dei piccoli centri italiani. Ottone satinato per i locali dei servizi igienici, rivestimenti in lamiera in carbon wood per le porte interne, marmo di Carrara per i top dei tavoli insieme alle nuove sedie in legno nero Predali sono alcuni dei tratti distintivi. Così come la scelta del ciliegio, preferito perché più caldo rispetto a pietra e intonaco bianco. Nell'enoteca una scaffalatura in ferro a grande effetto WallWine per valorizzare la visibilità dei vini esposti, forse però un po' a scapito della loro conservabilità.
Casoncelli
L'illuminazione gioca a esaltare l'ambiente: alcuni pendenti valorizzano gli affreschi storici in enoteca, mentre un'esplosione di tensori sono stati installati nella sala vetrina su piazza Vecchia per accompagnare il susseguirsi delle volte. In breve, ogni luce vuole, più che sottolineare, dialogare con il patrimonio artistico interno, così da creare un equilibrio delicato ma efficace.
Un ambiente del genere non può poi che cedere il passo ai piatti serviti in tavola, realizzati sulla scia di una tradizione che ha toccato le dieci decadi proprio quest'anno e ha spazio (quasi un miracolo, nella storica cantina del locale che per ragioni di tutela dell'edificio non è stato possibile ampliare). I menu e le lavorazioni hanno radici che risalgono alla Trattoria dei Cacciatori, aperta sul finire dell'800 dalla bisnonna dello stesso Paolo Chiari: qui una cucina casalinga e del vino sfuso, evoluti secondo il gusto moderno, si sono trasformati in una cucina tipica bergamasca e in una notevole selezione di vini. E non c'è nessuna volontà di scimmiottare cucine di avanguardia, tanto che i casonsèi (casoncelli, ravioli) occupano i primi posti in menu come i piatti con la polenta (concia, col conighlio, coi funghi o taragna), gli affettati e i formaggi.

Non è mancato, a costituire Lalimentari dal punto di vista dell'offerta culinaria, com'è oggi, l'apporto dell'attività del nonno e del papà di Paolo, il commercio di formaggi e salumi. Il risultato odierno di questa congiunzione tra le due diverse realtà - ristorante e bottega - si riflette nel nome stesso del locale e nel menu.
Le materie prime sono di qualità: Paolo le seleziona, poi controlla come vengono cucinate, presentate e soprattutto comunicate al cliente. Perché la comunicazione è trasmissione della tradizione, un concetto che per Paolo, che in questa tradizione ci vive, è fondamentale. Far sentire il cliente a casa o parte della linea storico-gastronomica che ha portato Lalimentari fino a quello che è oggi, è il primo obiettivo di Paolo.
Ciareghì con taragna e porcini
Un locale deve riflettere lo stile dei proprietari, e così è anche per Lalimentari dove si ritrova la praticità e fantasia di Paolo e il buongusto, personale ed elegante della moglie Simona. L'uso di materiali semplici, naturali e tradizionali come pietra, marmo, legno e metallo è stata scelta dai due perché veri alla vista e al tatto, come vera è la cucina che vogliono offrire.
Hanno collaborato alla realizzazione del ristorante: Decor Group, Impresa Brignoli, Fratelli Gelmini, Vetrarte srl e Idraulica IBR.
Per informazioni:
www.lalimentari.it