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Bergamo, un calcio al coronavirus Dalla Curva fondi per l'ospedale

I tifosi dell'Atalanta non possono seguire la propria squadra nella trasferta di Champions League a Valencia e così hanno scelto di donare i rimborsi dei biglietti al Papa Giovanni XXIII.

di Federico Biffignandi
 
10 marzo 2020 | 17:17

Bergamo, un calcio al coronavirus Dalla Curva fondi per l'ospedale

I tifosi dell'Atalanta non possono seguire la propria squadra nella trasferta di Champions League a Valencia e così hanno scelto di donare i rimborsi dei biglietti al Papa Giovanni XXIII.

di Federico Biffignandi
10 marzo 2020 | 17:17
 

Bergamo è all’apice dei contagi da coronavirus, ma l’animo solidale e gentile sotto quella scorza dura di protezione sta emergendo da tanti pori. Nella città delle chiese, esiste una religione parallela chiamata Atalanta che forse non per un caso è una Dea adorata ogni santa domenica attraverso il rito dello stadio dai suoi fedeli più calorosi: i tifosi della Curva Nord. Questa sera, proprio questa sera, l’Atalanta sfiderà il Valencia nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, la più prestigiosa competizione calcistica per club.



La Uefa, organizzatrice, ha disposto che la partita si giochi a porte chiuse e così i tifosi bergamaschi non hanno potuto seguire la propria squadra in trasferta. Richieste di rimborso? Neanche per sogno. I 1.200 biglietti che erano stati strappati per un valore complessivo di 60mila euro sono finiti all’ospedale della città, il Papa Giovanni XXIII, che sta lottando giorno e notte per arginare l’emergenza coronavirus. Non è tutto: il campionato è fermo per via dell’ultimo decreto e la stessa curva ha deciso di donare la “quota pullman” che sarebbe servita per la trasferta di Udine del prossimo 29 marzo allo stesso ospedale.

La stessa struttura sta ricevendo da molti altri bergamaschi donazioni preziose per la lotta al contagio a testimonianza del fatto che stanno nascendo molte altre iniziative oltre a quella più "mediatica" (ma ugualmente nobile) targata Ferragnez. La palla, è il caso di dirlo, passa ora ai giocatori dell’Atalanta. Si tratta “solo” di una partita di pallone, ma regalare 90 minuti di spensieratezza ad una città che sta soffrendo potrebbe essere un’ottima medicina contro l’emergenza. Nei giorni scorsi ce l’ha fatta Michela Moioli (nativa di Alzano Lombardo che ormai in molti conoscono sempre a causa del virus) che con una super prestazione si è avvicinata alla vittoria della Coppa del Mondo. Nelle interviste post-gara aveva dedicato la vittoria ai suoi compaesani e a tutta Bergamo, in lacrime. Cuore d’oro (che noi di Italia a Tavola avevamo “misurato”) per cuori altrettanto preziosi come quelli dei bergamaschi che procedono a forza di #molamia (in dialetto: non mollare).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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