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Artisti e ristoratori uniti A Torino un concerto-protesta

Il mondo dello spettacolo e quello della ristorazione, che in questa fase condividono la stessa sorte e le stesse difficoltà, si uniscono in un’iniziativa per sensibilizzare e chiedere di poter tornare a lavorare.

 
10 novembre 2020 | 18:22

Artisti e ristoratori uniti A Torino un concerto-protesta

Il mondo dello spettacolo e quello della ristorazione, che in questa fase condividono la stessa sorte e le stesse difficoltà, si uniscono in un’iniziativa per sensibilizzare e chiedere di poter tornare a lavorare.

10 novembre 2020 | 18:22
 

La cultura e la musica non possono fermarsi. A partire da questa considerazione è nata un’iniziativa promossa da RestWorld in collaborazione con il “Funky Club” di Samoo (Samuele Spallitta) e della sua band, assieme a Michele Francica e Stefano Sanna, soci e titolari del ristorante “Silos - Cucina sincera” di Torino nonché partner e soci di RestWorld. Il progetto nasce dalla sensazione di sentirsi #fuoriposto in un momento storico in cui la cultura in Italia sembra essere stata dimenticata dalle istituzioni.

Un ristorante, altro luogo simbolo di questo periodo, ha fatto da cornice a un concerto-protesta per una duplice ragione: sia perché rappresentativo di una cultura gastronomica così tanto decantata quanto poco tutelata, sia perché gli operatori del settore Horeca condividono la medesima sorte dei lavoratori dello spettacolo e dell’intrattenimento.

Artisti e ristoratori uniti A Torino un concerto-protesta

Hanno così atteso le 18, orario che fino allo scorso 5 novembre sanciva la chiusura di bar e ristoranti, e hanno suonato per lo “show che bolle in pentola”, come Funky Club e il Silos l’hanno rinominato. «#fuoriposto - hanno spiegato a Repubblica - sta a indicare il senso d’inadeguatezza condiviso in queste settimane da artisti, ristoratori, baristi, operatori culturali, insomma le categorie escluse dal mondo lavorativo e private dei loro spazi, in un lento stillicidio, un Dpcm dopo l’altro».

Lo spettacolo è stato registrato e il video prodotto, l’atto primo della “R(i)esistenza” - come lo definiscono i suoi autori - ha già visto la luce.


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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