Aprire, chiudere. Chiudere, aprire. Il Governo sta mandando in tilt, letteralmente, i ristoratori, ora in attesa di sapere cosa potranno fare a Natale, che è dietro l’angolo. Ma c’è chi prevedendo la solita confusione all’italiana aveva già deciso di chiudere.
Dopo aver criticato il decreto Ristori ed essere stato pronto a consegnare le chiavi del suo ristorante al premier per protesta, Filippo La Mantia (Candidato per la sezione cuochi al Sondaggio Personaggio dell’Anno di Italia a Tavola) è di nuovo categorico: «C’è confusione nel Governo. Si è detto di tutto e di più e così ho deciso di non aprire il ristorante e ho fatto bene: avevo ragione - ha detto all’Adnkronos - Avevo già deciso – dice La Mantia - di continuare soltanto con l’attività di asporto, per far continuare a lavorare i ragazzi».

Filippo La Mantia
«Ho avuto un danno economico allucinante – dichiara -, dal quale non so proprio se ne potrò mai uscire. Avevamo investito somme ingenti nel distanziamento fra i tavoli, nella sanificazione, nel ricircolo dell’aria: sarebbe dovuto bastare questo, non abbiamo avuto un solo caso di positività fra i dipendenti del ristorante».
«È stato fortemente penalizzato tutto il settore alberghiero e della ristorazione - conclude -, mentre lo scorso fine settimana a Milano abbiamo assistito agli assembramenti per lo shopping natalizio, incoraggiato anche dal piano cashback e l’utilizzo delle carte di credito».