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Grande distribuzione, dopo il boom si prepara a competere con l'Horeca

Dopo un 2020 a record di vendite, l'anno della Gdo è partito lento ma può beneficiare del travaso di consumo dal canale del fuoricasa che rimane sostanzialmente chiuso. In prospettiva, però, servono più servizi

 
23 marzo 2021 | 10:50

Grande distribuzione, dopo il boom si prepara a competere con l'Horeca

Dopo un 2020 a record di vendite, l'anno della Gdo è partito lento ma può beneficiare del travaso di consumo dal canale del fuoricasa che rimane sostanzialmente chiuso. In prospettiva, però, servono più servizi

23 marzo 2021 | 10:50
 

Anche il retail alimentare comincia a dare segni di rallentamento. L'ultimo samurai del retail, l'unico a mantenere la propria operatività durante l'intero periodo della pandemia, vive una fase di incertezza. A dirlo sono i numeri registrati da Iri, società di ricerche specializzata in big data, analytics e insight e partner di Tuttofood, la manifestazione dedicata al cibo e all'alimentazione che si terrà a Fieramilano dal 22 al 26 ottobre 2021.

Nel 2020, il food ha raggiunto l'8,4% della distribuzione Grande distribuzione, dopo il boom si prepara a competere con l'Horeca

Nel 2020, il food ha raggiunto l'8,4% della distribuzione


Supermercati-ristoranti: vasi comunicanti
«Nella distribuzione moderna il food ha raggiunto a fine 2020 un incremento dell’8,4% a valore e del 7,1% a volume, beneficiando anche di un travaso dal canale fuoricasa dovuto ai diversi lockdown», ha commentato Daniele Gilli, direttore comemerciale di Iri. A livello di merceologie, è stato il surgelato (+12,9%) e il fresco a peso imposto (+10,6%) sono stati i reparti con i tassi di crescita più alti. Decisamente positivi anche i risultati delle bevande, che invece hanno sofferto nel canale grossisti a causa delle chiusure del fuoricasa. «Nei primi mesi l’effetto accaparramento ha spinto la domanda delle categorie scorta, ma il passo eccezionale seguito dalle vendite nella prima fase dell’epidemia era in buona parte causato dal blocco della mobilità, che ha spostato in casa consumi normalmente effettuati in bar e ristoranti. Stimiamo che ancora oggi circa il 5,5% delle vendite di Food&Beverage attengano a questa migrazione del consumo alimentare», ha aggiunto Gilli.

La transizione phygital
Per quanto riguarda le abitudini di acquisto, Iri osserva una predisposizione dei consumatori da un lato verso marche e prodotti nuovi, scoperti online durante il lockdown; dall’altro verso la riscoperta dei negozi di prossimità. «Il passaggio al "phygital" porta a ripensare la logistica, mentre l’utilizzo di big data e l’intelligenza artificiale miglioreranno l’esperienza omnicanale, creando solide relazioni con i clienti. Infine, la sostenibilità è un tema centrale, anche per la nostra Associazione: di recente abbiamo lanciato il progetto Green Retail Lab, un laboratorio permanente volto a supportare le aziende del settore nella realizzazione di un’economia circolare», ha commentato Alberto Miraglia, general manager di Retail Istitut Italy

I player del settore: l'evoluzione passa da servizi e negozio
Se gli analisti presentano i dati a consuntivo e ne ricavano possibili trend, grazie alla loro presenza sul campo gli operatori hanno il polso delle tendenze mentre si stanno manifestando. «Offriamo ai nostri consumatori ben sei modalità diverse di acquisto, inclusi il delivery e il click & collect - ha rivelato Giovanni D’Alessandro, direttore generale di Basko - Per quanto riguarda i punti vendita fisici, la pandemia ha accelerato tendenze che erano già in corso, come la crescita dei negozi di prossimità, anche con format innovativi, e la crisi delle grandi superfici».

Gli investimenti in innovazione e trasformazione digitale sono confermati anche da Adriano De Zordi, amministratore delegato di Bennet: «A ottobre 2020 abbiamo lanciato la nuova piattaforma eCommerce. Più in dettaglio, gli investimenti dedicati al front end hanno l’obiettivo di accogliere al meglio i clienti migliorando l’esperienza nella fase di acquisto e navigazione».

Ma l’innovazione riguarderà anche gli store, oltre che l’universo digitale, come spiega Francesco Avanzini, direttore generale di Conad: «Riteniamo che dopo l’emergenza riprenderà il processo di evoluzione dei format che era già in corso. Le classiche corsie obbligate verranno sostituite da "piazze" aperte e le diverse modalità di acquisto e fruizione del Food & Beverage sfumeranno in un continuum che va dal consumo in loco, all’acquisto in negozio, al click & collect e delivery fino al commercio digitale».

«Siamo passati dalla lealtà del consumatore per il marchio alla lealtà dell’insegna verso il consumatore, cui rendere disponibili più canali di acquisto - conclude Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di Gruppo VéGé - Io lo definisco modello "penta-touch point": home delivery diretto, click & collect, locker, piattaforme dedicate alla spesa online e piattaforme di food delivery. Per quanto riguarda il punto vendita, dovremo puntare a un’esperienza multisensoriale di qualità, complementare agli altri canali in cui privilegiare prodotti più ordinari».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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