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Conad, campagna di vaccinazione per i 65mila dipendenti della rete

Anche l'insegna guidata da Francesco Pugliese raccoglie la proposta del ministero del Lavoro: vaccinare i dipendenti sul luogo di lavoro. Medici e locali sono già pronti, ma si attende sempre l'arrivo delle dosi

 
09 marzo 2021 | 15:40

Conad, campagna di vaccinazione per i 65mila dipendenti della rete

Anche l'insegna guidata da Francesco Pugliese raccoglie la proposta del ministero del Lavoro: vaccinare i dipendenti sul luogo di lavoro. Medici e locali sono già pronti, ma si attende sempre l'arrivo delle dosi

09 marzo 2021 | 15:40
 

La lotta al coronavirus potrebbe presto passare dai supermercati. Nei giorni scorsi, il Governo ha aperto alla possibilità che le aziende della grande distribuzione organizzata possano procedere alla vaccinazione dei propri dipendenti. E le insegne non hanno perso tempo a organizzarsi. A partire da Conad.

Conad, campagna di vaccinazione per i 65mila dipendenti

(foto: centrodomus.it)

Il progetto di Conad
«Oggi si è vaccinato il presidente della Repubblica, che ha aspettato il suo turno. Noi vogliamo prendere esempio da lui e attendere il nostro turno. Per contribuire a rendere più veloce la campagna vaccinale, mettiamo a disposizione risorse e strutture per vaccinare le oltre 65mila persone che lavorano nei punti vendita, nei magazzini e negli uffici del sistema Conad» ha dichiarato Francesco Pugliese, amministratore delegato Conad. L'obiettivo è quello di mettere in sicurezza tutte le persone che lavorano nei punti vendita che, dall'inizio della pandemia, sono rimasti sempre attivi per garantire le spese di prima necessità degli italiani.

D'altronde, gli occupati nel commercio in Italia sono circa 2 milioni, che lavorano in oltre 663 mila imprese, per un fatturato complessivo di 542 miliardi di euro: «Stiamo parlando di un settore che vale il 22% del Pil - ha ricordato Pugliese - e che ha peculiarità ed esigenze particolari, come il continuo e stretto contatto con il pubblico anche in un periodo come quello che stiamo vivendo».

L'ad di Conad aveva già anticipato la disponibilità delle strutture Conad a partecipare alla campagna vaccinale all’inizio di febbraio. Ma ora presenta un piano avanzato e più organico: «Abbiamo preso contatto con i medici; abbiamo predisposto l’organizzazione di locali adeguati nei nostri punti vendita più grandi; abbiamo studiato la possibilità di predisporre centri mobili per raggiungere i punti vendita più piccoli su tutto il territorio nazionale. Siamo pronti ad affiancare il generale Figliuolo, seguendo le indicazioni del Governo, prendendoci la responsabilità di vaccinare tutte le persone della nostra organizzazione che lo vorranno non appena i vaccini a noi destinati saranno disponibili».

Sulla stessa linea anche Selex: «Consideriamo prioritario accelerare il piano vaccinale dei dipendenti che, soprattutto nei punti vendita, sono particolarmente esposti. Per questo siamo favorevoli a valutare iniziative che prevedano un ruolo attivo delle aziende distributive nella somministrazione dei vaccini appoggiando Federdistribuzione in questa proposta», ha commentato Maniele Tasca, direttore generale di Selex Gruppo Commerciale.

L'idea del ministero del Lavoro
A lanciare l'idea della creazione di un canale parallelo per la somministrazione delle vaccinazioni era stato il ministro al Lavoro, Andrea Orlando che l'ha subito proposta ad aziende e sindacati. Nelle sue intenzioni, la vaccinazione sui posti di lavoro, lungi dall'essere una corsia preferenziale per l'immunizzazione, rappresenterebbe un allargamento capillare delle capacità pubbliche di raggiungere più persone possibili.

Prima il tagliando al protocollo di sicurezza
La notizia è di certo positiva, ma non per questo induce ad abbassare la guardia. Tanto che proprio durante l'incontro fra ministero, aziende e parti sociali è stata ribadita la necessità di rispettare il protocollo sicurezza sui luoghi di lavoro firmato ormai un anno fa. E che ora va aggiornato. Niente stravolgimenti, un tagliando delle regole piuttosto che tenga conto delle mutate condizioni della pandemia, alle soglie di quella che sembra la terza ondata di picchi. Un'operazione per cui ci sarà bisogno di un confronto tecnico con gli esperti. Eppure il messaggio è già chiaro: continuare a proteggere le categorie di lavoratori più esposte al rischio contagio.

Rete parallela, ma servono le dosi
Nell'aggiornamento delle norme potrebbe essere inserita anche la possibilità che medici aziendali, imprese e grande distribuzione possano allestire una rete di vaccinazione che non si sostituirebbe a quella nazionale ma la integrerebbe andando là dove le persone si trovano: il luogo di lavoro. «È chiaro che per questo avremmo bisogno di una quantità di dosi di vaccino molto più larga di quanto abbiamo ora, ma fin da subito serve iniziare ad organizzarci in vista dell'obiettivo», ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza che ha partecipato all'incontro con le parti sociali assieme a Orlando e al generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l'emergenza Covid. Obiettivo della proposta è quello di «provare a ridurre il gap di accessi (alle vaccinazioni, ndr) e dare opportunità in più», ha affermato Orlando. Per questo il Governo pensa di sfruttare anche gli ambulatori Inail cosicché anche i lavoratori delle aziende più piccole possano accedervi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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