Nella lunga discussione relativa alle tutele e ai contratti dei rider che ha tenuto banco soprattutto nell’ultimo anno, c’è un’altra puntata che, ancora, rivolta le carte. Il Tribunale del Lavoro di Firenze infatti ha emesso una sentenza nella quale inquadra i rider di Deliveroo come “lavoratori autonomi”, respingendo il ricordo della Cgil sul contratto collettivo firmato da Ugl Rider.
La stessa Cgil però non ci sta e promette ancora battaglia «fino a quando non verranno pienamente tutelati i diritti dei ciclofattorini».
Il giudice nello spiegare la sentenza ha detto che «i rider sono lavoratori autonomi perché possono decidere se e quando lavorare, senza doversi giustificare».

La sentenza del tribunale
Sindacati contro il contratto firmato a settembreIl
ricorso era partito proprio da questo punto invece: far riconoscere il titolo di lavoratore subordinato alle piattaforme di delivery. La contestazione scaturisce dal contratto stipulato a settembre tra
Ugl Rider e Assodelivery, l’associazione delle imprese che consegnano cibo a domicilio. Una firma che era arrivata come un fulmine a ciel sereno, proprio mentre le sigle sindacali più autorevoli stavano discutendo con il ministero del Lavoro per trovare una soluzione vantaggiosa per i lavoratori.
Una sentenza smentisce l'altraPer
Deliveroo la sentenza è stata un successo, in un periodo in cui le
battaglie sindacali e quelle a livello di opinione pubblica sono esplose dando anche alcuni frutti:
JustEat infatti ha annunciato che i riders diventeranno lavoratori dipendenti, assunti regolarmente dall’azienda. Una sentenza che spiazza soprattutto se confrontata con quella del Tribunale di Palermo che, al contrario,
aveva definito "lavoratori dipendenti" i rider. «Accogliamo con favore la decisione del tribunale - ha detto
Matteo Sarzana, country manager di Deliveroo Italia - che permette l’applicazione del Ccnl Rider e le ulteriori misure migliorative che Deliveroo ha previsto per i rider».
Ma la
Cgil non ci sta ancora. «L’ordinanza lascia diverse perplessità ma sicuramente non afferma quanto dichiarato dall’azienda. Il Giudice infatti rigetta il nostro ricorso in quanto ritiene che lo strumento
processuale non possa essere utilizzato per l’impossibilità di effettuare approfondimenti istruttori sulla natura dei rapporti dei
riders».
«L’ordinanza - prosegue il sindacato - non
legittima il modello di Deliveroo, non entra nel merito della qualificazione dei rapporti di lavoro, non si esprime sulla “qualità” dell’
accordo sottoscritto da Assodelivery e Ugl né entra nel merito del comportamento antisindacale».
Una partita ancora apertaInsomma, la partita è ancora aperta, la jungla di contratti, accordi,
sentenze è sempre più fitta e non fa che aggiungere punti di domanda e perplessità su un sistema che potenzialmente potrebbe salvare la vita di molti
ristoranti e gettare le basi per il
futuro. Basti pensare che solo un mese fa il Tribunale di Bologna aveva invece
condannato Deliveroo al risarcimento di 50mila euro perchè l'
alogritmo con il quale la piattaforma assegnava gli incarichi ai rider era scorretto.