Classe 1988, laureata in Economia aziendale a Padova e formatasi professionalmente alla “Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Alma”, istituita dal maestro Gualtiero Marchesi, Silvia Moro è una professionista che conquista prima di tutto con la sua innata gentilezza, che fa il pari al carattere sanguigno di papà Sergio, in una impresa di famiglia a Monatagnana (Pd), il Ristorante Aldo Moro - La Cuisine dal 1940, che mette radici in un periodo storico molto difficile (siamo agli inizi della seconda guerra mondiale) e che si sviluppa con successo nei decenni successivi. La loro è la tipica storia italiana di una family business che alla nascita si indebita con onore, ma che si riscatta pienamente non grazie all'orgoglio ma alla caparbietà e al saper fare, peculiare della gente veneta.

Silvia e Sergio Moro
Nella
cucina di Silvia Moro si ripercorre questo status quo fatto di carezze, sacrifici e determinazione: all'inizio la sua linea corteggia senza secondi fini con delicati (ma anche originali) accorgimenti come in
Hakuna Matata dove il
polpo è coprotagonista assieme a
banana (utilizzata in maniera intelligente), zafferano, frutto della passione e
colatura di alici. Un insieme straordinariamente riuscito forse grazie anche alle
emozioni vissute dalla chef durante la sua ultima vacanza in Kenya, cui questo piatto rende omaggio.
Risotto Ritorno alla terra
Un risotto da non mescolare:ogni boccone è diverso dall'altroSe da una parte ti sorprende da un'altra ti incuriosisce con la vivacità di un
risotto di radici che lei definisce "un ritorno alla terra": qui Silvia Moro ha giocato con elementi di prepotente freschezza come il
sedano smorzato dalla dolcezza della
rapa, per essere accompagnati poi dai toni agrumati del
bergamotto e balsamici della
liquirizia. Un risotto che non va mescolato perché ogni boccone è diverso dall'altro in un gioco magnifico voluto anche dalla scelta della tipologia di riso, un
Vialone Nano non lucidato ma poroso e in grado di assorbire meglio tutti i sapori del suo brodo madre a base di sedano e finocchio.
Dallo stupore alla certezza il passo è breve, grazie ai
volatili sempre in carta come il
Piccione alla Rossini, omaggio a un più noto secondo accompagnato a foie gras, o all'
Oca in confit: una volta di chiamava "oca in onto" ovvero il cosciotto cotto nel suo stesso grasso in un contenitore di terracotta, ma in questo caso Silvia Moro ha perfezionato la tecnica con la
cottura a bassa temperatura arricchita da
erbe aromatiche, completando la preparazione in forno per garantisce quel divertente e sapido velo sottile e croccante in superficie.
Oca in confit
È un luogo dove la cucina di Silvia è coadiuvata dall’indispensabile apporto dei
fratelli, terza generazione Moro: si viene ospitati dallo squisito garbo di
Elisa,
responsabile di sala, e consigliati dagli abbinamenti mai banali di
Aldo da
una carta di oltre 400 vini, in un crescendo personale e professionale che ricorda un po' l'evoluzione del ristorante che, anno dopo anno, si è arricchito di nuovi spazi e nuove sale, impreziosito di elementi pregiati come i lampadari di Murano, mantenendo però ben saldi i piedi per terra e soprattutto il forte il
legame con il proprio territorio, Montagnana, uno dei borghi più belli d’Italia che racchiude nella sua cinta medievale l’
Hotel Ristorante Aldo Moro - La Cuisine dal 1940.
Per informazioni:
www.ristorantealdomoro.com