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“Scuse” al Duce per i clienti neri Bufera su una pizzeria di Rimini

Un cameriere si sarebbe rivolto all'immagine di Mussolini, presente in sala, dopo aver servito una famiglia di colore. Il fatto è stato denunciato sui social, dov'è partito un tam tam contro il locale, e ai carabinieri.

 
21 agosto 2020 | 11:49

“Scuse” al Duce per i clienti neri Bufera su una pizzeria di Rimini

Un cameriere si sarebbe rivolto all'immagine di Mussolini, presente in sala, dopo aver servito una famiglia di colore. Il fatto è stato denunciato sui social, dov'è partito un tam tam contro il locale, e ai carabinieri.

21 agosto 2020 | 11:49
 

Un cameriere che passa davanti a una cassa di vino sulla quale c’è un’immagine di Benito Mussolini, e chiede “scusa” al Duce per aver appena servito una famiglia di colore, con tanto di saluto romano. È successo in una pizzeria di Rimini: la famiglia in questione, residente a Imola, ha espresso il suo disappunto su Facebook, prima di presentare un esposto ai carabinieri.

Il locale teatro della vicenda - Scuse al Duce per i clienti neri Bufera su una pizzeria di Rimini

Il locale teatro della vicenda

Purtroppo non c’è estate in cui, in qualche località turistica, non si verifichino episodi a sfondo razzista: era accaduto anche l’anno scorso in uno stabilimento balneare di Chioggia (poi chiuso 15 giorni), dove un giovane italiano era stato respinto all’ingresso, perché “aveva la pelle scura”, e a Palermo, a parti invertire, dove ad essere insultata era stata una cameriera di colore.



Questa volta, teatro dell’ennesimo, esecrabile, episodio è un locale della Romagna, la Tana Marina di Viserba. La famiglia di colore stava festeggiando un compleanno. Il fatto (che risale a domenica scorsa, ma se n’è avuta notizia solo nelle scorse ore), ha scatenato anche una discussione tra una cliente indignata e i camerieri del locale, finita anch’essa sui social insieme alla denuncia della famiglia. In tanti hanno lasciato commenti, mentre altri hanno addirittura alzato la cornetta del telefono per insultare la titolare del locale e i suoi dipendenti.

«Gli ho chiesto le motivazioni di quella frase - ha spiegato Adjisam Mbengue, la donna che ha denunciato il fatto sul suo profilo Facebook - e lui lo ha ammesso candidamente di averla pronunciata. Così ho domandato ad alta voce se si rendesse conto che quel gesto è reato in Italia. Gli ho chiesto scuse pubbliche con la minaccia di chiamare i carabinieri e di andarcene. non lo abbiamo fatto solo perchè c'erano dei bambini piccoli».

«Abbiamo ricevuto almeno una quindicina di telefonate da mezzanotte di ieri - spiega all’Ansa Nunzia, la titolare della pizzeria - forse dopo che il video è stato postato sui social. Ci danno dei bastardi, ci dicono che dobbiamo chiudere. Ma tutto per una cassa di vino di Predappio, con la cartina geografica e la faccia di Mussolini».

I carabinieri non sono ancora stati nel locale: «Quando verranno - prosegue la donna - gli dirò di prendere i video delle telecamere di sorveglianza così si capisce che non è stato detto nulla di male». Eppure ci sono un esposto in caserma e un video della serata sul web. «Secondo me - spiega ancora Nunzia - è stato tutto per la scatola di vino che è lì da anni. Quelle scatole di cartone che hanno sopra la cartina di Predappio e la faccia di Mussolini. L'avevamo appoggiata davanti ad una finestra che non chiude bene. Insomma per tappare un buco, ma adesso l'abbiamo tolta. Secondo noi ce l'ha regalata un cliente, non so da quanto tempo era lì». Il ristorante è aperto da 12 anni e i titolari si definiscono apolitici: «Chi fa questo mestiere - conclude Nunzia - non può essere razzista, figuriamoci abbiamo anche il menù in arabo noi. Mi dispiace perché ricordo quella famiglia, era molto bella, ben vestita e ho anche preparato la torta per la bambina. Non capisco, quando hanno finito di cenare mi sono sembrati contenti».

Sul caso è intervenuta anche la vicesindaca di Rimini, Gloria Lisi, che spera in un equivoco: «Prima come cittadina di Rimini, e poi come pubblico amministratore, esigo immediate spiegazioni e riscontri fattuali perché se fosse accaduto quanto riferito - ha detto - sarebbe una cosa talmente vergognosa e disumana che il Comune di Rimini si affiancherebbe immediatamente e senza indugio alcuno alla denuncia della donna, pretendendo a nome di una comunità libera, democratica, anti razzista, medaglia d'oro al valor Civile, un risarcimento che in ogni caso mai sarebbe adeguato all'allucinante sequenza querelata. Mi auguro indagini celeri da parte delle forze dell'ordine, che portino a un chiarimento immediato circa la dinamica dell'episodio e le circostanze annesse».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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