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TripAdvisor, la via verso la trasparenza La Fipe si impegna, la stampa sprona

Dopo la segnalazione dell'ennesima bufala di TripAdvisor a Bologna, il sindacato dei pubblici esercizi sottolinea il suo impegno per cercare di ottimizzare i nuovi strumenti di informazione su Internet. Italia a Tavola ricorda il suo impegno per avere un portale corretto ed utile a ristoratori e consumatori.

07 settembre 2018 | 16:53
TripAdvisor, la via verso la trasparenza 
La Fipe si impegna, la stampa sprona
TripAdvisor, la via verso la trasparenza 
La Fipe si impegna, la stampa sprona

TripAdvisor, la via verso la trasparenza La Fipe si impegna, la stampa sprona

Dopo la segnalazione dell'ennesima bufala di TripAdvisor a Bologna, il sindacato dei pubblici esercizi sottolinea il suo impegno per cercare di ottimizzare i nuovi strumenti di informazione su Internet. Italia a Tavola ricorda il suo impegno per avere un portale corretto ed utile a ristoratori e consumatori.

07 settembre 2018 | 16:53
 

Dopo la segnalazione dell'ennesima bufala di TripAdvisor a Bologna, il sindacato dei pubblici esercizi sottolinea il suo impegno per cercare di ottimizzare i nuovi strumenti di informazione su Internet. Italia a Tavola ricorda il suo impegno per avere un portale corretto ed utile a ristoratori e consumatori.

In merito all'articolo recentemente pubblicato, "TripAdvisor, ristoranti top di Bologna. Prima una toasteria. La svolta dov'è?", riportiamo di seguito la lettera di Roberto Calugi, direttore generale Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi, e la risposta del direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini.

(TripAdvisor, la via verso la trasparenza La Fipe si impegna, la stampa sprona)


Egregio direttore,
Ho avuto modo di leggere l'articolo dal titolo “TripAdvisor, ristoranti top di Bologna. Prima una toasteria. La svolta dov'è?” pubblicato ieri sul sito della sua rivista. Faccio fatica a nasconderle il mio rammarico e la mia delusione per questa polemica nei confronti di una collaborazione che la Federazione e TripAdvisor stanno portando avanti per apportare un miglioramento sostanziale nel settore della ristorazione, che sono certo sta a cuore a lei tanto quanto a me. Non può sfuggirle che modificare i dati di oltre 4 milioni di ristoranti nel mondo non è lavoro che si fa in un mese.

A chi ha redatto l’articolo è per altro sfuggito che già oggi l’utente ha la possibilità di utilizzare alcuni filtri. Se nel caso in questione si utilizzasse quello della “fascia di prezzo” indicando la più alta, al primo posto si troverebbe proprio il ristorante Sotto l’Arco, diversamente da quanto riportato dal suo giornalista. Occorrerebbe concentrare gli sforzi per informare gli utenti su come utilizzare meglio gli strumenti di consultazione della piattaforma.

Personalmente chi scrive è da sempre convinto che di fronte a nuovi fenomeni globali, quale TripAdvisor, ci si può porre in due modi. Il primo è quello di rimarcarne le contraddizioni, evidenziando solo quello che non va. Il secondo è quello di provare a capire il fenomeno, intervenire per correggere le distorsioni e provare a massimizzare le positività dello strumento a vantaggio degli operatori. Sicuramente il primo è più immediato e comunicativo, il secondo più complesso e faticoso, ma crediamo l’unico che meriti di essere percorso per il bene della categoria.

La collaborazione con TripAdvisor per la differenziazione dei locali con e senza servizio, e il servizio SoS recensioni per cancellare i post falsi vanno in questa direzione. Ci vorrà tempo, ma la strada è questa e si andrà avanti.

Cordiali saluti,

Roberto Calugi
direttore generale Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi

Di seguito la risposta del direttore Alberto Lupini:
Caro direttore,
comprendo rammarico e delusione, ma non dovrebbe essere Italia a Tavola il destinatario del suo giusto sfogo. In primo luogo la “polemica” a cui lei accenna non era in alcun modo diretta verso la Fipe, a cui abbiamo anzi riconosciuto l’impegno e la responsabilità che si è assunta nel tentare di indirizzare verso una maggiore attendibilità TripAdvisor. Se segnalare una distorsione in un sistema che da tempo definiamo malato è una polemica, questa non può che essere indirizzata verso chi gestisce il portale.

Forse è un po’ troppo comodo annunciare modifiche sostanziali, proprio a partire dalla realtà italiana, come hanno fatto i vertici europei del Gufo, ma aspettare che siano gli utenti a costruirla o a rendersene conto chissà quando…

Indicare la fascia di prezzo come unico valore attraverso il quale accedere ad un elenco di ristoranti potrebbe essere una scelta ragionevole, anche se molto discutibile, se non fosse che quando si apre la schermata di TripAdvisor appare la scritta “Migliori ristoranti di Bologna”. E anche se fatto da menti americane, il sito si rivolge ad italiani e le parole hanno un senso…
E subito sotto questo titolo ci sono varie sezioni e la prima (quella che le comprende tutte) si chiama “Cucina locale: italiana” e contiene 793 locali di ogni tipo. E anche qui le parole hanno un senso preciso… Aprendo questa sezione, che è poi quella che più conta per gli utenti di TripAdvisor, al primo posto c’è Breaking Toast che fa solo toast e li consegna pure a domicilio.

Ora, accettato che i toast sono entrati da anni nelle abitudini alimentari di tutti è comunque una forzatura definirli “Cucina locale”, come lo è trovare in questo elenco solo al sesto posto una trattoria. Francamente non ci sembra rispettoso dei diversi ruoli e funzioni svolti da chi gestisce bar e da chi gestisce ristoranti. E questo al di là di dove si trovi nel giudizio degli utenti di TripAdvisor un ristorante ricercato come “Sotto l’Arco”. Il tutto, ovviamente, senza alcuna distinzione fra locali con o senza servizio che invece avrebbe dovuto essere una delle novità importanti….

Il nostro articolo aveva solo lo scopo di spronare, come è compito della stampa, ad accelerare il progetto annunciato con tanta enfasi a Londra da TripAdvisor, forse prima di avere ancora rimesso mano a quei cambiamenti che tutti attendiamo con interesse. Il richiamo e in qualche modo lo stimolo alla Fipe era invece finalizzato a segnalare la distinzione di ruolo fra voi e loro. In fondo non è la Fipe la responsabile della gestione del sito e in questo senso volevamo solo offrire a Fipe un supporto in più perché possa chiedere, con più forza, quei cambiamenti che il Gufo ha assicurato, ma che per ora non ha realizzato.

Detto ciò vorrei ricordare che su questa polemica, che ripeto chiama in causa direttamente TripAdvisor, il portale ovviamente tace come sempre. E del resto ha taciuto anche quando, prima di noi, un quotidiano come La Repubblica aveva sollevato questo caso bolognese.

Comunque, considerando che la collaborazione di Fipe con TripAdvsior riguarda anche in maniera significativa il “servizio SoS recensioni per cancellare i post falsi” siamo più che interessati e disponibili a dare notizie su come sta funzionando questa attività, anche solo per conoscere quante siano a oggi le segnalazioni grazie a cui i gestori di locali hanno avuto, grazie a Fipe, una doverosa soddisfazione.

Per concludere concordo con lei con la doppia modalità con cui ci si può porre di fronte a fenomeni nuovi come quelli del web. A noi che facciamo informazione seria e dettagliata non può che competere il ruolo di segnalare e denunciare le distorsioni, soprattutto quando con commenti fasulli o pagati distorcono il mercato. A cui aggiungiamo sempre proposte concrete di intervento come facciamo da anni (certificazione dell’avvenuto pagamento di un servizio, ad esempio). A chi deve rappresentare una categoria spetta invece il compito di cercare di cogliere e volgere al meglio le opportunità offerte da ciò che di nuovo caratterizza il mercato. Ed è per questo che abbiamo apprezzato e sostenuto lo sforzo che Fipe sta facendo per regolamentare TripAdvisor. I nostri richiami, lo ribadisco, sono funzionali a rendervi più forti in questa prospettiva. Del resto se non si fossero denunciate le fake news che imperversano sul web, chi si sarebbe mai mosso per evitare rischi seri anche alla democrazia?

Alberto Lupini
direttore
Italia a Tavola

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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