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Decreto fiscale, le associazioni: «Misure utili, ma non sufficienti»

Confcommercio e Confindustria Alberghi la pensano un po' allo stesso modo: il decreto Cura Italia è un inizio, ma non può essere la risposta definitiva. Tante voci escluse e da qui le richieste di integrazioni.

 
17 marzo 2020 | 15:54

Decreto fiscale, le associazioni: «Misure utili, ma non sufficienti»

Confcommercio e Confindustria Alberghi la pensano un po' allo stesso modo: il decreto Cura Italia è un inizio, ma non può essere la risposta definitiva. Tante voci escluse e da qui le richieste di integrazioni.

17 marzo 2020 | 15:54
 

Approvato definitivamente il decreto fiscale da parte del Consiglio dei Ministri, e subito le maggiori associazioni di settore hanno detto la loro, pronunciandosi tutte positivamente ma con riserva: «Il decreto è utile ma non sufficiente». Entriamo più nello specifico.


 

Confindustria Alberghi
Il commento di Confindustria Alberghi ben si sintetizza nelle parole "Alcune prime risposte utili, ma molto resta da fare". Nello specifico, «il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri offre alcune prime risposte utili a fronteggiare l'emergenza, ma molto resta da fare per salvare l'economia del turismo». così ha detto il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, a seguito della conferenza stampa del presidente del Consiglio, che ha illustrato i punti principali del provvedimento.

«Bene il rinvio dei termini per il pagamento di Iva, ritenute e contributi e l'intervento sui mutui, nel sottolineare una situazione drammatica che, quest'anno vedrà gli alberghi registrare un crollo del fatturato che, secondo gli ultimi dati Cerved, diminuirà di oltre il 70%».

Bocca ha sottolineato una «doppia preoccupazione relativa alle varie scadenze che si susseguiranno nei prossimi mesi, in primisi per il pagamento di Imu e Tari, e per la sorte degli alberghi che vengono gestiti con contratto di affitto o formule simili. Ogni mesi, quasi 20mila strutture devono pagare un canone alla proprietà e in questo momento non sono in condizione di farlo».

Aggiunge poi Bocca: «Apprezzo la norma sui voucher, che realizza un giusto equilibrio tra gli interessi dei clienti e quelli degli alberghi, che in questo momento di crisi di liquidità non avrebbero potuto far fronte alle richieste di restituzione delle caparre. Agli ospiti che avevano già acquistato la vacanza e dovranno cambiare il proprio programma, offriremo un voucher di pari valore, che potrà essere utilizzato nell'arco dei prossimi 12 mesi».

«Bene - continua - anche le risposte sugli ammortizzatori sociali, che offrono copertura a tutti i dipendenti attualmente in servizio e accendono un fato anche sui lavoratori autonomi e stagionali. In relazione a questi ultimi, sarà necessario chiarire l'operatività della norma, soprattutto in riferimento ai circa 500mila lavoratori del turismo che in un anno "normale" sarebbero stati assunti tra mezo e luglio, e che quest'anno corrono seriamente il rischio di restare al palo».

Il presidente degli albergatori, poi, ricorda che «mancano all'appello due misure importanti che erano state preannunciate: una forma di ristoro per le aziende danneggiate dalla crisi e un incentivo agli italiani che effettuano le vacanze in Italia. Si tratta di passaggi fondamentali per consentire al sistema di fronteggiare una situazione drammatica e per iniziare a programmare il ritorno alla normalità, facendo leva sulla clientela italiana, che storicamente costituisce il nostro primo bacino di riferimento».

Confcommercio
«Il decreto "Cura Italia" è un punto di partenza ma è necessario fare di più»: così si pronuncia Confcommercio, che «segnala la scelta per settori particolarmente colpiti dall'emergenza della sospensione degli adempimenti e scadenze fiscali e contributive relativi al mese di marzo, nonché di adempimenti e scadenze contributive anche per il mese di aprile per i soli settori "critici"».

Sono certamente passi avanti, notevoli anche, ma per Confcommercio «andrebbero tenuti in considerazione anche gli appuntamenti di aprile fin qui non sospesi. Si renderà comunque necessaria una più ampia e inclusiva "moratoria fiscale", anche in riferimento alle criticità della ripresa dei versamenti già da maggio e della loro insufficiente rateizzazione». Per quanto poi riguarda i soggetti non rientranti nella sospensione, «risulta poi davvero troppo breve il rinvio tecnico dei versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni dal 16 al 20 marzo». 

Sul potenziamento dell'accesso al credito e della liquidità, per Confcommercio «andrà comunque dato particolare impulso all'erogazione di nuovo credito. E ciò non solo con il supporto previsto di Cassa Depositi e Prestiti alle banche, ma anche attraverso una rivisitazione in sede europea delle normative prudenziali in materia di capitale bancario».

Fipe
Da Fipe giunge un commento diretto dalla Sicilia. A parlare è Gabriella Cucchiara di Fipe Agrigento: «Le misure approvate dal tanto atteso decreto fiscale sono importanti ma insufficienti - dice, allineandosi con le altre associazioni di categoria - e decreteranno la morte per le piccole imprese, soprattutto al sud. Ci aspettavamo un piano straordinario illmitato senza tutti questi paletti, che sarebbe servito a risollevare l'economia di tutto il sistema imprenditoriale. Blocco totale dei mutui e delle bollette, ad esempio. Nel momento in cui riapriremo le nostre aziende, non sapremo come far fronte a una situazione così drammatica. È necessario fare altro per non far morire del tutto la nostra economia».

La Cucchiara lancia però un appello a tutti gli imprenditori del settore: «Tutto questo non deve scoraggiarci. Anzi, deve essere uno sprono per andare avanti e continuare a combattere. Dobbiamo stare uniti come mai prima, perché solo così possiamo farcela».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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