Frequenza cardiaca, è salutare tra i 60 e i 100 battiti al minuto

La salute del nostro cuore si può "misurare" a casa, con strumenti come il cardiofrequenzimetro e il saturimetro. Visite specialistiche annuali sono utili per riscontrare eventuali anomalie

25 aprile 2021 | 13:30
Per monitorare la salute del proprio cuore è fondamentale tenere sotto controllo la frequenza cardiaca. La misurazione dei battiti è infatti una sana abitudine di prevenzione rispetto alle patologie dell’apparato cardiovascolare; può essere eseguita aanche a casa propria, in modo semplice e rapido, anche se per un risultato più affidabile è indicato rivolgersi a un medico.

Ma come si misura la frequenza cardiaca? E quali sono i casi in cui è consigliabile rivolgersi a uno specialista? A rispondere a queste domande è Letizia Bertoldi, specialista dell’Unità Operativa di Cardiologia clinica e interventistica di Humanitas, in un articolo tratto da Humanitasalute e di seguito riportato integralmente.




La frequenza cardiaca, cos'è e come si misura

Il cuore compie ogni minuto un determinato numero di battiti, chiamati anche pulsazioni: è in questo modo che il muscolo cardiaco può mandare in circolo il sangue. Il numero di battiti per ogni minuto è chiamato frequenza cardiaca.

La pressione sanguigna è invece un valore che indica la pressione che il sangue esercita sulle pareti dei vasi sanguigni arteriosi. Oltre a essere parametri differenti, pressione sanguigna e frequenza cardiaca si misurano mediante strumentazioni diverse.

In ambito cardiologico per misurare la frequenza cardiaca si utilizza l’elettrocardiogramma. Per una valutazione meno precisa, però, si può anche non essere in possesso di alcuno strumento: si può avere un’idea della frequenza cardiaca appoggiando i polpastrelli del dito indice e medio al lato del collo, sotto la mandibola, dove è possibile percepire le pulsazioni dell’arteria carotide. Similmente si possono misurare le pulsazioni premendo allo stesso modo le dita sul polso dal lato del pollice.

Esistono anche due tipi di misuratori elettronici per l’esame della frequenza cardiaca: si tratta del cardiofrequenzimetro e del saturimetro. Quest’ultimo permette di misurare anche la saturazione dell’ossigeno all’interno delle arterie.

Rivolgersi a uno specialista per una valutazione più precisa: l'elettrocardiogramma

Nonostante questi metodi per la misurazione della frequenza cardiaca siano tutti di semplice esecuzione, per un responso più affidabile e un’interpretazione corretta dei risultati è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista.

Durante la visita cardiologica, infatti, il paziente viene sottoposto a visita medica ed elettrocardiogramma: attraverso l’analisi di questi elementi il medico specialista sarà in grado di valutare lo stato generale di salute del cuore e del paziente. Una periodica visita cardiologica di controllo è consigliata in particolare per i pazienti che presentino fattori di rischio cardiovascolare quali età avanzata, ipertensione arteriosa, diabete o familiarità per patologie cardiache.

L'elettrocardiogramma e le eventuali "anomalie" del cuore, le aritmie

L’elettrocardiogramma (Ecg) è un esame non invasivo che registra graficamente l’attività cardiaca utilizzando degli elettrodi posti sul corpo del paziente, che sono poi collegati da fili elettrici all’elettrocardiografo, uno strumento in grado di tracciare graficamente su carta l’attività elettrica del cuore.

L’elettrocardiogramma è utile per individuare eventuali anomalie della conduzione dell’impulso elettrico, definite aritmie, un ispessimento delle pareti cardiache o danni cardiaci pregressi.

Questo esame può venire svolto a riposo o sotto sforzo, mediante un tapis roulant o su una cyclette. La necessità di un Ecg sotto sforzo è valutata dallo specialista e serve a monitorare l’attività del cuore sotto stress e rilevare un’eventuale traccia di affaticamento cardiaco.

L'interpretazione dei risultati: battiti regolari vanno dai 60 ai 100 al minuto

Una frequenza cardiaca che rientra nell’intervallo di normalità presenta dei valori che vanno da un minimo di 60 ad un massimo di 100 battiti al minuto. Valori al di sotto della soglia minima indicano la presenza di bradicardia (battiti del cuore più lenti) mentre sopra la frequenza massima si parla di tachicardia.

Non sempre bradicardia e tachicardia sono sintomi di una patologia in corso: esistono condizioni, come per esempio l’attività sportiva o il sonno, che possono aumentare o diminuire per un certo periodo di tempo la frequenza cardiaca.

Inoltre l’età è un fattore decisivo per l’interpretazione dei risultati: in un soggetto giovane una frequenza cardiaca bassa può essere semplicemente indice di allenamento fisico costante, mentre in una persona anziana una diminuzione notevole della frequenza cardiaca deve destare più preoccupazione.

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Alberto Lupini


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